Disponibile dal 24 luglio, l’Enciclopedia della Paura 2024 propone tre storie e approfondimenti tematici per un totale di 160 pagine in bianco e nero in formato 16×21 cm, in vendita a 8,90 €.
L’anno scorso era andato in pensione il Dylan Dog Magazine, nato nel 2015 per sostituire l’Almanacco della Paura.
Per un lustro il Magazine aveva proposto una storia sull’ispettore Bloch in pensione – in coerenza con quanto avvenuto nella serie regolare – alle prese con casi da risolvere nella campagna inglese di Wickedford, spalleggiato da Dylan Dog. Nell’ultimo biennio la storia era legata al reboot della serie regolare (n. 401).
Dopo 8 edizioni, è stato a sua volta rimpiazzato dall’Enciclopedia della Paura, che giunge dunque al secondo numero.
Al posto di un’unica storia affiancata da un’ampia panoramica sulle editoria horror degli ultimi 12 mesi e di uno o più focus sul tema del fumetto proposto, la nuova formula prevede più storie con altrettanti approfondimenti tematici.
Il nome dell’attuale uscita annuale riprende quello degli allegati dei primi Speciali, prima che venissero sostituiti dai “Grouchini”.
Dylan Dog presenta l’Enciclopedia della Paura – 2024
La carrellata sulla fiction horror dell’ultimo anno inizia con Maxxxine, ultimo capitolo della trilogia cinematografica di Ti West, ambientato nel mondo dei sexy show. Si prosegue con l’edizione di lusso in Blue Ray di Non aprite quella porta, in occasione del cinquantennale. Consigliate anche le pellcole Acide, Evil Lurks e The Well.
Per le serie TV, si segnala Il crollo della casa degli Usher, con cui Mike Flanagan porta Edgar Allan Poe nella post-modernità, rivisitando, citando e collegando le opere dello scrittore di Boston. Al padre del giallo classico aveva dedicato diversi film Roger Corman negli anni ’60, il cortometraggio animato Vincent di Tim Burton (1982) e il più recente The Pale Blue Eye.
Per i videogiochi, spazio alla serie Alan Wake, dal quale sono stati tratti una novellizzazioni e una serie TV (in realtà non ancora uscita, nonostante l’annuncio del 2018).
Il libro segnalato è Blumhouse productions – La casa americana degli orrori, saggio di Matteo Marescalco dedicato alle produzioni di Jason Blum, cui si deve in parte il passaggio dell’horror dalla nicchia al genere di masso allo spazio per grandi autori come Jordan Peele.
Ampio spazio al fumetto Something is killing the children, scritto da James Tynion IV e disegnato da Werther Dell’Edera: una serie americana in cui l’immaginazione sembra in grado di distruggere la realtà.
Le tre storie dell’Enciclopedia della Paura 2024 sono Le verità sepolte, scritta da Claudio Chiaverotti e illustrata da Piero Dall’Agnol e Renato Riccio (una villa che un blackout precipita nelle tenebre, rivelando mostruose presenze…), I denti della notte, con sceneggiatura di Bruno Enna e tavole di Fabiana Fiengo (i frequentatori di un pub vanno a caccia di un lupo mannaro…), infine Cadavere vivente, testi di Giancarlo Marzano e disegni di Davide Furnò (il folle dottor Zardoz usa come cavia un “cadavere vivente”…).
Le verità sepolte
Ellen Whiterose ha comprato villa Xander a Stratford, dove vive con la figlia Susan. La bambina ha paura del buio e, durante i frequenti black-out, vede una donna inquietante.
La donna, che ha da poco iniziato una relazione con il suo cliente Marcus, si rivolge a Dylan Dog, il quale interroga l’agente immobiliare che si è occupato dell’acquisto e scopre che gli anziani del posto parlano di una maledizione sull’edificio. Indagando in municipio, l’Old Boy riceve dall’impiegato Art Kensington un articolo del 1824: Cyril Xander, primo proprietario della villa, aveva assassinato la cameriera Adele Lester, sostenendo che fosse una strega.
Susan riconosce nella foto dell’articolo la donna che compare nel buio e chiede di lasciare la casa: lei ed Ellen si trasferiscono da Dylan Dog, che fa un sopralluogo nella villa e al buio vede Adele. Kensington informa l’agente immobiliare di aver trovato un segreto agghiacciante sull’omicidio del 1824. Nella notte l’impiegato viene ucciso e il documento sparisce.
Dylan Dog torna alla villa e la donna gli consente di vedere la scena dell’omicidio: scoperto che Cyril Xander tratteneva il piccolo Joey contro la sua volontà, la cameriera fece scappare il bambino e venne uccisa. A questo punto Dylan capisce che è la donna è tornata per fermare un altro mostro e mette in relazione l’arrivo di Marcus con la prima apparizione di Adele.
