Una nuova fare per lo stato di emergenza nel Paese del Sol Levante, che durerà almeno fino al 12 settembre. Lo ha dichiarato il primo ministro Yoshihide Suga dopo le valutazioni post Olimpiadi. Oltre alle limitazioni esistenti, nuove prefetture alzeranno il grado di attenzione, da quasi emergenza a emergenza conclamata (l’equivalente del nostrano cambio di colore delle regioni).
Cattive notizie quindi sia per chi avesse programmato un viaggio, da rimandare ormai da oltre un anno e mezzo, ma anche per chi stesse aspettando con ansia l’uscita del proprio anime preferito. E’ prevedibile infatti che, nonostante siano stati messi in piedi tutti gli accorgimenti, ci troveremo di fronte a ritardi di produzione.
Rimarranno ai massimi livello di attenzione Tokyo, Saitama, Chiba, Kanagawa, Osaka e Okinawa. Dal 20 agosto saranno aggiunte le prefetture di Ibaraki, Tochigi, Gunma, Shizuoka, Kyoto, Hyogo e Fukuoka.
Passeranno invece allo stato di quasi emergenza Miyagi, Yamanashi, Toyama, Gifu, Mie, Okayama, Hiroshima, Kagawa, Ehime e Kagoshima, insieme alle sei attualmente in quello stadio che sono Hokkaido, Hyogo, Fukushima, Ishikawa, Aichi, Shiga e Kumamoto.
La situazione sembra essere molto simile a quanto accaduto in terra italiana la scorsa estate, con un forte aumento generale dei casi, e nello specifico anche dei casi gravi. Attualmente è richiesto alle attività commerciali di effettuare una chiusura anticipata e di evitare la vendita di alcolici, veri attrattori di pubblico, richiesta spesso ignorata.
Il forte senso del dovere, coniugato al persistente nazionalismo, ha per il momento imputato ai soli stranieri l’emergenza sanitaria, ma i nodi verranno presto al pettine. Urge la collaborazione di tutti, soprattutto in un Paese dall’età media paragonabile a quella dell’Italia, con possibili impatti di grande entità.