Dal 15 aprile è in vendita a 19 euro il volume L’occhio del gatto, il numero 119 di Dylan Dog, ristampato da Sergio Bonelli Editore in formato di pregio: il volume cartonato, 128 pagine 22×30 cm, fa parte della collana sulle graphic novel dell’indagatore dell’incubo, una selezione di storie scritte dai Maestri del fumetto.
Pubblicato nella serie regolare di Dylan Dog nell’ottobre 1996, L’occhio del gatto è scritto da Tiziano Sclavi e disegnato da Franco Saudelli. Torna dunque protagonista il magico felino Cagliostro: secondo la sua padrona, la strega Kim, è in grado di materializzare i sogni e potrebbe far sparire il mondo. Introdotto nell’omonimo numero 18 della serie regolare, ha vissuto con Kim fin quando lei non ha perso i poteri, nel numero 63.
Dopo 5 anni di assenza, Cagliostro ritorna proprio sul racconto di questo volume, poi nella doppia storia dei numeri 241 e 242, dove scopriamo che era stato lui a portare Dylan Dog nel XX secolo per allontanarlo da Xabaras. Ne L’occhio del gatto l’Old Boy affronta un caso più caotico del solito: indaga sia sui sogni premonitori di Bruce, riguardanti delitti che avvengono realmente, sia sulla morte misteriosa di Lady De Bourgh, assassinata nel suo letto. Lo sguardo di Cagliostro si rivela fondamentale.
La trama de L’occhio del gatto
Dylan Dog va dal suo barbiere, Tom Curley, che ha appena ucciso la moglie ma appare assolutamente indifferente. In una villa, la giovane Rain sta effettuando un servizio fotografico con modelle in posa come statue viventi: nel frattempo al piano di sopra viene uccisa nel suo letto Lady De Bourgh, padrona di casa e nonna di Rain.
Intanto, l’assicuratore Bruce Lester fa sogni strani e inquietanti: in uno di questi vola nel parco della villa di prima, vede alcune streghe impiccate ai rami, entra nella dimora, riceve un rasoio dal barbiere che sta tagliando i capelli a Dylan Dog, infine va dalla padrona di casa e la uccide. Di giorno, andando al lavoro, Bruce incrocia un uomo che lo aveva “cacciato” dal proprio sogno e passa davanti alla villa. Durante la pausa torna sul luogo, dove viene a sapere dell’omicidio di Lady De Bourgh e incrocia Dylan Dog, riconoscendo anche in questo caso una persona sognata: si allontana turbato.
Bruce si ritrova davanti all’Old Boy anche poco dopo, quando deciderà di rivolgersi all’indagatore dell’incubo: sconvolto, scappa di nuovo. L’Ispettore Bloch indaga sull’omicidio di Lady De Bourgh, e considera Rain, erede della vittima, un’indiziata. La giovane viene informata dal notaio che la villa è ipotecata e il patrimonio dilapidato, mentre viene ritrovato il rasoio usato per il delitto: appartiene dal barbiere di Dylan Dog, che settimanalmente presta servizio nella villa. In un nuovo sogno di Bruce viene assassinato Roger, antiquario amico di Rain interessato a comprare l’arredamento della dimora.
Bruce torna a suonare al 7 di Craven Road, e porta Dylan Dog nel negozio di antiquariato che ha sognato, dove trovano il corpo di Roger. Le indagini sui sogni “premonitori” portano alla villa, dove Dylan nota la foto di Cagliostro su un albero. Arriva anche Bloch, che comunica l’arresto del barbiere Tom Curley. Due giorni dopo, Dylan scopre che Bruce è morto.
Alla villa, “ispirato” dalla foto di Cagliostro, Dylan ha un intuizione e chiede a Rain di fare un ingrandimento della pupilla del gatto: vede sia l’immagine riflessa di Rain sia, al piano di sopra, una delle statue viventi che uccide Lady De Bourgh. La ricerca dell’attrice ritratta in foto conduce i due a un magazzino dove Rain, dopo molti anni, rivede la sorella Mary.
Dal diario della vittima, Rain e Dylan scoprono che tre anni prima Roger aveva comprato l’albero della foto – dove nei secoli precedenti venivano impiccate le streghe – e con il legno aveva realizzato un letto, venduto a Bruce: da qui l’origine dei suoi strani sogni…
Impressioni personali
Il volume incrocia la narrazione tagliente di Tiziano Sclavi con il tratto morbido e sinuoso di Franco Saudelli. Siamo in una fase successiva ai mitici “primi cento numeri”, ma all’interno Tu e come si sottolinea nell’intervista a fine volume, ma sorprendono ancora la creatività e la voglia di stupire.
Una chiave di lettura della storia (e di molte avventure di Dylan Dog scritte da Sclavi) viene proprio da Cagliostro, che spiega all’Old Boy che “non tutte le cose hanno un perché“. Dylan Dog poco dopo integra, per spiegare gli eventi impossibili: “Tra potere ed essere ce ne corre“.
