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Dylan Dog Color Fest: la nostra recensione

Massimo Sola 5 anni fa Commenta! 5
 
Trentacinquesimo appuntamento per il Dylan Dog Color Fest, la testata più sperimentale dell’indagatore dell’incubo. Nuove visioni si apre con la copertina di Prenzy (Francesco Chiappara) e ci porta, in tre modi molto diversi, sul confine tra realtà e finzione.
Il prossimo appuntamento con il Fest sarà il 9 febbraio, con la storia unica Mister Punch, realizzata da Giovanni De Feo e Giulio Rincione, probabile omaggio al graphic novel di Neil Gaiman La tragica commedia o la comica tragedia di Mr Punch.

​​I figli del vodoo

La prima storia ​è scritta da Marco Rizzo e disegnata da Lelio Bonaccorso, autori ai primi passi in ambito bonelliano ma ben noti per il graphic journalism. I due hanno firmato Peppino Impastato – Un giullare contro la mafia, La mafia spiegata ai bambini, L’immigrazione spiegata ai bambini e in particolare Salvezza, basato sulla loro esperienza sulla nave Aquarius, durante i soccorsi ai migranti al largo della Libia effettuati da SOS Mediterranée e Medici senza frontiere.

Contenuti
​​I figli del vodoo​​​Non c’era una volta un’isolaRossoazzurro

E al tema di Salvezza si lega la storia realizzata da Rizzo e Bonaccorso per il Color Fest, che affronta ​un orrore vero, la tratta delle persone. Lo stesso Groucho sottolinea come sia un orrore umano, diverso, peggiore delle creature con cui Dylan Dog ha familiarità. La fuga dagli inferni africani, Boko Haram, i viaggi della disperazione dove comincia la schiavitù, il condizionamento tramite la superstizione, la prostituzione forzata.

Il tema è trattato con delicatezza, pur essendo un pugno nello stomaco, oltretutto inserito in un racconto di 30 pagine che integra il tema sociale con umorismo, esagerazioni, horror e splatter: un equilibrio e una sintesi ammirabili. Il disegno, abbastanza tradizionale rispetto allo standard del Color Fest, si adatta bene alla storia​ e si muove con disinvoltura tra i diversi toni della vicenda​.

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​​​Non c’era una volta un’isola

​Anche nel secondo episodio Dylan Dog si scontra con qualcosa di concreto che di solito non lo riguarda: la sua fidanzata Wendy, separata e madre di due figli, gli rinfaccia gli aspetti scomodi e faticosi della vita quotidiana degli adulti, che lui evita con ironia, ma soprattutto con scelte e atteggiamenti da eterno adolescente. L’indagatore è fedele alle sue ossessioni e teme quello che nelle storie di Tiziano Sclavi era spesso definito il vero orrore.
Wendy richiama il fidanzato alla realtà ma, a suo modo, cerca di sfuggirle: efficacissimo lo scambio di vedute tra lei e Dylan Dog, sull’ambiguità di ciò che le donne vogliono dagli uomini. La donna è tormentata da una versione da incubo del mondo di Peter Pan, con creature mostruose che si rivelano al corrente dei suoi problemi reali.
​I testi sono di Giovanni De Gregorio, un veterano dell”indagatore dell’incubo: c’è la sua firma su altri tre Color Fest, tra cui il primo, ​14 Maxi Dylan Dog, 18 numeri della serie regolare. Emiliano Tanzillo abbina in modo suggestivo approcci molti diversi: il sostanziale realismo dei primi piani spesso cede la scena a una sorta di impressionismo, man mano che l’inquadratura si allarga.
Dylan dog

Rossoazzurro

​Il Color fest si chiude con una storia realizzata interamente da​ Stefano Simeone, già autore completo di Semplice (Tunué), Ogni Piccolo Pezzo e Diciottovoltevirgolatre (Bao Publishing). Simeone ha inoltre disegnato Vivi e Vegeta, opera che nel 2016 ha vinto il Premio Micheluzzi come miglior WebComics.
Rossoazzurro esplora il tema della follia, nella variante classica della scomparsa di una persona di cui si ricorda solo il protagonista. Mark Minnem, scrittore ricoverato in manicomio, assume Dylan Dog per scoprire se esista davvero la compagna Maude Imith, con cui ha vissuto per vent’anni. L’Old Boy incappa in ipotesi poco credibili sulle cause della pazzia, nonchè in un negozio che dispensa cioccolato magico: progressivamente le convinzioni e la razionalità perdono consistenza. L’opposizione tra rosso e azzurro, presente nel titolo e dominante nelle tavole, è il punto debole del protagonista, ma non solo…

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