Disponibile dal 22 settembre, il numero 36 dello Speciale si intitola Il Progetto Hicks segna una svolta nell’impostazione della collana e più in generale delle testate legate a Dylan Dog, slegandosi dalla saga del Pianeta dei morti, che ospitava dal 2015: l’acclamata opera di Alessandro Bilotta, dopo gli esordi sul Color Fest n. 10 e l’ultimo Dylan Dog Gigante (22) e i 7 Speciali, viene momentaneamente sospesa, ma prosegue la ristampa in formato di pregio: il numero 4, Nemico pubblico n.1, sarà in vendita dal 30 settembre.
Ne Il Progetto Hicks, scritto da Alessandro Bilotta, disegnato da Nicola Mari e con una copertina di Marco Mastrazzo, scopriamo la storia di due fratelli che diverranno molto importanti nella storia di Dylan Dog: il Dottor Hicks di Inverary, la Zona del Crepuscolo dell’omonimo n. 7 della serie principale, e il Professor Hicks del londinese General Hospital, visto per la prima volta nel n. 14, Fra la vita e la morte. Entrambi sono alle prese con il desiderio di vivere in eterno, che li porta provare vie sempre meno convenzionali.
Inizia la restaurazione di Dylan Dog
Riguardo la nuova direzione generale del personaggio, il curatore Roberto Recchioni ha spiegato che, dopo 10 anni di sperimentazioni e sconvolgimenti, Tiziano Sclavi in qualità di creatore del personaggio ha scelto di riportare Dylan Dog a una dimensione più tradizionale.
Questo Speciale è definito nell’introduzione il primo passo della rivoluzione rispetto agli ultimi 10 anni, ma – alla luce di quanto appena detto – si potrebbe dire una restaurazione. Il progetto Hicks si collega sia all’universo “classico” dell’indagatore dell’incubo sia al Pianeta dei Morti, collocandosi temporalmente che i due universi divergessero (prima che Groucho diventasse il paziente zero, dando appunto inizio alla saga di Bilotta).
Per quanto riguarda le altre testate, la serie regolare ospiterà una trilogia ideata da Claudio Lanzoni, sceneggiata dal curatore (n. 435, disegni di Giorgio Pontrelli) e da Barbara Baraldi (436 e 437, tavole di Segio Gerasi). Il Color Fest, con testi di Dario Sicchio, disegni ancora di Pontrelli e colori di Sergio Algozzino, si collegherà al trittico della serie mensile.
Trama di Dylan Dog Speciale 36
Nella Polonia occupata dai nazisti, assistiamo al disumano trattamento riservato a una famiglia ebrea, che viene imbarcata su una nave: sotto gli occhi disperati del figlio, l’abile medico Andrej Grzybowski riesce a curare le terribili ferite inferte alla moglie, ma accetta di aver perso il cognome e l’identità, assumendo il cognome “X” al posto di quello vero, cancellato dai documenti.
Il dottor Bauer, scienziato al servizio del Reich, sta per suicidarsi, convinto di essere sul punto di essere ucciso dal regime: i suoi folli esperimenti sono stati interrotti da Hitler, non soddisfatto dei costi e dai risultati. Viene fermato da Dylan Dog che gli sta dando la caccia, ma riesce a fuggire in auto: l’inseguimento si conclude con l’apparente morte di entrambi.
Il piano di Bauer non finisce con lui: la giovane Maria ha accettato l’esperimento di inseminazione artificiale del professore, dal quale nasce un clone dell’uomo. Il bambino viene subito tolto alla donna e portato in orfanotrofio, dove viene chiamato X-boy e addestrato per recuperare i ricordi perduti. Il ragazzo si scontra con la brutalità dei suoi coetanei, ma si dimostra ancora più spietato.
Come da programma, viene trasferito in Inghilterra, a Inverary, dove viene adottato dalla famiglia Hicks: Andrej (il medico ha mantenuto il cognome X, leggermente modificato), Helena e Jacob. Il ragazzo, ancora senza nome, accetta di essere chiamato Esaù (il fratello del Giacobbe biblico).
Jacob porta il nuovo arrivato a vedere la torre di Vergerus l’alchimista: si tratta del laboratorio costruito a Inverary da Xabaras. Qui il villain, che in quel periodo si faceva appunto chiamare Dottor Vergerus, fece scoperte sulla conservazione delle cellule umane che saranno utilizzate dal dottor Hicks (Jacob da adulto) per ricostituire i corpi dei suoi concittadini mesmerizzati.
Jacob mostra di avere già grande predisposizione per l’ipnosi e parla al fratello del mesmerismo, spiegandogli che si tratta di ipnotizzare una persona in punto di morte e svegliarla dopo, per riportarla indietro per sempre, e che Vergerus sta lavorando proprio sul ripotare in vita i morti.
Esaù lo esorta ad approfondire la materia, intanto inizia a fare esperimenti di clonazione. Jacob scopre che il fratello è clone di uno di quei nazisti che hanno afflitto la sua famiglia, ma si sente un forte legame con lui: i due promettono di diventare alchimisti e sconfiggere la morte.
