Benvenuto alla recensione di Gleipnir. Prima di cominciare, ricorda che sono disponibili sul nostro sito altre recensioni che potrebbero interessarti:
Gleipnir è un manga scritto e disegnato da Sun Takeda. Appartenente al genere seinen, è pubblicato in Giappone da Kodansha a partire dal 2015. In Italia i diritti sono detenuti da Panini Comics, che dal 2018 pubblica la serie sotto l’etichetta Planet Manga.
È del 2020 la serie animata, realizzata dallo studio Pine Jam e portata in Italia da Dynit, disponibile in lingua originale con sottotitoli su VVVID.
La trama di Gleipnir (possibili spoiler)
Shuichi ha una strana abilità. È come un licantropo, ma al posto che diventare un grosso lupo, si trasforma in un pupazzo, uno di quelli che si possono vedere nei parchi di divertimento. Il suo volto però non è felice e spensierato, anzi possiede un’aura inquietante. In queste sembianze mostruose, Shuichi è molto forte.
Una sera, grazie al suo olfatto paragonabile a quello di una bestia selvatica, riesce a trovare un magazzino in fiamme e a salvare una ragazza che giaceva svenuta al suo interno. La giovane riesce a intravedere la strana figura che tornava in forma umana. Per pura coincidenza i due frequentano la stessa scuola superiore, inizia così un rapporto molto particolare. Claire è una manipolatrice, che cerca di sfruttare le abilità di Shuichi per il proprio scopo: trovare la sorella, che anni fa ha ucciso i suoi genitori e poi è sparita.
Nel corso di questa ricerca, i due vengono a contatto con una moltitudine di strane creature, affrontano battaglie e stringono alleanze. Lo scopo dei personaggio diviene ben presto la raccolta di misteriosi gettoni, da riportare ad un altrettanto misterioso individuo. Si tratta di un alieno, alla ricerca del suo equipaggio, perduto al momento dello schianto sul nostro pianeta. Questi esseri, grazie alla loro tecnologia, hanno trasferito la propria coscienza all’interno di oggetti simili a gettoni per affrontare un viaggio interstellare. Da qui la strategia messa in pratica dall’alieno, dopo un suggerimento: cominciare una caccia al tesoro, in modo che siano gli stessi terrestri a raccogliere tutti i suoi compagni e riportarli da lui. In cambio, lo strano individuo promette di esaudire qualunque desiderio.
Struttura dell’opera
Gleipnir segue le disavventure di Shuichi e Claire, uniti dal destino e da circostanze che vengono lentamente svelate nel corso dei capitoli.
Il punto centrale che fa da filo conduttore dell’intera serie è il mistero che circonda la creazione dei mostri. Fin dalle prime pagine veniamo a sapere che queste creature non sono altro che persone venute in contatto in un modo o nell’altro con un alieno e i gettoni che questo colleziona.
I due protagonisti dovranno avere a che fare con tutti questi soggetti per risolvere questioni personali, che si riveleranno ben presto legate a Elena, sorella di Claire.
I due frequentano la stessa scuola, ma l’elemento scolastico è soltanto un pretesto per evidenziare alcuni momenti chiave. La scuola rappresenta la vita di tutti i giorni delle persone normali, qui di normale è rimasto poco. La maggior parte degli individui che incontreremo sono mostri. La maggior parte di essi è alla ricerca dei famigerati gettoni che garantiscono la realizzazione di un desiderio, mentre alcuni lupi solitari vogliono soltanto godere della loro forza sovrumana. Una piccola parte però è consapevole che la posta in gioco è molto più alta e procede quindi per la propria strada per determinare il destino del mondo.
L’autore non punta ad un estremo realismo nella costruzione dei personaggi, ma nonostante questa scelta sono tutti ben costruiti, con una loro storia, profondità, aspirazioni, difetti. Particolarmente ampia l’evoluzione di Shuichi, che lentamente abbraccia la sua dimensione bestiale, trasformandosi da preda a cacciatore per sopravvivere.
In modo simile ad altre opere come Tokyo Ghoul, Gleipnir non è adatto ai più piccoli, sia per i temi trattati che per la resa estetica della violenza e del gioco di contrappesi che insiste morbosamente sulla nudità dei corpi umani.
C’è una tensione che pervade ogni scena e riesce quasi sempre a catturare il lettore, puntando di volta in volta su elementi nuovi. Se all’inizio rimaniamo stupiti da una sorta di inversione di ruoli, in cui è il protagonista femminile a imporre il proprio carattere, i mostri che si incontrano successivamente puntano su un impatto estetico molto potente.