Marcus rivela di aver avuto un precedente di molestie a bambini ma assicura di essere guarito e che Ellen e Susan erano la sua occasione di riscatto. Si è sentito accusato sia dalla visione di Adele sia dallo sguardo di Kensington quando che gli ha parlato del segreto che aveva scoperto: Cyril era un pedofilo.
Temendo di perdere Ellen, Marcus ha ucciso Kensington e ora punta la pistola Dylan contro Dylan e minaccia di incendiare la villa. La situazione viene nuovamente risolta da Adele.
Ben supportata dalle tenebrose tavole di Piero Dall’Agnol e Renato Riccio, la storia di Claudio Chiaverotti intriga, nascondendo inizialmente la natura dell’apparizione e depistando brevemente il lettore: ci sono due personaggi antipatici e sospettati, ma uno solo ha fatto tornare Adele.
Nell’approfondimento B come buio si ricorda come lo stesso sia elemento essenziale della narrativa horror, come sottolinea Edgar Allan Poe nella poesia Il Corvo (“L’oscurità lì, nulla più”) e nel racconto Il pozzo e il pendolo. Il buio gioca un ruolo essenziale già nei classici espressionisti Nosferatu il vampiro e M – Il mostro di Düsseldorf, così come nel Dracula di Tod Browning.
Il buio diventa protagonista in due racconti di H.P. Lovecraft, Colui che sussurrava nelle tenebre e L’abitatore del buio.
Più di recente, dall’apprezzato cortometraggio Lights out di David Sandberg, James Wan ha tratto una pellicola meno efficace. Lo stesso regista ha girato Insidious e The Conjuring. Tra le tante pellicole citate, Pitch Black di David Twohy (primo capitolo della saga di Riddick) e il recente The Boogeyman.
I denti della notte
Dylan Dog viene chiamato dalla giovane Rachel a indagare in un villaggio sperduto su un caso di licantropia. All’arrivo, scopre di essere in realtà di essere stato reclutato a sua insaputa come influencer del paranormale, per attirare turisti dell’orrore in una fittizia caccia al lupo mannaro, finalizzata a risollevare la sorti del pub di Rachel, il Dead Man’s Den.
I clienti scoprono presto di essere stati raggirati da ciarlatani, ma uno di loro, Algernon, viene attaccato da una belva feroce che gli stacca un braccio. Cercando Muffin, il cagnolino che lo segue da quando è arrivato in paese, Dylan trova con Rachel la sperduta casa del proprietario dell’animale, il genetista Kessler.
Anche lo scienziato è stato attaccato. Rivela di aver effettuato studi su alcuni cani meticci, dotati di un gene recessivo che durante la luna piena provoca trasformazioni fisiche e forte aggressività. Muffin è l’unico sopravvissuto del branco: è stato lui ad attaccare Kessler.
Ancora una volta l’umanità di Dylan Dog si rivela l’elemento chiave della vicenda.
I disegni si segnalano soprattutto per un Dylan Dog particolarmente giovane. Fra le trovate più gustose, il Creepyadvisor, dove Dylan risulta “di tendenza”.
L’approfondimento L come licantropo ricorda come i licantropi, tra le creature principali dell’horror insieme a vampiri e zombi, siano un mito antichissimo risalente alle prime tribù nomadi di cacciatori: il lupo era un modello di predatore cui gli uomini desideravano somigliare. Divenendo pastori e allevatori, gli uomini passarono dall’ammirazione al timore e all’odio.
Nel Medioevo si inizia a pensare che dietro la licantropia (di cui vengono accusati malati di rabbia, porfiria, ipertricosi o disturbi psichiatrici) ci sia un patto con il diavolo. Altri sistemi citati sono la vestizione con pelle di lupo e l’uso di farmaci (già ipotizzato dai Virgilio).
Il contagio tramite morso o graffio di un altro licantropo e la trasformazione durante la luna piena hanno radici antiche ma si sono affermate più di recente, in particolare grazie ai film.
Tra le trasformazioni non volontarie, quelle legate a una maledizione, fatta dalle streghe per avere una cavalcatura per andare al sabba, o da Zeus, come nel caso del malvagio re Licaone. Infine quelle incidentali, per chi dorme a volto scoperto sotto la luna, ingerisce fiori particolari o beve acqua piovana dalle orme di un licantropo.
Oltre al proverbiale argento, contro i lupi mannari si può usare il più economico aconito, un erba tossica.
Cadavere vivente
Il professor Zardoz e il dottor Langer studiano il soggetto A-21: una donna morta da anni, la cui decomposizione è ancora lieve, trovata a vagare nei pressi di Undead. Senza battito e con attività cerebrale minima, la ragazza risponde ancora agli stimoli (e cerca di mordere).
