L’albo di Dylan Dog questo mese porta Dylan Dog nelle atmosfere oniriche di Carlo Ambrosini, autore dei testi e dei disegni: I padroni del nulla è in edicola dal 30 gennaio.
La trama
Dylan Dog parte in auto con Groucho, diretto a Goldenstown, per comprare un nuovo clarinetto. Un guasto al maggiolino li costringe a chiedere un passaggio: un signore gentile li accompagna alla stazione di servizio più vicina, in compagnia di due figure silenziose, un piccolo Arlecchino e la cantante e attivista Nina Simone.
Entrando in officina, Dylan Dog ha un déjà-vu: tutto ricorda una visione avuta di recente, dove alcune figure simili a Pulcinella vegliavano una persona in punto di morte. Queste visioni si faranno più frequenti. Dylan trova il conducente del carro attrezzi: è una donna in dolce attesa, che assiste il padre moribondo. La storia raccontata da Pulcinella e quella vissuta alla stazione di servizio sono collegate dall’antica vicenda degli antenati della donna: il padre non può morire prima lei partorisca.
Nel paesino sperduto arrivano anche tre terroristi in fuga, che portano all’intervento di Rania e Carpenter, con momentaneo ritorno alle situazioni ordinarie per il protagonista.
Lo sviluppo
Una storia complessa che ricorda molto quelle di Napoleone: personaggio creato dallo stesso Ambrosini nel 1997, pubblicato come bimestrale da Sergio Bonelli Editore fino al 2006, tornato nell’estate 2019 su tre numeri de Le Storie. Piani temporali, realtà, sogno e sovrannaturale si intrecciano e si confondono, in una vicenda che impegnerà il lettore.
Benché la causa sia molto probabilmente legata a scelte precise, al tipo di storia, allo stile espressionista dell’autore e alla già citata alternanza di tempi e dimensioni, il disegno non è sempre convincente: alcune tavole sembrano solo abbozzate, le fisionomie spesso non sono coerenti, in particolare per quanto riguarda il volto di Dylan Dog.
Va detto che lo stile di Ambrosini, oltre a cambiare nel corso del tempo, si adatta al tipo di storia. Nel recente volume che ripropone I vampiri (storia del 1991 della serie regolare di Dylan Dog), l’autore afferma:
“Inchiostrai la storia a pennino, creando un tratto sporco, fatto di linee nervose e brusche, che riflettessero la crudezza e il pessimismo della sceneggiatura di Tiziano. […] I Vampiri rappresenta una prova generale per il mio disegno attuale, che è duro, sintetico, per niente calligrafico e, mi auguro, essenzialmente narrativo”
Pulcinella, Punch e Arlecchino
Carlo Ambrosini commenta il suo uso delle maschere italiane, ispirato dagli affreschi di Gian Domenico Tiepolo, e della cantante Nina Simone:
Pulcinella è una figura squisitamente Italiana, emblema e metafora di uno spirito e di una cultura peculiare del suo territorio. Mister Punch è poco assimilabile al nostro, sarebbe stato impossibile renderlo comprensibile dalla cultura anglosassone senza stravolgerlo. Arlecchino invece è più internazionale, perché il sospetto che sia una trasfigurazione del diavolo è contemplato fin dalla sua genesi. E ogni paese ha i suoi diavoli. Per Nina Simone è più semplice: è un genio, una musicista straordinaria, unica e irripetibile nella quale Paradiso e Inferno convivono come le due facce della stessa medaglia.
Lo stesso Arlecchino, sempre con cappello bicorno, ricorre nelle storie di Ambrosini: compariva ad esempio nei suoi Dylan Dog Una nuova vita e Cronodramma.
Punch, maschera inglese derivata da Pulcinella (e non viceversa, nonostante quel che afferma Dylan, da bravo british, ne I padroni del nulla) è tipica del teatro dei burattini, solitamente portata in scena in coppia con Judy: figura clownesca, assume nel 1700 l’aspetto attuale (gobba, lungo naso ricurvo, vestito giallo e rosso). Il personaggio di solito compie cattive azioni ma la fa franca: sfugge non solo alle istituzioni umane ma anche a quelle sovrannaturali (in modo analogo Pulcinella tiene a bada l’Arlecchino “scurnacchiato” nella storia di questo mese).
La maschera inglese sarà coinvolta nell’albo in uscita tra pochi giorni nel Dylan Dog Color Fest 33, scritto da Giovanni De Feo e disegnato da Giulio Rincione, l’indagatore dell’incubo, per colpa di Groucho alle prese con una multa salatissima, finirà nello strano teatro dei burattini gestito da Mister Punch.
L’autore
Negli anni 80 Carlo Ambrosini disegnò diversi numeri di Ken Parker, per poi ottenere un notevole successo in Italia e Francia con Nico Macchia, di cui era ideatore e autore completo: una precisa ricostruzione storica faceva da sfondo alle vicende di tre cavalieri di ventura del XVI secolo.
Successivamente, oltre al già citato Napoleone, ha creato per la Bonelli il personaggio del critico d’arte Jan Dix, scrivendone la maggior parte dei testi e disegnandone alcuni numeri. Ambrosini Ha inoltre disegnato storie di Tex Willer, Orfani, Il Confine.
Venendo a Dylan Dog, a partire dal secondo anno della serie regolare ha disegnato molti numeri, come Canale 666, L’isola misteriosa, La scogliera degli spettri, Inferni, I vampiri, il celeberrimo Il lungo addio. Finito il “monopolio” di Sclavi, ha iniziato a occuparsi anche dei testi, con Dietro il sipario e Il guardiano della memoria, fino ai più recenti Una nuova vita (primo albo con Roberto Recchioni come curatore), Lacrime di pietra, Cronodramma, Del tempo e di altre illusioni.