Richard Corben si è spento il 2 dicembre 2020 in seguito a un operazione chirurgica al cuore, all’età di 80 anni. Nato nel 1940 in Missouri e cresciuto a Sunflower in Kansas. Negli anni ’70 i sui fumetti iniziano a venire pubblicati sulle riviste antologiche underground di genere horror come Creepy, Eerie e Vampirella.
Nel 1975 entra in contatto con Jean Giraud alias Moebius, Philippe Druillet e Jeanne-Pierre Dionnet e inizia a collaborare con la rivoluzionaria rivista Métal hurlant. Sarà sulla versione americana della rivista, intitolata Heavy Metal, che Richard Corben darà vita alla sua opera più famosa: Den Saga.
La serie segue le avventure a cavallo tra fantasy, sci-fi e porno, di un nerd di nome David Ellis Norman che grazie a una tecnologia aliena viene trasportato su un’altro pianeta nel corpo di un uomo muscoloso e superdotato chiamato Den. Ispirato a Conan il barbaro di Robert E. Howard e John Carter di Marte di Edgar Rice Burroughs, il personaggio era già stato creato da Corben nel 1969 per il cortometraggio Neverwhere, che contiene sequenze live-action e animate.
Den con il suo iperrealismo, la sua ipersessualizzazione e la sua iperviolenza, costituisce quasi il simbolo di Heavy Metal e della sua lotta contro la censura del Comics Code Authority, che all’epoca negli Stati Uniti regolamentava ciò che poteva o non poteva essere rappresentato attraverso i fumetti.
Il personaggio compare infatti anche in uno degli episodi del lungometraggio animato Heavy Metal diretto da Gerald Potterton nel 1981.
Negli anni successivi Richard Corben ha lavorato anche per le principali case editrici americane, soprattutto su personaggi creati da altri autori (tra cui Hellboy, Ghost Rider, Conan il Barbaro, Il Punitore, John Constantine) e su trasposizioni di opere letterarie di genere horror (William Hope Hodgson, Edgar Allan Poe, H. P. Lovecraft).
Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti durante la sua lunga carriera si segnalano due Eisner Award per le storie di Hellboy vinti rispettivamente nel 2009 e 2011, la sua entrata nella Will Eisner Award Hall of Fame nel 2012 e il Grand Prix del festival di Angoulême nel 2018.