Arriva il secondo volume della collana de Il pianeta dei Morti: viene riproposta in ordine cronologico la saga di Dylan Dog scritta da Alessandro Bilotta, in volumi cartonati di 160 pagine, formato 23×30 cm, disponibili in libreria e fumetteria a 19 euro. L’idea nasce nel 2008 sul secondo Dylan Dog Color Fest, come ultima storia del personaggio, ambientata in un futuro distopico in cui un virus trasforma l’umanità nei terribili Ritornanti.
Nel primo volume, uscito a gennaio, abbiamo riletto le due storie del 2013 con cui Alessandro Bilotta ha raccontato l’inizio del contagio: Addio, Groucho, pubblicata sul Color Fest n. 10 e Il tramonto dei vivi-morenti, uscita sull’ultimo Dylan Dog Gigante, il n. 22. Dal 2015, la saga viene pubblicata sullo Speciale annuale: il volume 2 ripropone appunto il racconto contenuto nello Speciale Dylan Dog 29.
Come spiega Roberto Recchioni nell’introduzione, si tratta della prima storia della saga pensata come inizio di un lungo arco narrativo.
Trama di Dylan Dog, Il pianeta dei morti 2
Dalla finestra di casa, Dylan Dog spara a due Ritornanti per soccorrere una donna, una giornalista che vuole scrivere un libro su di lui: tra i due non nascerà la classica storia d’amore, anche perché lei è stata morsa e dunque condannata a “ritornare”. Dylan riceve un messaggio di conferma dalla società cui ha chiesto la morte assistita, quindi seppellisce i Ritornanti e la donna, infine ha un dialogo con la Morte, in cui esprime il proprio pessimismo.
Scopriamo le storie di persone che non ricordano di essere morte, o di aver abbandonato i propri cari per dimenticare tragedie personali e collettive: un paio dei protagonisti sono diventati i Ritornanti uccisi da Dylan Dog all’inizio del volume. Dedito all’alcolismo e vicino al licenziamento per negligenza, l’ispettore viene chiamato a investigare sulle Oasi, dove le persone si rifugiano e assumono droghe per dimenticare, diventando Immemori.
Il primo ministro Linwood vuole chiudere le società che forniscono la morte assistita, e, pur negandone l’esistenza, le Oasi degli Immemori. Dylan Dog riceve un video dove un uomo che non rivela la sua identità gli segnala l’evasione di 5 Immemori: due sono già stati individuati ma hanno già causato la morte di altrettanti agenti, degli altri 3 viene fornito il nominativo.
Dylan Dog è aiutato dal sergente Jenkins, figlia dell'”eroico” assistente di Bloch: le indagini rivelano che le persone segnalate hanno consegnato i propri averi, mettendo in difficoltà le rispettive famiglie, per accedere alle Oasi, una volta superata la preselezione in hotel di copertura. Il sergente trova i contatti per entrare in uno di questi alberghi: qui Dylan Dog ha un nuovo colloquio con la Morte, quindi conosce Skye, aspirante immemore.
L’organizzazione scopre che Dylan Dog è un infiltrato e lascia in hotel lui e Skye, ritenendola sua complice. Dopo la lite che ne nasce, i due si avvicinano, riconoscendo la disperazione comune. Skye gli parla di Werner, creatore delle Oasi, e del suo piano di costruirne una enorme.
La donna lo convince ad andare con lei nella nuova Oasi, dove Dylan incontra Werner e scopre che il progetto è costruire una copia di Londa a dimensione naturale, con muri di cinta per tenere lontani i ritornanti e i poliziotti come lui. Il “fumo purificatore” inalato dalle pipe consente agli ospiti di dimenticare gli orrori e iniziare una nuova vita. Il protagonista incontra Skye, che si è già dimenticata di tutto, lui compreso.
SPOILER
Scopriamo che le 5 persone fuggite erano nemici politici di Lynwood, prima rinchiuse in accordo con il politico e poi liberate appositamente da Werner per dare un segnale al primo ministro e convincerlo a lasciare in pace le Oasi. L’effetto non è quello sperato: le mura vengono violate per far entrare i ritornanti, che riescono a mordere Skye, costringendo Dylan Dog ad ucciderla. Jenkins vuole andare a cercare l’ispettore, nonostante la contrarietà del suo superiore. Nel finale, scopriamo che il protagonista, divenuto a sua volta Immemore, ha incontrato nell’Oasi una vecchissima fiamma.
Sviluppo
Ne Il Pianeta dei Morti, Dylan Dog è arrivato alla mezza età: oltre ai segni esteriori dell’invecchiamento, lo vediamo disilluso, non più amante della vita, schiacciato dal senso di colpa per aver favorito l’epidemia mondiale dei ritornanti, che avrebbe potuto fermare se fosse riuscito a uccidere l’amico Groucho.
Nella saga, particolarmente cupa, si ritrovano il pessimismo e alcuni temi cari a Sclavi, come la ripetitività e la banalità della vita quotidiana come vero orrore, sia dalla ricerca d’identità di Dylan Dog.
