Dylan Dog indaga per la prima volta nel mondo degli enologi, con una storia firmata da Alessandro Bilotta, disegnata da Luca Casalanguida, con copertina di Gigi Cavenago, evocativo come sempre. Il titolo, Una pessima annata, non può sembrare casuale per il numero uscito alla fine di un anno che sarà ricordato per la pandemia. Oltretutto la storia, non avendo particolari legami con la continuity, consentiva una certa arbitrarietà nella collocazione all’interno della serie.
La fase successiva al ciclo della meteora ha ricostruito il mito di Dylan Dog, rivisitando le prime storie, ricostruendo la biografia, con qualche modifica e un progressivo ritorno delle caratteristiche che il curatore e gli autori hanno deciso di mantenere. Dopo un paio di episodi affidati a Baraldi e Simeoni, abbiamo avuto il ritorno di Mana Cerace, cui è stata dedicata una trilogia. Torniamo ora alle storie “standard”, ma il numero 412 si caratterizza per un intreccio e disegni particolarmente elaborati.
Dylan Dog 412 – Una pessima annata: la trama
All’inizio dell’episodio troviamo l’Old Boy legato a una sedia, prigioniero di un uomo mascherato di cui però ha già individuato l’identità: si tratta di Colin, dipendente di Rebecca Grant, la donna che ha ingaggiato Dylan Dog per indagare sui misteriosi omicidi che sono avvenuti nella sua azienda vinicola, in difficoltà economiche.
Dylan Dog e Colin ricostruiscono insieme le vicende che li hanno condotti fin lì: Rebecca e i sommelier chiamati a valutare il suo vino hanno avuto strane e violente visioni, seguite dall’omicidio di alcuni di loro. Elemento ricorrente, la maschera indossata da Colin. Attraverso le indagini e i messaggi mandati dalle vittime attraverso il vino, emergono l’antica maledizione di una strega e più ancora le colpe umane legate all’usura e all’avidità, la tremenda violenza della famiglia Grant e dei suoi viticoltori, a difesa della proprietà, sebbene Colin la racconti come una questione di sopravvivenza e di lotta di classe portata all’estremo. Chi raccoglierà la macabra eredità? Il particolare rivelatore si trova a metà storia.
Lo sviluppo
Dopo quasi 5 anni torna sulla serie regolare Alessandro Bilotta, il cui futuro distopico del Pianeta dei Morti ha esordito nel 2008 sul secondo Dylan Dog Color Fest e ora occupa stabilmente gli speciali annuali dell’indagatore dell’incubo. La sceneggiatura, che alterna presente, passato prossimo e remoto, è messa su tavola da Luca Casalanguida, abile ad adattare lo stile alla fase del racconto e a rendere le atmosfere. Si fa notare l’abbondante uso del nero, che nelle pagine dedicate al passato, quasi quattro quinti dell’albo, riempie suggestivamente anche lo spazio tra le vignette.
La storia, scopriamo nell’introduzione, è stata scritta parecchio tempo fa – a ulteriore riprova del fatto che poteva essere inserita a piacere nel corso della serie inedita – ma disegnata di recente. Senza nulla togliere alla qualità della sceneggiatura, la scena della conferenza risulta quindi un inserimento un po’ forzato, poco funzionale alla trama ma utile alla collocazione nel nuovo mondo di Dylan Dog, nonché allo sfruttamento della comicità di Groucho.
Le nozioni e i termini utilizzati nella prima parte dell’albo saranno sicuramente graditi agli enologi, mentre la location, il castello dei Grant, potrebbe ricordare ai più nostalgici il maniero Blendings della prima storia doppia di Dylan Dog: Il castello della paura e La dama in nero (albi 16 e 17).
Casalanguida, già alle prese con Dylan Dog sui numeri 353 e 399, Il generale inquisitore e Oggi sposi, per Bonelli ha lavorato su Nathan Never, Lukas, Adam Wild, Orfani, Cani sciolti, inoltre ha realizzato storie di Detective Dante per Eura Editoriale, la serie James Bond per Dynamite Entertainment, più recentemente Soldiers per la Image. In Una pessima annata dà corpo ed espressione a una storia non semplice, intrigante, dove le colpe non stanno tutte da una parte e l’avidità risulta più funesta delle maledizioni.