Disponibile dal 14 ottobre, il Dylan Dog Oldboy n. 20 contiene le storie Uomini o mostri, scritta da Alessandro Russo, disegnata da Alessandro Nespolino, e I supplizianti, con testi di Carlo Ambrosini e disegni di Giulio Camagni. Albo brossurato di 192 pagine in bianco e nero in formato 16×21 cm, in vendita a € 7.90 sullo shop Bonelli, in edicola e in fumetteria.
Purtroppo, Carlo Ambrosini è morto pochi giorni dopo l’uscita dell’albo. Creatore dei personaggi Nico Macchia, Napoleone e Jan Dix, Ambrosini spesso firmava come autore unico storie caratterizzate da uno stile onirico e riconoscibile. Per la serie principale di Dylan Dog disegnò alcuni albi degli “albori” e fu tra i primi ad alternarsi a Sclavi alla sceneggiatura.
L’introduzione della prima storia contiene un affettuoso ricordo di Giuseppe Montanari e Graziano Origa, colonne della testata Oldboy, deceduti rispettivamente a giugno e ad agosto del 2023. Franco Busatta ricorda come i Maxi Dylan Dog, da cui deriva l’Oldboy, nacquero proprio per ospitare le storie disegnate dal duo Montanari-Grassani.
Paolo Bacilieri, che con Montanari aveva coordinato finora le copertine dell’Oldboy, ricorda che quando gli venne chiesto di disegnare l’albo Graphic Horror Novel per la serie principale, chiese di essere affiancato dal tratto “spigoloso, dinamico, espressivo, anti-retorico, classico di Montanari & Grassani“.
Nella prima storia, un mostro esce dallo schermo per avventurarsi nel mondo reale, inseguito dal manager Dead Rose, che si rivolge a Dylan Dog per recuperare un cliente”. Nella seconda, Matilda si rivolge a Dylan Dog a causa delle incredibili azioni di un gatto, in una storia che si intreccia con le vicende della Prima Guerra Mondiale.
La copertina dell’Oldboy 21, come le testate Bonelli di ottobre, celebra i 75 anni di Tex omaggiando un albo storico di Aquila della notte, in questo caso Il signore dell’abisso, n. 103 uscito nel 1969. Le prossime copertine del bimestrale saranno realizzate da Marco Nizzoli.
Uomini o mostri
Una compagnia di mostri cinematografici racconta a tavola le proprie disavventure professionali, sottolineando come eccezione positiva Dead Rose, agente tenace, in grado di valorizzare i propri clienti. A questo proposito, raccontano la vicenda di Cody Chase, interprete del recentissimo film Il mostro della spiaggia oscura (pellicola “ispirata” al celebre Il mostro della laguna nera): stanco di recitare in pellicole noiose davanti a sale semideserte, è uscito dallo schermo per avventurarsi nel mondo reale.
Dead Rose lo segue per farlo tornare dietro lo schermo e per questo chiede aiuto a Dylan Dog. L’indagatore dell’incubo inizialmente è molto scettico, poi si attiva quando scopre che un uomo è stato sbranato per strada. Mentre Cody si muove in una Londra infestata dalla mostruosità di umani “normali” e cerca di mimetizzarsi con un impermeabile, Dylan Dog entra nel cinema dell’east end dove proiettano Il mostro della spiaggia oscura e assiste alla “consueta” interruzione delle riprese.
L’old boy duetta al clarinetto con Dead Rose e i due fanno amicizia, mentre Groucho riceve le bizzarre visite di ET, Howard il Papero e la Mosca umana.
Marge, vittima della ferocia del marito Homer (!) , prova a vedere il film di Cody, ma viene scoraggiata dalla cassiera. Viene scippata in un parco, ma viene aiutata da mostro, che prova a parlarle. In seguito la salva da Homer prima che sia troppo tardi, ma la donna ha paura di lui, quindi decide di tornare ai film.
Aumentano le persone sbranate e Dylan Dog si rivolge a Bloch per avere qualche informazione in più, trovando la conferma che cercava: non è colpa di Cody.
Come precisato nell’introduzione, Alessandro Russo è partito da uno spunto del curatore della testata, Franco Busatta, che pensava a un incrocio fra due pellicole di Woody Allen, Broadway Danny Rose e La rosa purpurea del Cairo, uscite rispettivamente nel 1984 e 1985, dunque nel pieno dell’epoca in cui è “congelato” l’Old Boy in questa testata, dove viene ancora pagato 50 sterline al giorno più le spese, come gli esordi.
