Proseguono le ristampe in ordine cronologico de Il pianeta dei morti: è disponibile dal 30 settembre il quarto numero, che si intitola Nemico pubblico n. 1. Il volume, cartonato di 168 pagine in bianco e nero in formato 22 x 30 cm, ripropone la storia apparsa nel 2017 nello Speciale n. 31 di Dylan Dog ed è in vendita a 19 euro in libreria e fumetteria. Sceneggiatura, come sempre, di Alessandro Bilotta, autore anche di un testo introduttivo dedicato alla sconfitta e al fallimento, disegni di Sergio Gerasi e copertina di Marco Mastrazzo.
L’idea della saga di Alessandro Bilotta nasce nel 2008, sul secondo Dylan Dog Color Fest, come ultima storia del personaggio, ambientata in un futuro distopico in cui un virus trasforma l’umanità nei terribili Ritornanti. La saga de Il Pianeta dei Morti è stata ospitata sulla testata annuale Speciale Dylan Dog dal n. 29 al n. 35: quest’anno la serie si è interrotta, anche se il n. 36 presenta una storia scritta da Bilotta, non sappiamo quanto durerà la pausa della saga.
Ne Il pianeta dei morti, Dylan Dog è un uomo di mezza età, costretto a mettere in discussione i valori e quello in cui ha sempre creduto, nel tentativo di sopravvivere in un mondo dove, appunto, si diffonde una misteriosa epidemia che trasforma gli esseri umani in zombi.
Nel primo volume, uscito a gennaio 2021, abbiamo riletto le due storie del 2013 con cui Alessandro Bilotta ha raccontato l’inizio del contagio: Addio, Groucho, pubblicata sul Color Fest n. 10 e Il tramonto dei vivi-morenti, uscita sull’ultimo Dylan Dog Gigante, il n. 22.
Dal 2015 al 2021, la saga è stata pubblicata sullo Speciale annuale: il volume 2 delle ristampe, pubblicato un anno fa, ha riproposto il racconto contenuto nello Speciale Dylan Dog 29, dove Dylan Dog, vicino al licenziamento, indaga sulle Oasi dove gli immemori dimenticano la proprie sventure personali e la tragedia che ha colpito la Terra. Grazie all’aiuto di Skye, l’Old Boy entra in una struttura e conosce il visionario fondatore Werner, ma diventa a sua volta un immemore e si lega a Sybil Browning (protagonista con lui de L’alba dei morti viventi).
Il terzo volume ha riproposto La fine è il mio inizio, pubblicato nel settembre 2016 sullo Speciale n. 30: Dylan Dog si ritrova tra passato e presente, vive con Sybil Brown, incontra Werner, il creatore delle oasi, ed Herbert Simon, un immemore che sembra illuminarlo sulla differenza tra illusione e realtà, e che ricorda al protagonista una persona importante della sua vita precedente. In Nemico pubblico n. 1 invece torna, invecchiato, Xabaras, la nemesi dell’indagatore dell’incubo.
Trama di Dylan Dog – Il pianeta dei morti – Nemico pubblico n. 1
La storia si apre presentandoci il signor Woland, un anziano alle prese con acciacchi e malattie dovuti all’età. Capiamo che si tratta di Xabaras e che ha da poco rinunciato a cercare il siero per la vita eterna, dopo essere stato costretto a usare attrezzature d’emergenza per sopperire all’esaurimento dei fondi.
Ricoverato per un infarto, in ospedale Xabaras conosce una donna ossessionata dalla chirurgia estetica che si presenta come Marlene. Il villain si invaghisce della donna e, una volta dimessi, la porta al suo galeone nascosto nel sottosuolo di Londra.
La sergente Jenkins (figlia del meno brillante assistente di Bloch) dice di aver convinto Dylan Dog, scomparso da mesi, a incontrare il nuovo ispettore, Osmond. Quest’ultimo, che ha problemi di droga, è preoccupato per la setta dei flagellanti, che vuole usare il sangue dei ritornanti per sconfiggere la morte, e per il fatto di non aver ancora rintracciato Xabaras, considerato nemico pubblico n. 1 in quanto ritenuto responsabile dell’epidemia.
Marlene si sottopone alla blefaroplastica, sebbene sia stata avvisata del fatto che potrebbe non sopravvivere all’operazione. Tornati al galeone, la coppia viene raggiunta da Dylan Dog, che ha capito che il suo avversario si nasconde nel luogo del loro ultimo scontro. Arriva anche la polizia, Marlene ha un infarto e muore, mentre Xabaras, apparentemente immune alle pallottole (o in grado di suggestionare gli agenti fino a compromettere la loro mira), riesce a fuggire buttandosi in acqua.
Dylan Dog, che si è dimesso tempo prima ed era in cura psichiatrica, afferma di stare meglio: Osmond gli propone di tornare a collaborare con la polizia. L’ex indagatore dell’incubo è convinto che Xabaras tornerà per fare cose ancora peggiori di quello che ha commesso in passato. Viene portato da Jenkins in un covo di flagellanti dove la polizia ha dovuto fare una sparatoria per fermare ulteriori contagi.
