Fra i titoli che hanno avuto un impatto enorme nella storia dell’animazione giapponese degli anni ’80, non può mancare Chōjikū Yōsai Macross, traducibile in Fortezza Super Dimensionale Macross, firmato da Shōji Kawamori. Si tratta di un anime di genere mecha, che tuttavia ne travalica le frontiere sconfinando anche nel sentimentale e nel musicale.
Prima di proseguire con la lettura, potrebbero interessarti:
Macross: la trama
Terra, 1999. In un’isola del Pacifico viene rinvenuta un’antichissima astronave aliena, frutto di una tecnologia di gran lunga superiore a quella dell’uomo.
Il governo della Terra Unita decide di ricostruire l’astronave, ribattezzata Super Dimensional Fortress Macross 1, ma purtroppo la sua riattivazione attira sul pianeta anche gli Zentradi, una razza aliena particolarmente bellicosa. Nel tentativo di fermarli, la Macross attiva il salto nell’iperspazio e si ritrova nell’orbita di Plutone.
Ai membri dell’equipaggio non resta altro da fare che intraprendere il viaggio di ritorno sulla Terra, difendendosi al contempo dai continui attacchi degli Zentradi, che a quanto pare vogliono distruggere a tutti i costi la Macross. Tra i protagonisti spiccheranno il pilota di caccia VF-1 Valkyrie Hikaru Ichijo e le due donne tra le quali si dividerà il suo cuore, la cantante Lynn Minmay e l’ufficiale Misa Hayase.
Un triangolo amoroso ben congegnato
Il vero fulcro di Macross sta nel ménage a trois che si viene a creare fra Hikaru, Lynn e Misa, tre personaggi molto diversi.
Hikaru è, a modo suo, una figura piuttosto innovativa: mentre le serie mecha precedenti avevano abituato il pubblico a piloti abilissimi, fortissimi e talentuosissimi, arrivando addirittura a personaggi come quelli delle serie Gundam in possesso di capacità sovrumane (i cosiddetti Newtype), con Hikaru ci si trova di fronte a un ragazzo sì bravo, ma non il più bravo come pilota. E questo perché il focus della narrazione non è tanto sulle sue battaglie, ma sulla relazione con le due protagoniste di sesso femminile.
Lynn è una star della musica, una idol, frivola e superficiale all’inizio della storia, ma capace di compiere un interessante processo di maturazione. Incarna in sé la femminilità e la sensualità, contrapponendosi in questo modo a Misa, donna in uniforme tutta presa dal dovere e dal lavoro.
Non mancano nella serie altre storie d’amore, alcune delle quali addirittura interspecie, fra umani e Meltradi (il corrispettivo femminile degli Zentradi, essendo le due specie unisessuali). Già in passato le serie mecha avevano puntato tantissimo sugli intrecci sentimentali, da Goldrake a Daimos, passando ovviamente per Gundam, ma in Macross per la prima volta essi non sono semplicemente un’aggiunta alla trama principale, sono essi stessi parte della trama centrale.
Il potere della musica
Un’altra particolarità di Macross è la centralità data alla musica.
Gli Zentradi e i Meltradi sono caratterizzati come specie totalmente prive di qualsiasi forma di intrattenimento: per loro esiste soltanto la guerra, ignorano cosa siano l’arte e il divertimento. In ciò si contrappongono agli umani, che invece hanno fatto dell’espressione artistica uno dei loro elementi distintivi da qualsiasi altra creatura vivente.
In Macross, la musica svolge un ruolo fondamentale perché si rivela l’arma con la quale si possono sconfiggere gli alieni: ascoltando la musica, infatti, Zentradi e Meltradi perdono il loro carattere bellicoso e si rendono conto che esiste qualcos’altro, al di fuori della guerra, per cui vale la pena vivere. E dopo la musica la successiva scoperta è quella dell’amore.
Così la serie di Kawamori assume un importante significato pacifista. Anche qui non c’è nulla di nuovo sotto il sole, perché già altri registi, in testa Yoshiyuki Tomino, avevano denunciato nelle loro opere l’insensatezza delle guerre; ma anime come Gundam e Zambot 3 portavano avanti questa denuncia portando in scena solo le devastazioni e l’inutile spreco di vite umane, mentre Macross va oltre e mostra una via d’uscita da questa spirale di violenza tramite la musica e l’amore.
Macross e il fenomeno otaku
Al di là di qualche evidente limite qualitativo (come una gestione non sempre ottimale del triangolo amoroso protagonista e la scelta di allungare forzatamente la storia con una seconda parte scialba e a tratti contraddittoria), Macross ha svolto un ruolo fondamentale nella storia dell’animazione giapponese.
Innanzitutto, ha inaugurato quel fortunato connubio fra anime e idol che sarebbe stato consacrato subito dopo da L’incantevole Creamy (che è del 1983, mentre Macross è del 1982) e che oggi sforna decine di prodotti a tema musicale ogni anno. La stessa doppiatrice di Lynn, Mari Iijima, poté usare il successo della serie come trampolino di lancio per la propria carriera musicale, esempio che è stato seguito negli anni anche da altre artiste come Megumi Hayashibara o Maaya Sakamoto.
In secondo luogo, Macross fu il primo anime per otaku. Cosa significa? Prima di allora, gli anime giapponesi erano stati ideati e girati prendendo come modelli registici e narrativi le opere cinematografiche, fumettistiche e letterarie. Kawamori, invece, fu il primo a dar vita a un anime che si ispirava agli anime stessi, ossia a quella sfilza di opere del decennio precedente con le quali era cresciuto il pubblico al quale Macross si rivolgeva.
Nel 1982 gli anime giapponesi poterono finalmente diventare un medium “indipendente“, cioè sviluppare una propria estetica slegata da quella di altri media più vecchi e consolidati. Lo stesso concetto di fanservice fu enormemente rafforzato da Macross: se prima le scene di nudo o piccanti avevano intenti per lo più comici, adesso diventavano uno strumento per solleticare i gusti del pubblico, magari mostrando belle fanciulle discinte o sotto la doccia.
Macross in Occidente: Robotech
Come già detto, Macross fu trasmesso in Giappone dal 1982 al 1983. In America ed Europa, invece, si dovette aspettare il 1985 per scoprire questo gioiellino dell’animazione nipponica; solo che lì non arrivò nella sua forma originale, bensì all’interno di quel mostro di Frankenstein noto come Robotech.
Robotech era un collage di tre diversi anime: Macross, appunto, Cavalleria Super Dimensionale Southern Cross e Genesis Climber Mospeada. Le tre opere non appartenevano allo stesso universo narrativo, pur essendo di genere mecha, ma questo non impedì all’americana Harmony Gold di tagliuzzarli, appiccicarli l’uno all’altro, scrivere una nuova sceneggiatura e farli passare per un’unica storia di 85 episodi, inventando collegamenti inesistenti fra i personaggi di Macross, Southern Cross e Mospeada.
Purtroppo ci sono voluti anni perché Macross arrivasse da noi nella sua forma originale, anche se non ha riscosso lo stesso successo che ha in patria, dove alla prima serie sono seguiti spin-off, prequel e sequel che hanno dato vita a una longeva serie mecha degna di far concorrenza a Gundam e all’universo condiviso nagaiano.