L’incremento delle scan sta deteriorando sempre di più l’editoria, fino alla chiusura di intere serie. Questo sembrerebbe il caso di Gansta, la cui denuncia da parte del creatore ci arriva da Twitter
Gangsta. è un seisen pubblicato sul mensile Monthly Comic Bunch, va avanti dal 2011 e narra le vicende di Worick Arcangelo e Nicholas Brown, due “tuttofare” della caotica citta di Ergastulum, una grande prigione per quelli che vengono definiti Twilight, persone dalle capacità sovraumane.
Kohske, il creatore di Gansta., fa sapere che i lettori in lingua inglese stanno aumentando per via delle scan presenti su alcuni siti. La cosa che fa riflettere è che non solo al di fuori del giappone questo tipo di pirateria sta spopolando ma nel caso di Gansta. anche all’interno del paese del sol levante i lettori di scan aumentano. Kohske è pronto a forzare la mano con dichiarazioni forti, fino ad annunciare una sua uscita dal mondo dei manga se le cose rimarranno invariate. Vi lascio il Twitt in seguito.
……….?
Scans translated / uploaded by someone have robbed my readers, my income, and publishers advertisement revenues . PLEASE STOP translating / uploading. (Some Japanese are also searching and reading for your scan.Really disappointing.)?— コースケ(GANGSTA.8巻発売中) (@go_kohske) 28 ottobre 2018
Tuttavia non manca chi, dopo queste parole, insiste nell’attaccare il creatore senza comprendere che i problemi da loro elencati come prezzo e disponibilità nel loro paese sfugge al controllo del creatore. Dopotutto, come in ogni altro settore, la vendita o la distribuzione di beni senza passare da chi lo ha creato o commercializzato lede in maniera profonda il lavoro di questi professionisti, indipendentemente se sia possibile acquistare quel bene o meno.
Scrivere questo articolo, dall’Italia, suona difficile sopratutto perchè la nostra editoria soffre ancora di lunghi periodi di latenza, prima che arrivino tradotti da noi alcuni manga (e anche alcuni fumetti, sopratutto sul fronte DC) ci vuole parecchio tempo. Caso molto vicino a noi la serializzazione in italiano di Dragon Ball Super che viene distaccata di quasi 2 anni da quella giapponese.
Ovviamente nessuno direbbe che la pirateria, di qualsiasi tipo, sia giustificabile, sopratutto quando puoi attingere direttamente dalle riviste specializzate senza lunghe attese, ma ragioniamo un secondo su un aspetto fondamentale della questione: se io ho un bene che può essere acquistato solo in un determinato negozio, a determinati orari e con una modalità specifica mentre un mio concorrente ha più punti vendita, nessuna limitazione di orario e magari un prezzo più accessibile chi sta sbagliando? Gabe Newell, fondatore di Steam, fece un esempio molto simile già nel lontano 2011, vi lascio il seguito qui. Gabe con la fondazione di Steam, piattaforma sulla quale è possibile acquistare videogame in copia digitale, fece diminuire di parecchio la pirateria grazie anche ad una politica aggressiva sui prezzi offrendo molto frequentemente giochi a titoli concorrenziali, in alcuni casi sfiorando il ridicolo.
Il modello Steam è applicabile anche all’editoria? Parrebbe di si e ne è un esempio la Marvel che sta già aprendosi a questa possibilità con la sua App per cellulari. La soluzione per poter arginare il problema, almeno al di fuori del territorio Giapponese, è abbastanza evidente, bisogna capire se c’è la volontà di porvi rimedio o dovremmo rivedere queste scene in futuro.