Xabaras preleva il corpo di Marlene e lo porta a casa per rianimarlo, ma non ha mezzi abbastanza efficaci. Riceve la visita di una delegazione di flagellanti, che manifestano la loro ammirazione e lo invitano a partecipare a un loro incontro, ma l’anziano li caccia.
Temendo di non riuscire a riportare in vita Marlene, cambia idea e accetta la proposta della setta: ritrova l’antica superbia e chiede ai flagellanti di contribuire con i loro beni alle ricerche del loro idolo. Dopo sei mesi, i risultati ottenuti sulla donna non soddisfano i flagellanti, che intuiscono i fini personali della ricerca di Xabaras.
Dylan Dog trova dei flagellanti nel suo giardino, offre loro la possibilità di avere cadaveri appena rianimati: la risposta è un invito a incontrare il loro capo (di cui il protagonista ignora l’identità). Xabaras spiega che il suo nuovo obiettivo è dare un’esistenza dignitosa ai ritornanti, e chiede aiuto al suo nemico.
Per convincerlo, ipotizza un’utilità della ricerca anche per Groucho, ma suscita l’ira di Dylan Dog. L’arrivo della polizia risulta di nuovo fatale per Marlene, Xabaras, dopo aver picchiato selvaggiamente Dylan Dog, fugge ancora. Dopo qualche tempo, ritroviamo il villain, che si fa chiamare Stravogin: pensa di vedere nuovamente Dylan Dog, ma si tratta del giovane Godwin, che gli spara: lo cercava per risolvere questa vecchia questione per conto di suo padre.
Sviluppo
La saga de Il Pianeta dei Morti si conferma una narrazione accattivante, di qualità, in grado di scavare nel passato di Dylan Dog e di intrecciare il mito del personaggio sclaviano con il futuro distopico in cui il mondo è colpito da un’epidemia che trasforma gli uomini in ritornanti.
Non mancano i riferimenti agli elementi classici di Dylan Dog e in particolare ai primi 69 numeri: l’ispettore Osmond afferma che il galeone (scoperto 10 anni prima dall’amministrazione inglese, che non sa come gestirlo), è un regalo dei corsari del Seicento: è in linea con il numero 100 della serie principale, La storia di Dylan Dog, che rivela il passato dell’indagatore dell’incubo e della sua nemesi, una vicenda ambientata appunto sul galeone nel 1686.
Inoltre, verso la fine del racconto, Dylan Dog incontra Osmond al Red Lion Pub: l’ex indagatore dell’incubo ricorda che spesso lì chiacchierava con Bloch. Infine, gli incubi che tormentano il protagonista sembrano provenire dal n. 69 della serie principale: non a caso, si tratta dell’ultimo numero del periodo “puramente sclaviano”. La scelta dell’albo è significativa, visto che Il Pianeta dei Morti sostanzialmente si ricollega a quel punto della testata, lo stesso Bilotta ha precisato che la saga è in continuity con il Dylan Dog pre-meteora, ma più precisamente con quello dei numeri dall’1 al 69, appunto la fase più “sclaviana” dell’indagatore dell’incubo.
Godwin, data la somiglianza e la “missione”, viene sostanzialmente presentato come figlio di Dylan Dog. Il personaggio probabilmente era già apparso, con il volto nascosto, nel finale del volume precedente. Sempre nel n. 3 avevamo già visto il simbolo trovato nel covo dei flagellanti.
La madre di Godwin, rappresentata in due sole vignette nel finale, sembra essere Sybil Browning, la prima cliente dell’indagatore dell’incubo (ne L’alba dei morti viventi): incontrata dal protagonista nei numeri precedenti del Pianeta dei Morti, gli aveva rivelato di essere rimasta incinta di lui prima che iniziasse l’epidemia (quindi negli anni 80, pre-contagio di Groucho).
Nemico pubblico n. 1 riprende e approfondisce il personaggio di Xabaras, apparso in molte storie fondamentali del Dylan Dog “classico”, poi accantonato in epoca recente. Messo di fronte alle sue miserie e il suo decadimento, il lettore è persino portato ad empatizzare con lui.
Lentamente sembra nascere qualcosa tra Dylan Dog e la sergente Jenkins. Mentre il padre della ragazza prendeva sempre sul serio le battute ironiche di Bloch, la figlia inizialmente rideva spesso alle considerazioni di Dylan Dog, ritenendole erroneamente degli scherzi. Ora emerge un ulteriore elemento di contrapposizione con Jenkins senior, ritratto sempre come poco intelligente: il figlio della donna è un bambino prodigio che elabora paradossi di meccanica quantistica in grado di mettere pesantemente in crisi i suoi insegnanti.
Xabaras si fa chiamare Woland, è uno dei nomi tedeschi del Diavolo, usato anche da Goethe nel suo Faust, nonché da Michail Bulgakov ne Il Maestro e Margherita per l’esperto di magia nera che si rivela essere Satana, che nella Mosca degli anni trenta alla ricerca della sua compagna per il Gran Ballo annuale. Nell’ultima parte del racconto, Xabaras si fa chiamare Stavrogin: anche qui il nome fa riferimento alle caratteristiche del personaggio e rimanda ancora alla letteratura russa. Nikolaj Stavrogin ne I demoni di Fjodor Dostoevskij rappresenta il lato più oscuro della personalità umana, affascina, distrugge il prossimo e se stesso.