A metà albo ci spostiamo nel presente e torna in scena Dylan Dog. Dopo un’improbabile missione in mezzo ai vampiri (un sogno?), l’indagatore dell’incubo indaga su una strage al luna park, simile a un evento accaduto qualche anno prima: sospetta che dietro ci siano i cloni del dottor Hicks, che tendono a ripetere le azioni dell’originale, ma naturalmente Bloch non ne vuole sentir parlare.
L’old boy viene contattato dalla bellissima Opal, un nuovo clone di Hicks: in passato l’Old Boy aveva portato a Inverary un’altra Opal, “figlia” deforme di Esaù, alla ricerca di una cura per la sua malattia, il disfacimento che affligge i cloni. Dylan trova la ragazza, la quale gli spiega che Hicks è sparito il giorno prima della strage del luna park, e stava lavorando alla clonazione di massa, creando copie di criminali, destinati a ripetere i loro misfatti.
Dopo aver sognato una scena molto simile a quella dell’inseguimento a Bauer, Dylan Dog con l’aiuto della ragazza sventa l’attentato organizzato dal clone di un terrorista. L’indagatore dell’incubo riceve una dritta anonima che gli consente di trovare il laboratorio di Hicks: qui viene attaccato da diversi cloni dello scienziato, e viene più volte messo in crisi da illusioni indotte con l’ipnosi dal suo avversario, da cui si libera aggrappandosi a un ricordo di realtà: il momento in cui ha portato in salvo la prima Opal.
Dylan capisce che la telefonata gli è arrivata dal fratello di Hicks, Jacob: insieme a Opal raggiunge il dottore e vede comparire il fratello, ma si tratta ancora una volta di un’illusione indotta ipnoticamente dal nazista per farlo impazzire. È nuovamente il ricordo legato alla realtà, il salvataggio di Opal, a interrompere l’inganno. Esaù è ancora a Inverary, intenzionato a far riaprire il reparto del General Hospital londinese dove operava ai tempi di Fra la vita e la morte, presumibilmente per nuovi esperimenti raccapriccianti.
Sviluppo
Alessandro Bilotta prende una pausa dal Pianeta dei Morti ma anche al di fuori della sua saga confeziona una storia avvincente che esplora e amplia il mito di Dylan Dog: approfondiamo il passato di due personaggi storici della testata, coniugando il tutto con il futuro rappresentato dalla saga dello stesso autore (è un esperimento di Esaù Hicks a dare il via all’epidemia).
Sono piuttosto coinvolgenti le tavole di Nicola Mari, divenuto uno dei disegnatori più rappresentativi dell’indagatore dell’incubo. In particolare si segnala l’espressività dei personaggi, benché lo stile peculiare dell’autore porti a una notevole somiglianza tra le persone dello stesso genere ed età.
Come d’abitudine, il disegnatore ferrarese non eccede nei dettagli ambientali e fa un ampio uso del nero, con poche eccezioni rappresentate da un paio di pagine di flashback, caratterizzate da toni più sfumati.
La copertina di Marco Mastrazzo, autore delle cover dello Speciale a partire dal n. 32, è particolarmente suggestiva e regge il confronto con l’elevato standard stabilito dai fratelli Cestaro prima sull’Old Boy e più di recente sulla serie principale.
Un po’ monotona la composizione delle pagine, quasi sempre composte da 5 vignette, spesso movimentate solo dalla diversa larghezza di quelle affiancate, talvolta anche dall’assenza di contorno o – solo per la torre di Vergerus – dallo sviluppo in verticale di una singola vignetta.
Si può apprezzare di più l’albo conoscendo meglio la storia dei due fratelli Hicks, avversari di lunga data di Dylan Dog. Introdotto nel n. 7 della serie principale, La zona del crepuscolo, Jacob Hicks è un medico dedito al mesmerismo, pratica che impone ai cittadini di Inverary.
In questo modo controlla la popolazione e la relega in un incubo in cui tutti i giorni sono uguali. Per conservare i corpi, utilizza il Siero M, che ha realizzato proseguendo gli studi di Vergerus/Xabaras, e impedisce la decomposizione. Hicks si occupa anche di “aggiustare” i corpi dei concittadini man mano che ne hanno bisogno. Hicks prova invano a intrappolare anche Dylan Dog.
Ritroviamo Jacob Hicks nel numero 57, Ritorno al crepuscolo, e nel 238, Gli eredi del crepuscolo, dove scompare insieme all’intera Inverary. La zona del crepuscolo cita il titolo originale del telefilm Ai confini della realtà, The Twilight Zone.
Parlando del mesmerismo, Jacob mostra il libro Testimonianza sul caso del signor Valdomar, racconto di Poe letto dallo stesso Hicks ne La zona del crepuscolo e omaggiato con una sorta di sequel nel n. 57: il dottore spiega a un incredulo Dylan Dog che nella zona del crepuscolo, dove tutto è possibile, ci sono anche i libri delle storie mai raccontate.