Durante l’autopsia, la ragazza ricorda la sera in cui era stata aggredita dagli zombi, insieme al suo ragazzo Todd. Sembra piangere, come notano gli scienziati, secondo i quali la reattività è legata al “cervello rettile” che regola gli istinti primari e appunto le reazioni… ma non i sentimenti.
Quando i due stanno per aprire la scatola cranica, irrompe Dylan Dog, deciso a interrompere gli esperimenti disumani.
In poche pagine e in unico, angusto ambiente, il terzo fumetto del volume riprende le vicende di Undead e dunque degli esperimenti di Xabaras (alla base del mito di Dylan Dog e legati strettamente alla saga de Il pianeta dei morti).
In un contesto estremo, la storia tocca il tema degli eccessi della ricerca che non si ferma davanti alla tortura.
Con uso intenso e sapiente di neri, grigi e sfumature, i disegni calano efficacemente il lettore nell’atmosfera lugubre e angosciante della storia.
Z come Zombi. Fino a metà del secolo scorso, gli zombi erano parte del folklore haitiano, legati a riti vudù che con cui si catturava parte dell’anima della vittima, che rimaneva in stato letargico simile alla morte e poi riportata in vita come schiavo.
A cambiarne la storia – benché anticipato dai racconti Herbert West, rianimatore di H.P. Lovecraft e Io sono leggenda di Richard Matheson – ci ha pensato George Romero con la pellicola cult La notte dei morti viventi (1968), che ha dato enorme successo mediatico agli zombi.
Romero firma una prima trilogia – e per l’edizione italiana del secondo capitolo Dario Argento usa per la prima volta la parola zombi, non utilizzata dal collega – cui farà seguito una seconda a inizio millennio.
Da allora, decine di film, serie TV e fumetti, dove la spiegazione del risveglio ha avuto molte versioni esulanti dal folklore caraibico: virus da sonde venusiane, gas sotterranei, nuove armi chimiche o batteriologiche, terreni particolari, ultrasuoni, piani di conquista alieni… o virus creati appositamente da scienziati pazzi come Xabaras.
Dopo il grande successo degli anni ’80 e ’90, gli zombi tornano di gran moda negli anni ’10, grazie a The Walking Dead (fumetto e poi serie TV) e al videogame Resident Evil.
Gli autori
Claudio Chiaverotti è uno sceneggiatore storico dell’indagatore dell’incubo, tra i primi ad alternarsi a Tiziano Sclavi: suoi, tra gli altri, i numeri 34, Il buio, 36, Incubo di una notte di mezza estate, 45, Goblin, 47, Scritto con il sangue, 53, La Regina delle Tenebre, 54, Delirium, 55, La mummia, 58, La clessidra di pietra, 60, Frankenstein!, 66, Partita con la morte, 68 Lo spettro nel buio, 70, Il bosco degli assassini, 71, I delitti della Mantide, 73, Armageddon!
Negli anni ’90 Piero Dall’Agnol ha disegnato So long baby (Telemaco Comics). Disegnatore storico di Dylan Dog, ha realizzato diversi albi tra i primi 100, spesso in coppia con Chiaverotti: Il buio (34), Goblin (45), La mummia (55), Caccia alle streghe (69), Lontano dalla luce (82), Lo sguardo di Satana (98).
Sue anche le tavole della recente trilogia sul ritorno di Mana Cerace, scritta da Claudio Chiaverotti e pubblicata sui numeri 409, 410, 411. Per Sergio Bonelli Editore ha disegnato anche Nick Raider e Julia.
Renato Riccio ha disegnato Legion 75 (Star Comics), William Boyd (Edizioni Inkiostro).
Per l’indagatore dell’incubo ha firmato, spesso lavorando con il compianto Piccatto, La calligrafia del dolore e Frammenti (nn. 352 e 442 della serie regolare), Incubo impossibile (Dylan Dog Color Fest n. 12), L’armonia del silenzio e Il sorriso dell’assassino (Maxi Dylan Dog nn. 22 e 29), Il Natale infinito e Il mostro dentro (Oldboy nn. 4 e 11).
Sempre per Sergio Bonelli Editore ha realizzato il Romanzo e fumetti e la miniserie Darwin e alcuni numeri di Brendon, Nathan Never e Zagor.
Molto attivo in casa Disney, Bruno Enna scrive spesso per Topolino, soprattutto parodie: in particolare, ha firmato la trilogia gotica composta da Dracula di Bram Topker, Lo strano caso del dottor Ratkyll e di mister Hyde e Duckenstein di Mary Shelduck, realizzata con il disegnatore Fabio Celoni.