La lettura è resa ancora più piacevole dai disegni di Sergio Gerasi, efficaci nel rendere le tante sfumature del racconto, che affronta le miserie quotidiane, affettive ed esistenziali di Xabaras, le difficoltà di Dylan Dog e il suo lento avvicinamento a Jenkins, le sequenze horror. Molto suggestive alcune tavole, particolarmente drammatiche per il villain, in cui un uso più deciso del nero genera uno stacco notevole dal punto di vista grafico.
Gli autori di Dylan Dog – Il pianeta dei morti 4
Collaboratore da tempo di Sergio Bonelli Editore, Alessandro Bilotta è uno dei principali talenti del fumetto italiano. Esordisce nel 1999 con Povero Pinocchio, disegnato da Emiliano Mammucari e pubblicato da Star Comics. Con il disegnatore Carmine Digiandomenico realizza le graphic novel La Dottrina, manifesto futurista del fumetto italiano, Le strabilianti vicende di Giulio Maraviglia e Romano.
Tra il 2011 e il 2015 ha firmato 18 numeri di Corsari di classe Y, pubblicati su Il Giornalino (Edizioni San Paolo), con disegni di Oskar. Nel 2006 ha pubblicato con tre editori francesi: Delcourt (Daisuke et le Géant – Le trente et unième jour, disegni di Alberto Pagliaro), Glénat/Vents d’Ouest (Romano – Un automne de dix secondes, disegni di Carmine Di Giandomenico) e Les Humanoïdes Associés (La Lande des Aviateurs – Ceux qui restent, ancora disegnato da Di Giandomenico).
Per Star Comics, Bilotta ha creato la serie a fumetti Valter Buio. Per Bonelli ha creato e firmato la serie Mercurio Loi, per la quale ha ricevuto numerosi premi, in particolare nel 2018/2019. Nel 2019 il Romics d’oro per i 20 anni di carriera. Per Bonelli ha scritto sei numeri de Le Storie e presenterà in anteprima a Lucca Comics&Games 2022 il primo volume di Eternity, dal titolo La morte è un dandy: la nuova serie di Alessandro Bilotta è ambientata in una Roma dal look anni ’60 e racconta le vicende di Alceste Santacroce. Il volume, disegnato da Sergio Gerasi, sarà disponibile in libreria e fumetteria dal 4 novembre.
Per Dylan Dog, Bilotta ha appunto creato l’acclamata saga Il pianeta dei morti: nel 2008 il primo racconto autoconclusivo per la testata “sperimentale” Color Fest, ipotetica conclusione della serie sul personaggio, ha ottenuto un notevole successo. L’idea viene sviluppata sul Color Fest n. 10, sul Dylan Dog Gigante n. 22, trovando poi collocazione sullo Speciale Dylan Dog a partire dal n. 29, la cui testata viene appunto integrata con il nome Il pianeta dei morti fino al numero 35.
Sergio Gerasi ha esordito nel mondo del fumetto nel 2000 con Lazarus Ledd (Star Comics), di cui ha disegnato 14 numeri. Ha realizzato inchieste a fumetti per programmi televisivi nazionali (in particolare Servizio Pubblico di Michele Santoro), mentre per Bonelli ha disegnato la serie Mercurio Loi e l’albo L’ultima trincea, all’interno della collana Le Storie.
Attivo anche in altri ambiti artistici, Gerasi nel 2003 ha fondato il gruppo punk rock 200 Bullets, in cui suona la batteria e scrive i testi, e con il duo Formazione Minima porta sul palco spettacoli di teatro-canzone ispirati a Giorgio Gaber.
Prima di questo Nemico Pubblico N. 1 (Speciale n. 31), per Dylan Dog Gerasi ha disegnato L’assassino della porta accanto, Gli spiriti custodi, Remington house, La macchina che non voleva morire, numeri 307, 345, 360 e 384 della testata principale, Il Principe d’inverno, in Almanacco della Paura n. 24.
Nel 2009 Gerasi ha realizzato con Davide Barzi il libro a fumetti G&G, dedicato a Giorgio Gaber, pubblicato da ReNoir Comics. Come autore completo ha disegnato Le Tragifavole (ancora per l’editore delle trasposizioni di Don Camillo), volume che contiene l’omonimo album dei 200 Bullets, quindi con Bao Publishing sia In Inverno le mie mani sapevano di mandarino sia Un romantico a Milano, premio Andrea Pazienza 2018, infine, di recente, L’Aida (ancora per Bao).
Gerasi ha inoltre disegnato per diverse testate Star Comics: Nemrod, Cornelio – Delitti d’autore, Trigger, Valter Buio e San Michele. Infine per Gribaudo ha disegnato Orange Chronicle, su testi di Tito Faraci.