Il lettore viene rapito da un flusso di situazioni spesso assurde, non sempre legate tra loro da nessi causali limpidi, ma con un risultato finale godibilissimo: nelle storie surreali, la solidità della trama può passare in secondo piano. Una particolare attenzione viene invece data al linguaggio: lo stesso Sclavi spiega come volesse che ogni personaggio fosse riconoscibile anche per il modo di parlare, dunque ogni singola frase è stata studiata per essere significativa.
Un tema portante della storia è l’umorismo: al solito contributo di Groucho, particolarmente attivo, si aggiungono le performance di Dylan e dei comprimari. L’indagatore dell’incubo non va dal dentista per 12 anni perché ha paura, rifiuta i classici argomenti del barbiere (che nel caso specifico ha il cadavere della moglie a pochi passi, e fa finta di niente), cade rovinosamente subito dopo aver invitato Bruce a fare attenzione. Mentre Bloch cerca inutilmente di spiegare l’ironia a Jenkins, la storia offre black humour a profusione, riferito in particolare a Lady De Bourgh, non particolarmente stimata.
Saudelli si prende qualche licenza sulle fisionomie dei personaggi storici, ma le sue tavole rendono ottimamente la gamma di espressioni, fondamentali per il tono e le vicende della storia: dall’indifferenza di fronte a eventi scioccanti allo stupore reso con enfasi talvolta cartoonesca.
Sclavi e la sua scrittura, dai primi 100 Dylan Dog a L’occhio del gatto
Il volume si chiude, come detto, con la postfazione di Franco Busatta e le sue interviste agli autori della storia. Tiziano Sclavi regala informazioni interessanti sulla sua scrittura, cambiata molto rispetto alle origini del personaggio:
All’inizio Dylan lo scrivevo praticamente solo io, e anche se la sceneggiatura la faceva un altro autore, io riscrivevo i dialoghi da cima a fondo. Inoltre, dovevo rifornire continuamente i disegnatori di tavole, per cui davo una decina di pagine a uno, una decina a un altro e così via. Mi sono trovato ad avere, in tal modo, anche quindici storie da portare avanti contemporaneamente.
Un ritmo che ai tempi della storia di questo volume era più rilassato:
Non stavo più in redazione […] Stavo a casa, potevo scrivere più tranquillamente e mi ero deciso finalmente a delegare un po’, cosa che prima non riuscivo a fare.
Le storie con Cagliostro sono sempre particolari:
Sì, facevano parte del filone folle di Dylan, quello, per intenderci, che comprendeva avventure come “Morgana” o “Storia di nessuno”. Andavano prese a
piccole dosi, naturalmente, intervallate a storie più tradizionali, ma comunque ai lettori sembravano piacere.
Rispetto al primo decennio dell’Old Boy, l’horror sembra andare più a braccetto con la commedia, con omaggi e riferimenti agli autori cinematografici preferiti da Sclavi:
Neil Simon, Woody Allen, Richard Curtis, Age&Scarpelli… tutti grandissimi. Sì, a poco a poco la mia passione per l’horror puro era diminuita, e allora come oggi preferivo vedere una bella commedia. Adoro la commedia sofisticata americana e inglese, e la commedia all’italiana
Le due interviste sottolineano anche un amore comune dei due autori per la ligne claire del fumetto francese, in particolare Blake e Mortimer di Edgar P. Jacobs.
Gli autori di Dylan Dog – L’occhio del gatto
Tiziano Sclavi è notoriamente il creatore di Dylan Dog, ma prima ancora di Altai & Jonson, Silas Finn, Agente Allen, Vita da cani, Kerry il trapper e Roy Mann. Artista della parola a tutto tondo, è stato sceneggiatore televisivo, paroliere di canzoni, copywriter pubblicitario, scrittore.
Dopo una pausa quasi decennale, Tiziano Sclavi ha ripreso a scrivere saltuariamente storie di Dylan Dog, ritrovando una certa regolarità nel 2019 con i volumi periodici I racconti di domani, in cui l’Old Boy fa da filo conduttore. Tra i suoi romanzi ricordiamo Film, Tre, Dellamorte Dellamore (prototipo da cui poi si è sviluppato Dylan Dog), Nero, Sogni di sangue, Apocalisse, La circolazione del sangue, Le etichette delle camicie, Non è successo niente.
Franco Saudelli, disegnatore e sceneggiatore, fa il suo esordio nel campo dei fumetti sulle pagine di Lanciostory. Disegna L’uomo di Wolfland e La figlia di Wolfland, scritti da Ricardo Barreiro, quindi Iberland e La fonte dell’anima, di Ottavio De Angelis. Negli anni ottanta inizia a collaborare con la Bonelli, disegnando per la rivista Orient Express e creando il suo personaggio più famoso, il detective Porfiri. Nel 1986 vince il premio Yellow Kid a Lucca Comics.