La qualità e il successo di questo numero e in generale della saga poggiano sia sulla solidità delle sceneggiature di Bilotta, sia sulle capacità dei disegnatori, in questo caso di Giampiero Casertano, che ne La casa delle memorie garantisce realismo ed espressività ai personaggi, rappresentando con talento i drammi personali, alternati a scene surreali 0 grottesche e allo splatter.
Il curatore di Dylan Dog, Roberto Recchioni, racconta nell’introduzione la nascita della saga:
“Era il 2008 quando Alessandro Bilotta e Carmine Di Giandomenico presentarono ai lettori della collana Dylan Dog Color Fest una breve storia in cui un Indagatore dell’Incubo ormai stanco e vecchio doveva confrontarsi con le conseguenze di un suo drammatico errore del passato. […] Era una
storia atipica, perché raccontava il finale di una lunga saga che nessuno aveva avuto modo di leggere […] e ai lettori piacque davvero molto, tanto da spingere Bilotta a ritornarci sopra con due altre storie, entrambe datate 2013 […].Mi risultò immediatamente chiaro come quell’universo avrebbe meritato una maggiore valorizzazione e di essere esplorato con
maggiore continuità. Proposi quindi a Bilotta di trasformarlo in un appuntamento fisso per i lettori, da presentare sullo Speciale annuale di Dylan Dog. […] La storia […] è la prima che venne intenzionalmente concepita come “il numero uno” di un lungo arco narrativo chiamato il Pianeta dei Morti”
Come si diceva in occasione del primo volume, la scommessa di Alessandro Bilotta era ambiziosa ed è stata un successo: l’autore romano firma un arco narrativo successivo al “presente” di Dylan Dog, che per tre decadi è stato un eterno trentenne (nonché ragazzino) immerso in una continuity molto blanda. Spiega l’autore:
“Ho pensato Il Pianeta dei Morti come il ritorno a casa di Dylan Dog […] Ho pensato che l’ambientazione nel futuro avrebbe consentito di rendere ancora più dura l’esperienza per lui; avrebbe permesso di scardinare l’ultima delle certezze, quella del protagonista che continua a vivere in un eterno presente, trappola a cui neanche Dylan Dog naturalmente aveva potuto sottrarsi”.
A raccontare chi era Dylan Dog, che cosa lo ha cambiato e che cosa è diventato, prima di decidere se accettare la sua richiesta di morte assistita, sono due personaggi con le fattezze di Tiziano Sclavi, creatore del personaggio, e Angelo Stano, uno dei disegnatori più rappresentativi della prima era, autore del mitico n. 1, di Morgana, di Storia di Nessuno, e delle copertine dei numeri da 42 a 361.
La scelta è significativa in quanto la saga stessa, come precisato da Bilotta, è in continuity con il Dylan Dog pre-meteora, più precisamente quello dei numeri dall’1 al 69, che possono essere considerati la fase più “sclaviana” dell’indagatore dell’incubo.
Altro riferimento alle origini del personaggio è il fatto che Dylan Dog abiti di fianco al cimitero, così come Francesco Dellamorte, protagonista del romanzo Dellamorte Dellamore, prototipo che ha ispirato la definizione dell’indagatore dell’incubo. Più precisamente l’ispettore vive in un casale a metà strada fra il cimitero e la città, tra i vivi e i morti, un confine che sta sparendo:
L’ispettore condivide anche il cinismo di Dellamorte: uccide la ragazza che ha provato a salvare dai Ritornanti, e aggiunge il suo sacco agli altri due, tra quelli da bruciare, apparentemente senza grande coinvolgimento. Vengono inseriti nella saga gli Immemori, persone che si sono rifugiate nelle Oasi per dimenticare l’epidemia: tornano nel mondo dopo quattro anni, a causa delle droghe somministrate non ricordano il proprio passato e il problema dei Ritornanti.
All’indagine di Dylan Dog su Immemori e Oasi, si intrecciano omaggi a storie classiche della testata principale (come il personaggio non notato da nessuno, che richiama uno dei protagonisti di Memorie dall’Invisibile) e soprattutto diversi episodi brevi legati a uomini che cercano di tornare alla vita di prima, non consapevoli di essere morti, o ai ritornanti uccisi da Dylan all’inizio della storia: uno schema ricorrente dei primi Speciali e caratteristico del numero 10 della serie regolare, Attraverso lo specchio, di cui tra l’altro ritorna il negozio Bentler & Son.
Ritornanti e Immemori sono spesso usati come metafore, funzionali al tema del ricordo, dell’eterno ritorno, del senso della vita:
“Non conta la strada che calpestiamo, ma la direzione che il caso ha scelto per noi. Non possiamo più scegliere, ma non ci fermiamo mai. Il continuo movimento è il pegno da scontare per aver rifiutato l’immobilità eterna”.
Mentre Jenkins prendeva sempre sul serio le battute ironiche di Bloch, la figlia ride spesso alle considerazioni di Dylan Dog, ritenendole erroneamente degli scherzi. Il protagonista invece torna spesso sul tema della memoria: per lui l’unica cosa sensata è dimenticare e fare in modo da non avere altro da ricordare.