Siamo arrivati alla conclusione di Futagashira, l’opera di Natsume Ono che ci ha portato nell’avventura di Sōji e Benzō. L’ultimo volume, il settimo, mantiene il livello dell’intera serie, donandoci una fine dolceamara.
Prima di continuare con l’analisi di quest’opera, dai un’occhiata alle nostre precedenti recensioni:
- Futagashira 1, la recensione
- Futagashira 2, la recensione
- Futagashira Vol. 3: la nostra recensione
- Futagashira Vol. 4: la nostra recensione
- Futagashira Vol. 5: la nostra recensione
- Futagashira Vol. 6: la nostra recensione
Futagashira: l’avventura fino ad ora
Prima di addentrarci nelle vicende dell’ultimo volume, vediamo insieme da dove partono i nostri due ladri. Sōji e Benzō erano due membri della banda di ladri Akame, ma dopo la morte del precedente kashira, ovvero il capo, i due partono per costruire qualcosa di grande. I due uomini, infatti, non accettano i modi decisamente più violenti dell’attuale capo, Jinzaburō.
I due sono l’opposto dell’altro, ma collaborano bene insieme e hanno il sogno di costruire un’altra banda, più grande dell’Akame. Si dirigono quindi verso Osaka per incontrare il kashira della banda Yazaka, che si occupa di quel territorio. Il loro obiettivo è imparare a gestire una banda. Nel tragitto non mancano le avventure e una volta arrivati ad Osaka, si ritrovano anche nel bel mezzo di una disputa interna. Sōji e Benzō, però, riescono a superare tutte le difficoltà e a creare una vera e propria banda: l’Ichishi.
L’Ichishi, la prima banda sotto la guida di due kashira diventa piuttosto grande e importante, tanto da attrarre l’attenzione dell’Akame. Quest’ultima, infatti, minaccia Kanoya e uccide Otsuta, l’amata di Sōji.
Dopo una tale tragedia Benzō sembra toccare definitivamente il fondo, abusando di alcool. Anche Sōji sembra non avere più il desiderio di gestire la banda. L’unico che tiene unito il gruppo è Yoshi, che viene presto contattato da Kanoya, il loro informatore.
Il motivo è semplice: non vuole più avere a che fare con l’Ichishi. Yoshi chiede quindi di parlare con Isaburo, il braccio destro di Jinzaburo. L’Akame uccide Yoshi, ma viene presto scoperta da Sōji, che fa una strage. L’Ichishi inizia ad avere sempre più problemi, quando la colpa delle uccisioni viene data a Benzō. Si formano quindi due fazioni: quella del Demone, Benzō, e quella del Santo, Sōji.
Arrivati alla vetta
Ormai la distinzione tra le due fazioni è evidente. Benzō è molto meno tollerante di Sōji e decisamente più sicuro di come l’Ichishi deve svolgere il proprio lavoro. Lo vediamo subito quando Sen, uno dei membri dell’Ichishi che ha il ruolo di scassinatore, vuole lasciare la banda. Il Santo, anche se contrario, è aperto al dialogo, mentre il Demone non prende nemmeno in considerazione tale opzione.
Le cose tra i due precipitano quando Sōji viene ferito al braccio, mentre è con il suo uomo di fiducia Otohachi. Benzō si arrabbia così tanto da vietargli di partecipare al prossimo colpo.
Sōji inizia a comprendere di non essere più portato per gestire la banda, ma il Demone sembra non volerlo lasciare andare. Qualcosa di inaspettato, però, sembra far cambiare completamente non solo l’Ichishi, ma anche i due kashira.
Il settimo volume della serie è disponibile con BAO Publishing al prezzo € 8,90.
Un finale degno di questa serie
Futagashira termina la sua storia mantenendo l’alto livello. Abbiamo visto uno sviluppo e un cambiamento nei personaggi sorprendente, segnati dal percorso che hanno scelto. Non sono mancati i colpi di scena anche in questo volume, con un finale che non mi aspettavo.
La trama è stata costruita in modo eccellente e ci fa comprendere come le decisioni prese dai due kashira li hanno cambiati internamente, trasformandoli in qualcosa di inaspettato. Le illustrazioni e i dialoghi sono decisamente ben fatti e ci portano a capire le emozioni dei personaggi perfettamente.
Questa serie che non manca di azione, drammaticità e che piano piano ha abbandonato il suo lato comico, passando a qualcosa di più profondo, è sicuramente imperdibile.
Futagashira termina lasciando nel lettore un po’ di nostalgia.