Sua anche la storia Una ballata del topo salato, omaggio a Corto Maltese realizzato insieme a Giorgio Cavazzano. Sempre per Disney, Enna ha scritto storie di Paperinik, Trip (PK), Archimede, Pippo, Anderville confidential, Mickey Mouse, Star Top, Paperoga, Paperino, X-Mickey, Paperino e Qui Quo Qua, Storia Papera, Zio Paperone, Amelia, Pippo Holmes, Giovani Marmotte.
Inoltre ha ideato Paperino Paperotto e il suo mondo, Quack Town, piccolo centro agricolo fuori Paperopoli dove Paperino ha vissuto da piccolo con Nonna Papera (senza Ciccio).
Per Bonelli ha firmato storie di Saguaro, Creepy Past, Zagor. Per il mercato francese Susine (Soleil Productions).
Per Dylan Dog, Enna ha scritto Anima d’acciaio, Il guardiano del faro, Vite in gioco, Nel segno del dolore, Sulla pelle, Dove i sogni vanno a morire e Orrore tra i ghiacci, numeri 248, 251, 254, 284, 326, 428 e 454 bis della serie regolare, oltre ai numeri 7, 9, 12, 33, 35 e 38 del Maxi, ai Gigante 14, 16, 17, agli Oldboy n. 7, 14, 15, 20 e ai Color Fest 3, 4, 26 e 47.
Fabiana Fiengo aveva già disegnato per Bonelli i numeri 1, 2 e 4 de I bastardi di Pizzofalcone.
Giancarlo Marzano, torinese, è attivo da quasi due decenni sull’indagatore dell’incubo, in particolare sulla testata da cui deriva l’Oldboy, il Maxi Dylan Dog – Old Boy(14 storie): suoi Terrore sul mare (n. 8), Lo “scavatombe” (9), Il dono degli Hurlington (10), Gli “Untori” (11), La capanna nel bosco (14), La nave nera (15), Gli spietati (16), La verità sommersa (17), Le scarpe del morto (18), L’attimo morente (20), A volte non ritornano (23), Il burattinaio (29), L’uomo e la bestia (31), La casa che piange (38).
Per la serie regolare dell’indagatore dell’incubo ha scritto 15 numeri, concentrati in particolare nel periodo 2008-2011: 257, Il custode, 264, Liam il bugiardo, 271, Il piccolo diavolo, 273, Seppelliti vivi!, 285, Il ladro di cervelli, 295, Tra moglie e marito…, 297, Il sortilegio, 299, Un’affezionata clientela, 306, Il baule delle meraviglie, 319, I ritornanti, 321, Giovani vampiri, 330, La magnifica creatura, 377, Non umano, 386, Hyppolita, 431, Nulla è per sempre.
Sue inoltre le sceneggiature del n. 14, 17, 23 de l’Almanacco della Paura, Le notti di Halloween, Il capolinea, La cara mamma, dei Dylan Dog Gigante n. 16, 19, 21, L’assedio di Sand Manor, Autoscatto, La voce negata, del Color Fest n. 5, Lacrima di stella, del Dylan Dog Magazine 2022, Il faro, infine i numeri 3 e 6 di Dylan Dog Oldboy, Il nemico geniale e Gli esorcisti.
Ha scritto inoltre i numeri 26 e 58 de Le Storie, Il tesoro di Bisanzio e Il sangue dei mortali.
Davide Furnò, formatosi all’Accademia delle Belle Arti, ha iniziato l’attività professionale in campo pubblicitario, proseguendo con l’editoria scolastica per arrivare quindi al fumetto, realizzando Fate per la rivista Strane Storie della Vittorio Pavesio Production.
Ha disegnato John Doe di Eura Editoriale, realizzato come autore completo la storia Amici per la rivista Heavy Metal, quindi il fumetto pittorico Loudun per l’editore francese Soleil.
Insegnante di illustrazione per l’editoria all’Istituto Europeo di Design di Torino, collabora con diversi editori torinesi, realizzando in particolare libri di narrativa per ragazzi. Per DC Comics ha disegnato due storie di Batman, mentre per l’etichetta Vertigo (sempre DC Comics) ha firmato Scalped e le copertine della serie Greek Street.
Furnò ha iniziato a lavorare per Sergio Bonelli Editore con la miniserie Cassidy, proseguendo come disegnatore e copertinista di Saguaro nel 2012, quindi le copertine della miniserie Hellnoir.
Infine Dylan Dog: per la serie regolare ha disegnato i numeri 357, Vietato ai minori, 381, Tripofobia,420, Jenny, che ha chiuso la trilogia dedicata a Vasco Rossi, 439, L’orrenda invasione, 446, L’altro lato dello specchio. Suoi inoltre i Color Fest nn. 13 e 33, il Maxi n. 35, Tutto è perduto, I racconti di domani n. 5.