In edicola dal 13 agosto, l’ottavo numero di Dylan Dog Oldboy, testata dedicata al personaggio “classico”, propone Buongiorno tenebra, scritto da Barbara Baraldi e disegnato da Nicola Mari, e Gli orrori di Dunwich, sceneggiatura di Andrea Cavaletto e tavole di Roberto Rinaldi.
La copertina, affidata come sempre ai fratelli Raul e Gianluca Cestaro, richiama in particolare le atmosfere alla Lovecraft del secondo racconto.
Buongiorno tenebra
Dylan Dog riceve un’ingente offerta economica dalla misteriosa e affascinante Margot Nicholson, per indagare sulla scomparsa del marito, partendo dai suoi diari. L’Old Boy non è convinto, in particolare perché la condizione è rimanere nella villa della cliente per tutto il tempo necessario all’indagine.
Abituata a non essere contraddetta, la signora Nicholson è sfuggente riguardo le obiezioni di Dylan Dog e persino le domande sul tempo cronologico (“un’illusione”). Sostiene di avere come unica compagnia l’autista e la domestica Isobel.
Pur senza averla accettata, l’Old Boy inizia un’indagine difficoltosa, caratterizzata da diverse perdite di conoscenza. I diari rivelano un malessere persistente e una prigionia spirituale del signor Nicholson. Nella villa il tempo sembra essersi fermato, o scorrere in modo anomalo. Tra sogni del protagonista e flashblack, scopriamo che cosa è successo alle persone che erano vicine alla cliente di Dylan Dog.
La soluzione del mistero sembra essere nell’unica stanza chiusa a chiave, ma naturalmente la signora Nicholson minimizza.
La trama è ispirata al film Il Laureato, citato espressamente da Dylan Dog mentre alla radio trasmettono Mrs. Robinson. La colonna sonora del film viene ripresa anche dal titolo del racconto (The sound of silence inizia con le parole “Hello Darkness”). Una notte la seduzione della padrona di casa si concretizza, e il giorno dopo compare la figlia, Elaine: il nome è un’altra analogia con la pellicola che rese celebre Dustin Hoffman.
Tra la giovane e Dylan Dog scocca la scintilla: l’indagatore decide di liberarla dall’oppressione della madre, avendo finalmente compreso il livello sovrannaturale della possessività della donna. Il finale prima esalta l’aspetto horror della storia, con citazioni da classici come L’esorcista e Shining, poi offre un rimando più sottile e amaro a Il laureato.
La storia, pur manifestando inizialmente qualche problema di ritmo, affascina e avvolge il lettore, catturandolo man mano che la vicenda volge alla conclusione e si chiarisce il motivo per cui Dylan Dog è stato assunto. I disegni di Nicola Mari, come sempre di grande qualità, rendono l’atmosfera cupa e misteriosa ma in alcuni momenti peccano nell’espressività dei personaggi.
Gli orrori di Dunwich
Dylan Dog viene assunto da Clare Clowe, medium di Dunwich, nel Suffolk. La medium, di cui l’indagatore si innamora all’istante, sogna ogni notte i fantasmi di 4 marinai che hanno perso la vita sei mesi prima a bordo della barca Escapade.
Tra le vittime c’era il padre di Mary Harvood, una giovane che vive reclusa, convinta dalla madre di essere un mostro e in cura da una psicologa, Paula Hamilton. Paula e il marito Samuel hanno un rapporto morboso, incentrato sulla rimozione e l’uso della pelle umana. L’uomo è traumatizzato dal ricordo dell’abbandono da parte della madre.
Il giovane Ian Watkin, unico sopravvissuto al naufragio e per questo ritenuto colpevole dagli abitanti di Dunwich, racconta di una creatura orribile emersa dalle acque e collega l’evento alla leggenda locale, secondo la quale una donna di nome Eva, abbandonata da un marinaio, per la disperazione gettò il proprio cuore in mare, che divenne un mostro.
La fuga di Mary, convinta che anche Dylan Dog la consideri un mostro, porta la madre ad accusare Paula di averla manipolata, e a rivelare una terribile storia di violenze, a causa delle quali ha sempre segregato Mary. Un’ulteriore rivelazione della donna porta Paula ad ucciderla, proprio mentre sta arrivando Dylan Dog, che ha capito una parte del mistero, ma il male di Dunwich porta a una conclusione tragica.
La sceneggiatura è ben scritta, anche se probabilmente mette troppa carne al fuoco: la follia della coppia, il trauma dell’abbandono, le violenze familiari, la leggenda del mostro marino, la ragazza segregata, i fantasmi e la medium.
Notevole il livello di dettaglio dei disegni, per la gioia degli amanti dello splatter. L’aspetto di Clare Clowe è ispirato molto probabilmente ad Abigail “Abby”Sciuto, l’analista di laboratorio della serie TV NCIS – Unità anticrimine.
Gli autori di Dylan Dog Oldboy 8
Autrice di Torture Garden, Diabolik ed Alfredo Petronio, Barbara Baraldi ha scritto per Dylan Dog i numeri 9 e 20 del Color Fest, il primo Oldboy e numerosi albi della serie regolare: 348, La mano sbagliata, 364, Gli anni selvaggi, 367, La ninna nanna dell’ultima notte, 385, Perderai la testa, 389, La sopravvissuta, 393, Casca il mondo, 407, L’entità e il recentissimo L’ora del giudizio, 417.
Barbara Baraldi tornerà a fine mese con Jenny, chiusura del trittico dedicato a Vasco Rossi, disegnata da Davide Furnò.
Nicola Mari ha disegnato Nathan Never dal 1989 al 1996, per poi passare a Dylan Dog. Ben 24 gli albi realizzati per la serie regolare, tra cui il 337, Spazio profondo, numero a colori celebrativo della seconda fase del rinnovamento affidata a Roberto Recchioni, e metafora editoriale della testata.
Sempre per Bonelli, ha disegnato Il principe di Persia, n. 23 de Le Storie, Mister No e Nathan Never, Daryl Zed.
Andrea Cavaletto, autore di William Boyd (Paranoid Boyd – Edizioni Inkiostro), ha scritto per Dylan Dog i numeri 294, Piovono rane, 327, I sonnambuli, 352, La calligrafia del dolore, sei Maxi, un Color Fest e un Gigante.
Roberto Rinaldi ha disegnato Pallino (Sanpaolo Edizioni), Cani Sciolti e, per quanto riguarda l’indagatore dell’incubo, La Fata del Male, n. 79, Feste di sangue, 87, La stirpe degli immortali e Il violinista (Almanacco della Paura 8 e 10), La Banda dello Zodiaco e La voce negata (Dylan Dog Gigante 8 e 21), Il compagno di scuola, 205, Sonata macabra 235, I ritornanti, 319, Ouroboros (Color Fest 11), Il prezzo della carne, n. 358.