In edicola dal 6 agosto, il numero 38 del Dylan Dog Color Fest si intitola Groucho Terzo e contiene appunto tre storie dedicate all’esplosivo assistente dell’Old Boy. Le prime due erano apparse negli albetti Grouchini e nel Grouchomicon.
Il prossimo Color Fest, Materia oscura, uscirà il 6 novembre: 3 storie inedite realizzate da Officina Infernale, Spugna e Starace.
Il bambino dei Baskerville
Al n. 7 di Craven Road bussa un bambino, che ha appena riportato in vita il suo cane defunto ma non ricorda nulla. Appurato che i genitori del piccolo sono morti e quindi non c’è una bella donna di mezzo, Dylan Dog incarica Groucho di occuparsi del bambino.
Non sapendo il nome, Groucho provvisoriamente lo chiama Dailan (come faceva Bree Daniels, storico amore dell’Old Boy, in Memorie dall’invisibile). Dopo qualche traversie, il protagonista scopre che si tratta del piccolo Ifuf Baskerville: lo riconsegna al maggiordomo, che si affretta a dichiararsi innocente per la scomparsa dei padroni di casa. La minaccia principale viene però dal cane redivivo.
Per sua fortuna, Groucho non ha bisogno di un assistente che gli lanci la pistola. Ma nel frattempo ha creato qualche problema a Scotland Yard…
Realizzata interamente da Sio, la storia che apre l’albo porta con sé le peculiarità dell’autore veronese, abbastanza “divisivo”: lo stile grafico di Simone Albrigi è minimal, essenziale ma efficace, la narrazione incentrata sulle battute, talvolta brillanti, in alcuni casi giochi di parole un po’ forzati. Il tutto, spalmato su 32 pagine, mette alla prova il lettore affezionato alle sceneggiature impeccabili e ai disegni d’autore.
Groucho profondo
Paola Barbato e Luigi Piccatto (autore anche della copertina del Color Fest) confezionano una rivisitazione di Spazio profondo, numero 337, a colori, che nel 2013 inaugurò la seconda fase del nuovo corso di Dylan Dog con una metafora editoriale della testata. Colori dello stesso Piccatto e di Virginia Chiabotti.
Nel racconto originale, in un’astronave alla deriva, alcuni prigionieri erano tormentati da spettri e vedevano periodicamente arrivare una versione sintetica di Dylan Dog che cercava invano di salvarli, affiancato da quattro cloni in cui risaltava, estremizzata, una delle caratteristiche dell’indagatore dell’incubo.
Nell’astronave UK Ziggy, una volta falliti i tentativi con tutte le armi convenzionali, per evitare l’apocalisse il comandante ordina di risvegliare il quinto elemento: una copia sintetica di Groucho. La sua personalità, “molto complessa”, è stata divisa in 4 componenti, con le sembianze di altrettanti grandi comici: Charlie Chaplin, Woody Allen, Whoopy Goldberg e Marty Feldman, nei panni dell’indimenticabile Igor di Frankenstein Jr.
La missione è affrontare una forza cosmica chiamata Typhoreth l’assurdo, un divoratore di mondi (come Galactus dei fumetti Marvel), che annienta le realtà togliendone il senso e facendo impazzire chi lo incontra. Copie di soldati, scienziati e teologi hanno fallito, mentre un comico ha resistito qualche minuto.
Tre dei quattro componenti vengono eliminati da situazioni più o meno assurde. Cercando di essere più imprevedibili, Groucho e Igor mettono in scena la scena del laboratorio in Frankenstein Jr, creando così una copia di Dylan Dog. Anche Igor sparisce: il finale è un confronto all’ultima assurdità tra Typhoreth e Groucho.
Grazie anche alla colorazione, i disegni sono molto simili al “modello”, il numero 337 della serie inedita. Non si tratta di mero rifacimento o parodia: le tavole di Picatto esprimono efficacemente i toni e le situazioni, dal drammatico al comico al grottesco.
La storia regala divertimento e citazioni a più riprese: la parte del leone spetta a Frankenstein Jr., ma non mancano classici come Il grande dittatore. Tornano anche Azazelo e il suo padrone, signore di Altroquando.
Un Groucho da collezione
Scritta da Davide La Rosa e disegnata da Luca Bertelè, colori di Manuela Nerolini, la terza storia dell’albo è inedita.
Subito dopo essersi licenziato senza dare troppe spiegazioni, Groucho viene rapito. Si ritrova in una bolla spazio temporale, prigioniero di Teddy Torb: aspirante spalla di personaggi famosi che, non riuscendo a raggiungere il suo scopo, colleziona quelli che ce l’hanno fatta.
I sogni di Torb non si sono avverati a causa della sua sbadataggine: in passato aveva sabotato i piani del dottor Xabaras, di fatto salvando Dylan Dog. Il rapitore è dotato di un ombrello-fucile e di un fagiano crononauta, con il quale raggiunge le epoche dove vuole rapire le spalle.
Groucho si ritrova in compagnia di John Watson, Virgilio e di due spalle meno famose (un’assistente della serie Dov’è Wally e un bistrattato “Chuck Cunningham” di Happy Days).
Oltre al villain e al luogo inospitale, Groucho deve affrontare la passività dei suoi colleghi: dopo un tentativo fallito di ribellione, ora sono tutto sommato sono contenti della sistemazione e si sono convinti di essere inutili. Il comico ricorda che loro sono essenziali per avvicinare il pubblico all’eroe e li trascina verso la libertà.
Il fagiano crononauta era già coprotagonista in un libro di Davide La Rosa, intitolato appunto Paco Lanciano (e il fagiano crononauta). In poche pagine c’è spazio per un salto nel Safarà e, come visto, per un ipotetico retroscena fondamentale della prima storia del primo numero di Dylan Dog, L’alba dei morti viventi (omaggiato anche nel finale).
Anche questa storia abbina ottimamente il divertimento all’avventura. Bartolè mescola gli stili, dando una fisionomia “disneyana” a Groucho e Dylan, un aspetto “da bande dessinée” al villain e alle spalle rapite. Da sottolineare la bellezza e i dettagli degli scenari, in particolare per le scene londinesi.