Dopo una premiere sottotono, l’attesa per l’episodio 2 di Fire Force 3 era carica di aspettative: David Production riuscirà a dare slancio a una narrazione ancora ingolfata nei preparativi? La risposta è un timido sì. Se l’azione vera e propria rimane ancora in stand-by, la regia ispirata e alcune scelte visive d’impatto riescono a tenere viva la fiamma dell’interesse.

Una preparazione lenta, ma utile
La decisione di concentrare l’episodio sulla ricognizione delle altre brigate, ex alleate dell’Ottava, è una mossa strategica. Evita di dover interrompere i prossimi momenti d’azione con spiegazioni fuori tempo massimo. Certo, questa scelta rallenta il ritmo, ma disegna in modo chiaro l’isolamento e la vulnerabilità dell’Ottava Brigata.
Il senso di solitudine è palpabile e accresce la tensione in vista degli scontri imminenti. L’episodio si chiude infatti lasciando intravedere che personaggi amatissimi dai fan – su tutti Benimaru Shinmon – potrebbero presto rientrare in scena. Un’anticipazione sufficiente a tenere alta l’attenzione.
La regia: quando l’occhio racconta più delle parole
L’incontro tra Joker e l’Ottava Brigata rappresenta il vero momento clou dell’episodio. Non tanto per ciò che accade, quanto per come viene messo in scena. La contrapposizione visiva tra luce e ombra — con l’Ottava immersa nella luce e Joker nell’oscurità — non è solo estetica: è una dichiarazione visiva di intenti. I dialoghi sono taglienti e profondi, accompagnati da inquadrature studiate che rafforzano i temi centrali della stagione.

Stessa potenza visiva si ritrova nella scena in cui Leonard Burns, rinchiuso nella prigione di Fuchu, contempla un sole stilizzato in un mondo deformato. Una rappresentazione perfetta della sua mente ottenebrata dalla fede cieca nell’Evangelist, che gli impedisce di vedere la realtà per com’è.
Monete fluttuanti e voci che lasciano il segno
La qualità tecnica dell’episodio viene elevata ulteriormente da un’animazione curata e carismatica. Il debutto del personaggio Gold è un esempio lampante: la sua entrata in scena è già inquietante, ma le monete dorate e gli oggetti fluttuanti che la circondano intensificano ulteriormente l’effetto, rendendola una presenza immediatamente minacciosa.

Sul fronte delle interpretazioni vocali, spicca su tutti Kenjiro Tsuda, che dà voce a Joker. Il suo tono enigmatico e minaccioso conferisce spessore e carisma al personaggio, riuscendo a catturare l’attenzione anche nei momenti più statici. La sua performance è, senza dubbio, una delle più riuscite dell’episodio.
Fire Force 3, il meglio deve ancora venire
L’episodio 2 di Fire Force 3 non sconvolge gli equilibri, ma getta basi solide su cui costruire l’imminente esplosione narrativa. Mancano ancora i colpi di scena e le sequenze memorabili, ma la regia ispirata, le scelte visive intelligenti e l’atmosfera crescente riescono a mantenere alto l’interesse.

Siamo ancora nel pieno della preparazione, ma ora che tutto è pronto, l’incendio narrativo può finalmente divampare. Se il prossimo episodio saprà raccogliere quanto seminato, allora sì, la stagione finale potrà davvero decollare.