I disegni sanno essere molto crudi nei momenti più adatti. I personaggi presentano tutti particolarità facilmente riconoscibili e c’è una grande fantasia nella costruzione dei nemici. Le sequenze di azione risultano molto leggibili, mentre disorientano a volte le sequenze più calme. Non c’è un punto di vista univoco, alcune informazioni ci vengono mostrate, altre nascoste.
Personaggi principali
Shuichi Kagaya: il protagonista maschile del manga scopre di potersi trasformare in un grande pupazzo con le sembianze di un cane, completo di alcuni accessori come una pistola. Grazie a Claire scopre di avere sulla schiena una cerniera perfettamente funzionante, attraverso la quale è possibile entrare all’interno di questo corpo in forma mostruosa. Quando è trasformato, Shuichi ha una forza sovrumana, ma è solo attraverso l’unione con un’altra persona che il ragazzo guadagna abilità che sprigionano tutto il suo potenziale.
Claire Aoki: la protagonista femminile dell’opera, anch’essa adolescente, viene salvata da Shuichi e da quel momento entra forzatamente nella sua vita. Ossessionata dalla ricerca della sorella, porterà il duo a confrontarsi con la verità sull’origine dei mostri. Dietro la sua facciata arrogante e un po’ perversa si nasconde una decisione impareggiabile. In quanto semplice umana, Claire è debole fisicamente. All’interno di Shuichi acquisisce pieno controllo della situazione e riesce a sfruttare tutte potenzialità del grosso pupazzo.
Elena Aoki: sorella di Claire, uccide i genitori poco dopo essere diventata un mostro, molto più potente di Shuichi. Vuole molto bene ai due protagonisti, ma la sua natura instabile li mette spesso in pericolo. Elena è la responsabile della trasformazione di Shuichi e ritiene di essere l’unica persona meritevole di diventare una cosa sola con lui. La gelosia la porta a decapitare il giovane, che sopravvive soltanto grazie all’intervento di un’entità misteriosa.
L’alieno: un membro di una società tecnologicamente avanzata, che è arrivata sul nostro pianeta per errore. La sua astronave ha effettuato un atterraggio di emergenza, sparpagliando il suo equipaggio sul terreno circostante. Gli altri alieni, per affrontare il viaggio, avevano trasferito la propria coscienza all’interno di oggetti paragonabili a gettoni. L’alieno esaudirà un desiderio a chiunque gli riporterà uno di quei gettoni.
Analisi
Gleipnir ci porta subito all’interno di una storia dai toni fortemente contrastanti. Violenza, tristezza e un senso di frustrazione si alternano a esplorazione, solidarietà e un bel po’ di fanservice.
I mostri, al centro della narrativa di Sun Takeda, sono una perfetta rappresentazione dell’opera. La maggior parte di essi ha un aspetto ripugnante, un punto di equilibrio tra un film horror e le classiche atmosfere kawaii a cui gli autori giapponesi ci hanno abituato.
L’estetica disturbante dei mostri è bilanciata da Claire, unico elemento umano, rappresentata quasi sempre in biancheria intima o in costume da bagno. In questa altalena dai toni spaventosi ci muoviamo all’interno di una storia ricca di misteri. Chi è l’alieno? Cosa è successo a Elena? Cosa è successo tra Elena e Shuichi? Qual è il segreto della forma bestiale del protagonista?
Fin dalle prime pagine ci si rende conto di trovarsi i fronte a un’opera visionaria, che presente uno stile che cerca di uscire dai soliti canoni. L’uso eccessivo delle armi a disposizione dell’autore dal punto di vista estetico potrebbero far storcere il naso ad alcuni, ma sembra questo l’obiettivo finale. Il manga non cerca di farci rilassare, anzi. Il suo intento è quello di tenerci sempre sulle spine, il più delle volte con sensazioni spiacevoli, accompagnando i sentimenti di Shuichi. Gleipnir è fondamentalmente strano in tutte le sue componenti, dai disegni ai dialoghi, quindi tende a polarizzare l’opinione dei lettori. Qualcuno lo adorerà, qualcun altro lo odierà.
Pur incentrandosi su un unico grande arco narrativo, non mancano le rivelazioni per una trama che si allarga sempre di più, in vista della resa dei conti finale.