Jacob ha un fratellastro, il dottor Hicks del General Hospital (figura ispirata al dottor Mengele), antagonista di Dylan Dog nel numero 14, Fra la vita e la morte. Ne Il pianeta dei morti scopriamo che, cercando di guarire da una malattia, ha creato origine al virus all’origine dell’epidemia.
Torna anche Mabel Carpenter, la prima ragazza mesmerizzata e “convervata” con successo da Jacob Hicks. Durante la gita sul lago, viene nominato anche Charon, già traghettatore tra Inverary e il mondo esterno nella trilogia della zona del crepuscolo.
Anche Opal è legata alla trilogia: su richiesta del “padre” Esaù, nel n. 57 Dylan Dog portava la ragazza a Inverary nella speranza che Jacob trovasse una cura per ragazza, deformata dalla clonazione. In quel caso a Opal venivano conferite le fattezze di Morgana, grande amore di Dylan Dog.
L’Opal dello Speciale ha un aspetto diverso e i capelli biondi, ma nel ricordo utilizzato per rompere le illusioni è mora e sembra avere le fattezze di Morgana: la scena legata al ricordo – che potrebbe appartenere in realtà alla “prima” Opal – sembra richiamare la copertina del n. 25 Morgana, in cui Dylan Dog tiene tra le braccia l’amata.
Lo pseudonimo di Dottor Vergerus adottato da Xabaras è ripreso dal personaggio interpretato da Gunnar Bjonstrand nel film Il Volto di Ingmar Bergman, dove viene trattato il tema del mesmerismo.
La storia sferra alcuni pugni nello stomaco al lettore, in particolare con la rappresentazione del nazismo e della cattiveria dei compagni di X-Boy. Non mancano le scene splatter, benché in forma più sfumata rispetto alla trilogia della zone del crepuscolo.
La lettura è poco agevole a causa dei numerosi “salti” narrativi, tra spostamenti nel tempo, falsi ricordi, incubi, ma coniuga in modo intrigante elementi storici della saga di Dylan Dog con quello che sarà il suo futuro, in un albo ricchissimo di riferimenti a numeri ormai classici.
Gli autori
Collaboratore da tempo di Sergio Bonelli Editore, Alessandro Bilotta è uno dei principali talenti del fumetto italiano. Esordisce nel 1999 con Povero Pinocchio, disegnato da Emiliano Mammucari e pubblicato da Star Comics. Con il disegnatore Carmine Digiandomenico realizza le graphic novel La Dottrina, manifesto futurista del fumetto italiano, Le strabilianti vicende di Giulio Maraviglia e Romano.
Per Star Comics, Bilotta ha creato la serie a fumetti Valter Buio. Ha ricevuto numerosi premi nel 2018/2019 per la serie Mercurio Loi, e nel 2019 il Romics d’oro per i 20 anni di carriera. Per Bonelli ha scritto Martin Mystère, Dampyr e sei numeri de Le Storie. Si è anche cimentato con i supereroi DC comics, scrivendo Batman: Ianus, nell’ambito dell’iniziativaBatman: Il mondo.
Per Dylan Dog ha creato l’acclamata saga Il pianeta dei morti: nel 2008 il primo racconto autoconclusivo per la testata “sperimentale” Color Fest, ipotetica conclusione della serie sul personaggio, ha ottenuto un notevole successo. L’idea viene sviluppata, come detto, sul Color Fest n. 10, sul Dylan Dog Gigante n. 22, trovando poi collocazione sullo Speciale Dylan Dog a partire dal n. 29, la cui testata viene appunto integrata con il nome Il pianeta dei morti.
Sempre per l’indagatore dell’incubo, ha scritto il Dylan Dog Gigante nn. 16 e 20, Cuore di Zombie e L’alleanza, il Maxi Dylan Dog n. 12, Oggetti smarriti, i numeri 284, 317, 356 e 412 della serie principale, Il cammino della vita, L’impostore, La macchina umana, Una pessima annata, la storia de l’Almanacco della paura n. 24, Il Principe d’inverno, un racconto del Dylan Dog Color Fest n. 30, Le regole della comicità.
A ottobre pubblicherà, sempre con Bonelli, La morte è un dandy, primo numero di Alceste Santacroce – Eternity.
Nicola Mari ha disegnato Nathan Never dal 1989 al 1996, per poi passare a Dylan Dog. Ben 25 gli albi realizzati per la serie regolare, tra cui il 337, Spazio profondo, numero a colori celebrativo della seconda fase del rinnovamento affidata a Roberto Recchioni, e metafora editoriale della testata. Di recente ha disegnato il racconto Buongiorno tenebra dell’ottavo Dylan Dog Oldboy.
Nel 1998 Mari ha ricevuto il Premio Yellow Kid al Salone Internazionale dei Comics. Sempre per Bonelli, Mari ha disegnato Il principe di Persia, n. 23 de Le Storie, Mister No e Nathan Never, Daryl Zed.