Nel primo film alcuni comici ricordano i vecchi tempi al Carnegie Delicatessen Restaurant di Broadway (rappresentato nella vignetta di apertura del fumetto) e raccontano “la più bella storia di Danny Rose”, agente teatrale con clienti bizzarri. Nel fumetto vengono dunque ripresi l’inizio, l’essenza della trama e in parte il nome dell’agente,
La rosa purpurea del Cairo ha invece ispirato le interazioni tra il mondo dei film e la realtà: una donna evade dalle noia della sua vita con la fantasia, guardando a ripetizione la stessa pellicola (che dà il nome a quella vera), finché uno dei personaggi non la nota, la raggiunge, e nasce l’amore. Lo stesso Dead Rose ricorda vagamente Woody Allen e suona il clarinetto.
Per i disegni, Alessandro Nespolino si è ispirato al primo Dylan Dog di Montanari e Grassani, a suo giudizio il più simile a quello del copertinista storico Claudio Villa. L’uso dei grigi sottolinea efficacemente lo stacco tra le scene sullo schermo e quelle nel mondo di Dylan Dog.
I supplizianti
Matilda si rivolge a Dylan Dog perché ha trovato un gatto che non mangia, non beve, non dorme, cammina a testa in giù sui soffitti. L’Old Boy inizialmente rifiuta il caso, poi accompagna la donna a casa e, insieme al gatto, sale al quattordicesimo piano del palazzo, teoricamente inesistente.
Seguiamo anche una vicenda avvenuta durante la Prima Guerra Mondiale: Erminia, figlia del generale Zvaida, va a trovare in carcere il marito, capitano Anton Boniek, promettendogli di liberarlo. A casa, riscrive in un romanzo la storia del fallito attacco del plotone guidato dal marito, unico sopravvissuto: Mascia, la donna con cui Anton ha tradito Erminia, ha intercettato il piano di attacco ai tedeschi. Prima di consegnarsi, Anton torna da Mascia per ucciderla.
Il gatto usa i suoi poteri per condurre Dylan Dog in una strana spiaggia dove raggiunge la sua padrona: si tratta di Erminia. Dylan vede creature strane e persone che vengono aggredite: tra queste, riconosce Matilda, che rivela di chiamarsi Mascia e di essere un fantasma, tormentato dai supplizianti per le colpe commesse in vita. Dylan Dog incontra anche Anton, che somiglia all’Old Boy ma è un’altra vittima dei supplizianti. La moglie aveva pagato il direttore del carcere per non farlo uccidere, ma è stata tradita ancora una volta.
L’Old Boy si fa dare l’uniforme da Anton per raggiungere Erminia, e illuderla sulle sorti del marito, ma la donna rivela che il proprio supplizio è legato alla scrittura del romanzo e al senso di colpa. Terminata la missione, Dylan Dog vede sgretolarsi il mondo dove lo ha portato il gatto, e si risveglia a casa di Mascia, dove vede il romanzo Espiazione, di Erminia Zvaida, tradotto dalla ragazza.
La narrazione è quella tipica di Carlo Ambrosini, con frequenti transizioni tra realtà diverse, sogni e illusioni, personaggi fuori contesto. Nell’introduzione scopriamo che Ambrosini si è ispirato ancora una volta a Italo Calvino: la spiaggia è legata a uno dei racconti contenuti in Se una notte di inverno un viaggiatore. Tra gli altri ispiratori, Kafka, Pessoa, Swift, Bergman, Fellini e Pirandello.
Anche i disegni di Camagni ricordano molto lo stile dell’autore appena scomparso, tra le fisionomie delle persone, le variazioni di approccio, le tavole che talvolta sembrano abbozzate. Nell’introduzione il disegnatore si dichiara allievo dell’artista bresciano, di cui coglie al volo le intenzioni leggendo le “scarne descrizioni”. Si trova a suo agio nel mettere in scena i racconti di Ambrosini, in cui la trama è subalterna alla recitazione dei personaggi e alle atmosfere.
Gli autori di Dylan Dog Oldboy 21
Dopo l’esperienza con le tavole di Ken Parker, Carlo Ambrosini ottenne un grande successo in Italia e Francia con Nico Macchia, personaggio di cui era ideatore e autore completo: le vicende di tre cavalieri di ventura supportate da una precisa ricostruzione storica del XVI secolo.