Giant Killing è una serie animata tratta dall’omonimo manga scritto da Masaya Tsunamoto e disegnato da Tsujitomo. L’anime è uscito nel 2010 grazie allo Studio Deen, mentre la sua controparte a fumetti ha esordito nel 2007 ed è tuttora in corso. Nel nostro Paese è disponibile soltanto il manga con Planet Manga, mentre l’anime è ad oggi inedito. La serie conta 26 episodi, con Yuu Kou alla regia e la direzione artistica di Junichi Higashi.
La trama di Giant killing
Al centro della scena c’è la vita quotidiana delle persone che ruotano intorno all’East Tokyo United, squadra che milita nel campionato di calcio giapponese, con risultati altalenanti. Fondato nel 1989, il club ha vissuto il suo periodo d’oro negli anni Novanta, grazie all’ingaggio di Takeshi Tatsumi. In epoca contemporanea la squadra non è altrettanto competitiva, al punto da essere vicina alla retrocessione. In questo momento di difficoltà, la dirigenza prova ad affidarsi proprio a Tatsumi, questa volta in qualità di allenatore, nonostante la sua scarsa esperienza ad alti livelli.
La stagione non inizia nel verso giusto e la ETU continua a produrre risultati negativi. L’impronta di Tatsumi comincia però a farsi sentire, fino ad ottenere un cambio di rotta che fa ben sperare per il futuro.
Struttura dell’opera
L’adattamento animato di Giant Killing non può che essere incompleto, rispetto ad un manga di durata ventennale, ma nonostante questo racchiude uno spaccato significativo dell’opera. Fin dai primi minuti entriamo direttamente nella mentalità di Takeshi Tatsumi, nuovo improbabile allenatore di una squadra in grande difficoltà. Lo vediamo avvicinarsi ai tifosi, cercare di capire qualcosa di più sulla squadra da un gruppo di bambini delle giovanili, ragionare su come sfruttare al meglio le risorse a sua disposizione.
Per contrasto, facciamo presto conoscenza con tutto quello che gira intorno a una società di discreta importanza come la ETU: l’impatto economico delle performance dei giocatori, l’interesse degli sponsor, le decisioni da prendere per compensare gli scarsi risultati, come la cessione di giocatori o l’esonero dell’allenatore. Due mondi apparentemente inconciliabili.
E infatti Tatsumi decide di disinteressarsi completamente delle questioni burocratiche, per tornare alle basi dello sport. Nel corso degli episodi lo vediamo intento a valorizzare tutti i suoi giocatori, anche quelli ritenuti inutili a causa di una precedente gestione che non era riuscita a sfruttarne il massimo potenziale.
Il suo impatto all’interno della società diventa sempre più importante e comincia ad ottenere i risultati sperati. La ETU si rinnova a tal punto da sembrare un’altra squadra, con giocatori non più svogliati e frustrati, ma anzi desiderosi di dare il proprio contributo. Il sostegno dei tifosi verrà di conseguenza, in appoggio a una realtà più sana e serena.
Analisi
Rispetto ad altre serie sportive, e in particolare anime sul calcio, Giant Killing si focalizza un po’ meno sull’entusiasmo provocato dal calciare il pallone e più sull’aspetto manageriale, su tutti i principi che dovrebbero porsi alla base di uno sport di squadra. Il nostro protagonista è la persona incaricata di formare questa cultura all’interno del gruppo, per poi arrivare a competere ai massimi livelli in Giappone.
Per farlo, Tatsumi sfrutta la sua esperienza maturata in Inghilterra, luogo di approdo dopo la sua cessione da giocatore dell’ETU. Trovarsi nella patria natale del calcio lo ha cambiato velocemente, fino a concedergli uno sguardo diverso su questo sport. Sguardo che poi, da allenatore, sfrutta per divertirsi in una realtà amatoriale.
I principi delle piccole realtà possono sembrare molto differenti rispetto a una squadra in competizione per titoli e coppe, ma il messaggio di Tatsumi è proprio che non c’è nessuna differenza. Qualunque sia l’obiettivo, si tratta sempre di persone che corrono dietro a un pallone per vincere una partita. Ognuno ha le proprie potenzialità e difetti, da sfruttare e compensare con spirito di squadra.
Il lavoro di Tatsumi non sarà facile, dovrà scontrarsi prima con una dirigenza che per forza di cose si concentra sugli aspetti economici, e poi con i giocatori abituati a vivere l’ambiente sportivo in modo stressante e svogliato. Tutti i giocatori sono ben caratterizzati con personalità differenti, tra le quali spiccano Luigi “Gino” Yoshida, talentuoso fantasista italo-giapponese dal rendimento altalenante, o Shigeyuki Murakoshi, capitano della squadra, punto di riferimento per la sua fedeltà al club, che lo porta a sacrificarsi in modo eccessivo per il bene della squadra. Il giocatore che però forse spicca più di tutti è Daisuke Tsubaki, giovanissimo centrocampista che diventa ben presto l’arma segreta della ETU grazie alla sua velocità e voglia di fare.
I confronti tra lato economico e umano, tra i tifosi di vecchia data e le nuove generazioni, tra giocatori di lungo corso affezionati alla maglia e novellini che puntano alla gloria animano la serie, permettendoci di vedere una molteplicità di aspetti riguardo la vita di una società sportiva. Come spesso accade, anche questo anime è stato realizzato come vetrina per il manga, che quindi diventa l’unico modo per seguire lo sviluppo della ETU.