Dopo le avventure tratte da Immortal Fenyx Rising e Watch Dogs Legion, continua la sinergia tra Ubisoft e Star Comics che all’interno dell’etichetta Astra, dedicata al mondo dei fumetti occidentali, ci propone ora Far Cry – le Lacrime di Esperanza.
Come i due titoli già citati, anche in questo caso siamo davanti ad una storia di produzione transalpina, pubblicata qualche mese fa dal celebre editore francese Glénat.
In Italia ne avevamo avuto un assaggio qualche mese fa, con un’anteprima pubblicata in occasione del Free Comic Book Day 2021, che ci aveva lasciato con l’acquolina in bocca in attesa di leggere la storia completa e capire quali fossero le connessioni con quanto visto in Far Cry 6.
Margarita e Molotov
In Le lacrime di Esperanza, il trait d’union al mondo di Far Cry 6 è costituito da Juan Cortez; quale miglior scelta del mercenario ex KGB, maestro di rivoluzioni ed esperto costruttore di armi letali?
La versione di Cortez che troviamo sulle pagine della storia è un po’ più giovane della controparte videoludica, ma possiede già tutte le sue caratteristiche principali, dall’ironia all’alcolismo cronico. Oltre ovviamente alla capacità di uscire indenne da ogni situazione, per quanto pericolosa possa essere.
All’inizio delle vicende di Le lacrime di Esperanza, Cortez arriva a Santa Costa, un paese del Sud America in cui la situazione è molto simile a quella di Yara: come nel paese in cui è ambientato Far Cry 6, anche a Santa Costa lo status quo muta a seguito della scoperta di un materiale molto importante.
Se nel paese di Anton Castillo si tratta del Viviro, panacea contro gravi malattie, qui abbiamo il Tantalio che è un minerale indispensabile per la costruzione di device tecnologici.
Questo porta ad una situazione turbolenta in cui tre fazioni si contendono il potere: abbiamo il Generale Di Stefano, al potere grazie ad un colpo di stato che ha portato la dittatura a Santa Costa, cui si oppone il partito borghese capeggiato da Raquel Romagnoli, figlia del precedente leader assassinato dagli uomini di Di Stefano e infine la fazione rivoluzionaria che pende dalle labbra del professor Max Purillo.
E’ proprio quest’ultimo che ingaggia Juan Cortez, affiancandolo alla giovane Esperanza. Un omaggio alla città yarana che ha dato i natali al guerrigliero ma non solo.
Nonostante le belle e coraggiose parole di Purillo, nonché la rettitudine che sembra animarlo nella lotta per la libertà del suo popolo, Cortez non sembra fidarsi particolarmente del leader rivoluzionario, o comunque continua a perseguire i suoi interessi fatti di soldi più che ideali.
Durante il suo soggiorno, in cui dovrebbe preparare il terreno alle truppe rivoluzionarie addestrandole e al tempo stesso cercando di assassinare Di Stefano, Cortez trova comunque il tempo di imbastire delle trattative con le altre parti in causa o comunque di conoscerne gli esponenti per farsi una sua idea della situazione.
Situazione che è comunque destinata a precipitare a causa di quello che appare come un tradimento e che porta al fallimento di un’azione molto importante, fondamentale per il futuro di Santa Costa.
Inizia quindi una fase di fuga per Cortez e la giovane Esperanza, che vedrà coinvolta l’onnipresente CIA nel tentativo di stanare il traditore e chiarire una volta per tutte come stanno le cose.
Purtroppo, ed arriviamo al finale del volume, le cose non stanno mai come appaiono ed è proprio per questo che vediamo le lacrime apparire sul volto di Esperanza; non a caso sono l’elemento che fornisce il titolo al volume. Le lacrime di Esperanza certificano la fine del suo mondo, del suo sogno di indipendenza e libertà in un mondo in cui ognuno guarda soltanto al proprio interesse e nulla è realmente destinato a cambiare.
E’ proprio l’esperto Cortez a rendersene conto e a smascherare la verità; ma per lui Santa Costa è solo un’altra guerra, un’altra battaglia persa nella vita di un alcolizzato che passa tra una rivoluzione e l’altra alla ricerca del brivido e dei soldi.
Tuttavia è proprio Cortez quello che ne esce meglio alla fin fine, ed è forse l’unico che realmente cerca di liberare ogni paese in cui la libertà sia solo un miraggio; una volta inventato il Supremo (arma che chi ha giocato a Far Cry 6 conosce benissimo) non gli resta che tornare a casa. Non prima però di essere avvicinato e arruolato da Clara Garcia, altro personaggio cardine del videogioco, che gli propone di aiutarlo per liberare finalmente Yara dal giogo di Anton Castillo.
Da questo momento in poi, dal finale della novel, la storia di Cortez continua su Far Cry 6 e parallelamente inizia quella di Dani Rojas, l’uomo deputato a liberare il suo paese.
Segnali di Stile
Scritta da uno degli sceneggiatori francesi più importanti, Mathieu Mariolle, la storia de Le lacrime di Esperanza coglie appieno l’essenza della serie di Far Cry; pur essendoci pochi scontri a fuoco, rispetto ad un videogioco che fa delle sparatorie il suo cuore pulsante, la storia di Cortez alle prese con una dittatura da rovesciare è convincente e ben sviluppata.
Non ci vengono risparmiati picchi adrenalinici e colpi di scena, come da tradizione della serie e il finale volutamente aperto si incastra alla perfezione con gli eventi successivi.
Salahdin Basti e Afif Khaled, quest’ultimo impegnato anche sui colori insieme a Yessir Kherbal, contribuiscono ad aumentare la connessione con il videogioco supportando la storia di Mariolle con disegni realistici ed evocativi dell’ambiente in cui si svolgono i fatti, tratteggiando al tempo stesso personaggi immediatamente riconoscibili in quanto identici alle controparti virtuali.
Le tavole alternano una predominanza di tinte colorate e o di tonalità più scure a seconda delle azioni che raccontano, aiutando il lettore ad entrare più in profondità nel mood della storia e nella psicologia dei personaggi che la animano, con un risultato complessivamente convincente.
L’edizione italiana
Star Comics, che ringraziamo per averci fornito il volume da recensire, come già fatto in passato ha riproposto Le lacrime di Esperanza in un formato identico all’originale: si tratta di un cartonato che contiene oltre alla storia un’appendice di schizzi e studi preparatori degli autori.
Anche la grammatura della carta, patinata, richiama i formati tanto cari oltrealpe e non possiamo che augurarci che la linea Astra possa portare in Italia quante più Bédé possibili, genere talvolta sottovalutato ma che può dare molte soddisfazioni ai lettori.