Stefano Nardella e Vincenzo Bizzarri tornano con una nuova graphic novel Gli Assediati, dopo il successo di Il Paese dei Tre Santi.
La storia ambientata nel Sud Italia racconta una realtà difficile, fatta di vendetta, ricerca di giustizia e vite spezzate. Il suo palcoscenico è una palazzina, chiamata ONPI, prossima allo sgombero da parte della polizia.
A cura di Edizioni BD, l’opera era stata presentata al Comicon di quest’anno ed è disponibile sul loro sito.
La trama
Il primo capitolo, si apre con tre uomini nascosti in una casa abbandonata da 20 anni. Tra questi c’è il narratore principale e membro della malavita, Cannemo’.
La scintilla che fa iniziare la storia principale è un quadro, sul quale è ritratta l’esplosione di una palazzina. L’autore era un caro amico del malavitoso narratore, Fausto il miglior pittore che ci fosse, ma anche quello più pazzo
Ciro invece, è solo un ragazzino di appena 14 anni, ma che la vita ha fatto maturare molto prima. Figlio di una prostituta che lavora in zona, ha perso il fratello quando aveva solo 5 anni. Ucciso con un colpo di pistola, il responsabile non è mai stato trovato.
Quello che per il ragazzo doveva solo essere un giro veloce e una commissione da Esterina per conto della madre, si trasforma in qualcosa di più.
All’ONPI, Ciro incontra infatti Fausto, il pittore recluso nel suo appartamento nella palazzina da circa 10 anni. È una figura conosciuta e temuta da tutti, ma allo stesso tempo misteriosa, quasi un enigma, che però viene pian piano svelato, quando decide di aprirsi al giovane.
La loro conversazione avviene nel pieno dello sgombero della palazzina da parte della polizia, con a capo il comandante Rosi.
Quello che Ciro e gli altri personaggi trovano quel fatidico giorno è la soluzione a quesiti rimasti irrisolti, cerchi che si chiudono, ma anche nuovi inizi.
Non ci sono aspetti negativi ne Gli Assediati. Mentre si legge si ha la sensazione che gli autori stiano passando dei tasselli di un puzzle ai lettori e, una volta completata l’immagine, si può solo rimanere senza fiato.
Alcuni personaggi rimangono un po’ un mistero, la storia gravita principalmente intorno a Fausto il pittore pazzo, il giovane Ciro, Esterina la signora delle sigarette e il comandante Rosi.
Le loro sono storie intrecciate e si incontrano per caso il giorno dello sgombero definitivo, come se fosse un appuntamento con un destino inevitabile.
C’è un parallelo tra quello che succede alla palazzina e quello che succede per i personaggi principali. Infatti, l’ONPI non è solo lo scenario fisico in cui è ambientato Gli Assediati, ma sembra quasi un universo a sé stante, con le proprie regole e che raccoglie tutte le esperienze di vita di chi ci abita.
Per Fausto, ad esempio, rappresenta l’inizio e la fine di molteplici capitoli della sua vita. Ma anche Esterina e il capitano Rosi trovano qui il compimento di una vecchia promessa silenziosa, che fino all’ultimo momento ha accompagnato la donna delle sigarette.
L’evoluzione dei personaggi è visibile anche nelle illustrazioni. Grazie ai flashback, è particolarmente evidente il contrasto tra l’aspetto dei giovani Fausto, Esterina e Rosi e quello che hanno dopo.
L’imbruttimento morale e psicologico, causato da traumi, errori e sofferenze è visibile nei disegni, così come nell’amarezza dei toni e delle parole usate.
Questo si può notare soprattutto nel pittore. Fausto, dopo 10 anni di reclusione, sembra quasi una bestia ferita e arrabbiata. Con la barba lunga e l’apparenza trasandata, è il ritratto perfetto di un uomo che ha rinunciato non solo alla felicità, ma quasi alla vita stessa.
Il suo quadro mai finito è un po’ quello che non è mai stato, tutte le occasioni e le cose perse nel corso degli anni.
La vendetta in quest’opera ha il sapore di una giustizia mai ricevuta tramite i “canali ufficiali”, ma lascia comunque un senso di vuoto, quasi di insoddisfazione. In particolare, per Ciro ed Esterina, che hanno ottenuto quello che desideravano da tempo, pagando però un prezzo ben più alto.
Non si ha la sensazione che questi due personaggi si siano davvero liberati dai pesi che si portavano dietro, nonostante le decisioni prese e le azioni compiute abbiano indubbiamente un forte impatto sulle loro vite.
Il dolore e la sofferenza rimangono, ciò che cambia in realtà è che questi due personaggi passano dall’altra parte, interpretando nel grande schema, il ruolo che ricoprivano coloro di cui si volevano vendicare.
Quando Ciro entra in casa del pittore, viene mostrata la stessa tela che Cannemo’, il narratore malavitoso, tiene in mano all’inizio della storia.
Il quadro, da immagine del futuro diventa monito del passato. Mentre le persone cambiano, il quadro e ciò che rappresenta rimangono costanti nel tempo. Un palazzo distrutto, come le vite di chi è passato di lì. Tutti i personaggi hanno un conto da saldare, alcuni perfino con sé.
Il concetto di giustizia da soli, la mancanza di fiducia nei confronti delle autorità, sono elementi di una realtà difficile e vera raccontata da Stefano Nardella e Vincenzo Bizzarri in modo impeccabile.
Così come è arrivato il momento di sgomberare l’ONPI dopo ben 20 anni di tentativi, è arrivato anche il momento di scendere a patti con quello che si è fatto, giusto o sbagliato che sia. Nessuno è escluso da questo processo.
Il fattore shock dei plot twist colpisce nel segno. Tutti i colpi di scena sono completamente inaspettati, il lettore rimane senza parole al momento della rivelazione. In alcune pagine, ci si ritrova a trattenere il fiato senza accorgersene.
È esattamente questa la sensazione che si prova una volta arrivati all’ultima pagina dell’opera.
La lettura è scorrevole e la trama accattivante, non si riesce a smettere di leggere. Gli Assediati è consigliato a tutti coloro che hanno voglia di qualcosa di non troppo lungo, ma allo stesso tempo carico di significato e spunti di riflessione.