Il castello: una metafora del nostro io
Salve a tutti iCrewers e bentornati nella rubrica settimanale Studio Ghibli. Oggi andremo a parlare di uno dei film più noti dello studio, nonché uno dei più premiati e sicuramente tra i più belli: Il Castello errante di Howl.
Il film, uscito nell’anno 2004, è liberamente ispirato al romanzo omonimo della scrittrice Dianna Wyne Jones, datato 1986. Il film in particolare ha ricevuto numerosi premi ed è stato inserito dalla rivista Empire nella lista dei 500 film più belli mai realizzati.
L’ambientazione del film è ispirata all’Alsazia dei primi del ‘900, in un mondo dove esiste la magia. La città ricorda la Vienna di fine Ottocento, e la presenza di veicoli a vapore possono far ricondurre l’opera al genere Steampunk. Il tema principale del film è la guerra e lo capiamo sin dalle prime sequenze, dove ci viene detto che essa imperversa tra il regno in cui è ambientata la storia e un paese confinante.
Trama
Sophie è una ragazza di circa 18 anni, che vive in una grande città il cui nome non ci viene specificato e che svolge l’attività di cappellaia all’interno della bottega ereditata dal padre. Nonostante la giovane età, Sophie ha preso le redini del negozio, sacrificando la sua giovinezza in virtù del lavoro e del senso del dovere. Un giorno, mentre si reca a far visita alla sorella Lettie, viene importunata da dei gendarmi. Un avvenente mago di nome Howl la salverà, per poi dileguarsi nel nulla. Poco dopo, la Strega delle Lande entra nella bottega di Sophie, gelosa delle attenzioni che Howl ha avuto per lei.
Le lancia così una maledizione che la fa invecchiare e che le impedisce di dire ad altri la sua condizione. Spaventata, Sophie scappa nelle Lande Desolate, dove viene raccolta dal magico Castello Errante, in cui si ripara per la notte. Il castello non è di proprietà altri che del misterioso Howl, che accoglie Sophie come donna delle pulizie, mentre il demone del fuoco Calcifer cerca un modo per spezzare la sua maledizione.
Howl e Sophie: due figure contrapposte
Nel film risalta subito all’occhio la contrapposizione delle figure dei due personaggi principali. Sophie è giovane e bella, ma sacrifica queste qualità per il lavoro e il dovere, cose che si addicono di più ad una donna già adulta. Infatti poi, viene trasformata in un’anziana, che rispecchia il suo modo di essere virtuoso e dedito al dovere. Nella storia acquisterà esperienza e saggezza, che le rimarranno anche quando tornerà al suo aspetto originale, rappresentate da dei capelli color argento.
Howl al contrario è uno spirito libero, che coltiva la sua bellezza come unica ragion d’essere e che esaspera il suo narcisismo. Il personaggio è ovviamente dotato anche di grande intelletto e sensibilità, anche se non ne da sfoggio preferendo ostentare il suo aspetto fisico.
Pur con il suo essere narcisista, Howl appare come una figura maestosa e misteriosa, che affascina lo spettatore con la sua sagacia e grazie alla sua presenza. Il suo desiderio di libertà traspare grazie al suo Castello errante che gli permette di andare ovunque egli voglia. Inoltre egli si rifiuta categoricamente di partecipare alla guerra, facendo risaltare ancor di più questo suo desiderio.
I due protagonisti, messi così a confronto, rispecchiano l’autore. Miyazaki ha infatti voluto, con questi personaggi, rappresentare due parti di sé. Sophie rappresenta la sua paura di invecchiare, che lo ha accompagnato durante la produzione del film avendo appena passato i sessanta, mentre Howl è la sua grande creatività, che traspare anche nell’elemento magico che si trova in quasi tutte le sue produzioni.
Il castello: cosa rappresenta
Il castello, come si può immaginare, funge da centro intorno al quale ruota tutta l’opera. Come detto prima, rappresenta sopratutto la libertà assieme alla figura di Howl, ma c’è dell’altro. Al suo interno avvengono gran parte delle scene chiave, mutamenti, rivelazioni. La sua forma è in continuo mutamento, ma solida e stabile nonostante sia semovente.
Con questo castello, che porta Howl da una parte all’altra del regno, Miyazaki ha voluto simboleggiare il nostro io interiore. Mutevole, ma compatto. Qualcosa che riflette chi siamo davvero, come nel caso di Howl ed il suo amore per la libertà e per la vita. Miyazaki ha voluto, tramite il castello, trasmetterci il pensiero che l’identità dell’individuo è in costante mutamento, nonostante si cerchi la sua consolidazione.
Perché è un capolavoro
In quest’opera, Miyazaki ha voluto dare tutto ciò che poteva. Ha messo tutto se stesso nella sceneggiatura del film, ed i suoi sforzi sono stati ripagati. Nel film affronta tematiche importanti, ricorrenti nelle sue opere come la crescita, la guerra, la libertà. Inoltre, per la prima volta nella sua carriera, Miyazaki racconta una storia d’amore. L’amore tra Sophie e Howl, che si consolida nel tempo e che alla fine raggiunge l’apice massimo, diventando un sentimento puro e di grande potenza.
Il Castello errante di Howl è sicuramente tra le opere meglio riuscite dell’autore, che riflette tutti i suoi sforzi e il suo pensiero. Un’opera sicuramente da vedere.
Anche oggi siamo arrivati alla fine. Ci vediamo la prossima settimana, con un altro classico dello Studio Ghibli e di Miyazaki.