Per l’Otakult di oggi presentiamo un’opera decisamente sopra le righe. Si tratta di Genocyber, scritto e illustrato da Tony Takezaki nel 1992. Mentre il manga è composto da un solo volume, ma non è mai stato concluso, la versione animata ha una storia completa. Quest’ultima è composta da 5 OVA, che seguono una trama molto diversa da quella del manga.
L’anime, dal titolo omonimo, è stato adattato da Koichi Ohata nel 1994. Entrambe le versione hanno, però, una cosa in comune: l’estrema violenza. Per chiunque decida di dare un’occhiata alla serie, avvisiamo che non mancheranno scene disturbanti di qualsiasi genere. Noi seguiremo principalmente la storia degli OVA, perché il manga è davvero difficile da trovare.
Prima di continuare con la trama e l’analisi di quest’opera, dai un’occhiata ai nostri precedenti Otakult:
- Full Metal Panic!: Otakult #163
- Otakult # : Dragon Boy, il papà di Dragon Ball
- Super Pig – Otakult #162
Genocyber: un opera senza limiti
La storia di Genocyber è incentrata su un progetto volto alla creazione di un Genocyber, ovvero un’arma biologica creata dalla combinazione di poteri psichici di due sorelle. Il progetto è creato da uno scienziato pazzo e fondatore del Kuryu Group, un’azienda giapponese che si occupa di ricerche militari. Il primo episodio inizia ad Hong Kong e segue Elaine, una delle due sorelle coinvolte nel progetto. La ragazza ha, però, un sistema nervoso pari a quello di un animale e ha quindi grandi difficoltà di linguaggio.
Elaine è scappata dal laboratorio dove era rinchiusa, ma è estremamente necessaria per sviluppare l’arma biologica progettata dallo scienziato. Nella sua forma fisica, il Genocyber è un mostro umanoide gigantesco, che il creatore chiama Vajra. Questo mostro può essere creato solo con le due sorelle, unendo i loro poteri. Questo essere non solo ha una forza illimitata e abilità rigenerative, ma anche poteri come la telecinesi e la pirocinesi.
Dopo una ricerca che coinvolge diverse persone e molti morti (nei peggiori dei modi), la Kuryu Group infine riesce a trovare Elaine e ad arrestare lo scienziato, per i suoi metodi completamente fuori controllo. Diana, la sorella maggiore della ragazza, e Elaine si trovano a combattere tra di loro. Ciò che succede è, però, il peggiore degli scenari possibili.
Impressioni e qualche curiosità
La storia è abbastanza interessante. Anche i poteri delle due sorelle sono intriganti, in quanto entrano nella mente del malcapitato e creano illusioni e allucinazioni, che spesso portano al suicidio. Ovviamente, la grafica è quella degli anni novanta e potrebbe risultare decisamente obsoleta oggigiorno. Tuttavia, è particolarmente adatta all’ambientazione inquietante e dark di questa serie.
C’è da dire che la protagonista e ciò che attira di Genocyber è la violenza senza censura. Non è stata censurata alcuna azione o scena violenta. Organi sono in bella vista, così come le orribili creature che fanno impazzire i vari personaggi. In particolare, gli effetti per ricreare le allucinazioni possono risultare decisamente disturbanti agli occhi dei più impressionabili. Questo perché divergono dalla normale grafica dell’anime, facendoli sembrare come veri e propri insetti, mostri o creature disgustose.
Non aspettiamoci granché dal punto di vista dei personaggi, non avremo sviluppo e nemmeno spiegazioni approfondite. Quest’opera si basa principalmente sull’effetto shock e sul clima distopico di questo mondo. Consigliato per chi ama anime particolari e con elementi originali, ma con un po’ di stomaco.
Inutile dire che l’opera è stata ampiamente criticata. In effetti, la violenza perpetrata in questa serie sfocia nell’esagerato, perché non necessaria a volte ai fini della trama. Rimane comunque uno Sci-Fi davvero interessante nel mondo degli anime.