In edicola dal 30 aprile, “La Dama bianca” rievoca la prima storia doppia di Dylan Dog. Il numero 464 della serie principale dell’indagatore dell’incubo è scritto da Alessandro Russo e disegnato da Ernesto Grassani. Copertina dei fratelli Cestaro, autori anche del poster a colori dedicato al nuovo frontespizio della testata, in regalo con l’albo.

Sulle imminenti nozze di Carlotta incombe lo spettro degli omicidi compiuti dalla madre il giorno del suo matrimonio. Si mormora che il seme della follia abbia germogliato dentro di lei. «Lo sposerai, lo ucciderai, lo so io e anche tu lo sai»: sull’adagio di una sinistra filastrocca, il sangue ricomincia a scorrere. Coinvolto nel caso da Madame Trelkovski, Dylan dovrà decifrare l’enigma che si cela tra i delitti della Dama Bianca.
Dylan Dog 465, La dama bianca – Trama
Francesca Davis, da bambina, propone all’amico Vincent di restare sempre insieme e non lasciarsi mai. Da adulta, la donna sposa il benestante Malcolm Aldrich: poco dopo la cerimonia usa una roncola (o billhook, come la chiamano gli inglesi) per uccidere il padre Cliff e lo sposo per poi tagliarsi la gola. Finisce in coma e prima di morire porta a termine la gravidanza e dà alla luce Carlotta.
Da grande, Carlotta vive ancora a Villa Aldrich ed è promessa sposa di Rupert, impresario teatrale ed ex fidanzato della cugina Myriam (non tanto ex). Si sospettava che quello di Francesca fosse un matrimonio di interesse (voluto dal padre della sposa) e così sembra essere quello programmato tra Carlotta e Rupert, dotato di sangue reale ma a corto di contanti.
Tormentata dalla tragedia della madre e apparentemente dai fantasmi, Carlotta è in cura dal dottor Farrell, già terapista di Francesca. La donna un biglietto, apparentemente firmato dalla madre: con una filastrocca predice che anche lei ucciderà il suo sposo, così come sente spesso dire alle voci nella villa.
Carlotta decide di sottoporsi all’ipnosi regressiva di Farrell, di fronte ai parenti e alle persone care. La zia di Carlotta, Clotilde, invita alla seduta la medium Madame Trelkovski, la quale si fa accompagnare dall’indagatore dell’incubo. Appena arrivato alla villa, Dylan Dog ha l’impressione di vedere una figura inquietante alla finestra, ma pensa di aver visto Psycho troppe volte.
Il dottore fa emergere che Francesca, delusa dall’assenza di Vincent al matrimonio, progettava di farla finita; il padre, scoperte queste intenzioni, la minacciò di rinchiuderla di nuovo in istituto, a quel punto lei lo uccise.
Nella stanza dove si svolge l’ipnosi, compare una sposa armata di roncola (Francesca?), che scompare quando Dylan Dog prova ad inseguirla. Riaccese le luci, il dottor Farrell viene trovato decapitato.
Carlotta affida ufficialmente il suo caso a Dylan Dog, precisando di sentire spesso voci e di vedere alla finestra (la stessa dove l’ha vista anche l’Old Boy) una sposa che ricorda la madre Francesca. Come da copione, scatta la passione tra l’Old Boy e la cliente. Perseguitata dalle voci, la donna torna da Dylan Dog la notte dopo, e per la seconda volta lo chiama Vincent, per poi affermare di non sapere di chi si tratti.
Indagando con Carlotta nella villa, Dylan Dog ha la conferma della macchinazione ai danni della giovane. Scopre infatti uno specchio unidirezionale, altoparlanti che diffondono le voci, un passaggio segreto che li conduce al cadavere di Betty Hudson, attrice di uno spettacolo di Rupert: vestita da sposa, con una finta roncola in una mano e un telefono nell’altra (non molto giustificabile, se non per esigenze narrative); anche lei faceva parte della messinscena. I sospetti su Rupert si fanno più concreti e Bloch lo vuole interrogare di nuovo.
Madame Trelkovski pensa che possa essere utile evocare Vincent, l’amico di infanzia di Francesca. A manifestarsi è invece evoca nonno Cliff, il quale assicura di aver ucciso il ricordo del giovane. Zia Clotilde spiega che l’uomo era molto possessivo con Francesca, la quale aveva trovato conforto in un amico immaginario, appunto Vincent. Per eliminarlo, Cliff aveva messo Francesca in un istituto psichiatrico. In seguito aveva usato il passaggio nell’armadio della stanza per tormentare la ragazza con un finto mostro.
Bloch scopre che probabilmente anche il dottor Farrell, era complice della messinscena: anche Betty era tra i suoi pazienti. Rupert e Myriam volevano far impazzire Carlotta e tenersi i soldi, ma forse i fantasmi di villa Aldrich sono più reali di quanto credano.
Sviluppo
Come in altre occasioni, l’aumento di prezzo viene accompagnato, oltre che da una lettera dell’editore che giustifica il rincaro, da un piccolo omaggio di consolazione.
In questo caso si tratta, come detto, del poster a colori del nuovo frontespizio: fa piacere ma, arrivati a € 5,80 (e quindi sfondato ampiamente il tetto psicologico delle 10.000 lire, per i boomer/lettori della prima ora), ci si chiede se la qualità giustificherà la spesa, soprattutto per chi compra più testate Bonelli.
Per quanto riguarda l’indagatore dell’incubo, l’inizio è discreto ma non entusiasmante. Inoltre i primi ritorni sugli abbonamenti – che consentono un po’ di risparmio – non sono eccezionali a causa dei ritardi di consegna.
La trama si snoda in modo interessante, benché i ruoli siano ben chiari e dunque lo spazio per i colpi di scena si riduca: vengono sostanzialmente confermati i sospetti che Myriam e Rupert attirano su di sé (insieme all’antipatia).
Poco comprensibile, se non nell’ambito della fragilità legata al suo passato, l’atteggiamento di Carlotta nei confronti del protagonista: prevedibile che scatti la passione tra Dylan Dog e la cliente, ma in questo caso succede due tavole dopo uno scambio di battute piuttosto aggressivo, viene seguita immediatamente da una dichiarazione d’amore per il fidanzato (che Carlotta “deve” sposare) e l’affermazione “è stato bello ma non si ripeterà”… ma si replica 10 tavole dopo.
Un po’ bidimensionali i due cattivi, individuati immediatamente come tali, antipatici. Hanno il merito di far emergere il tema dell’avidità e
Uno dei temi ricorrenti è il matrimonio, un momento fondamentale della vita che – come viene fatto notare nell’introduzione dell’albo – è stato spesso utilizzato dal cinema horror.
I nostalgici della doppia storia La dama in nero – Il castello della paura (numeri 16 e 17 della serie), apprezzeranno l’omaggio ma probabilmente rimpiangeranno la memorabile atmosfera medievale del castello, l’intreccio più solido e un personaggio simpatico e incisivo come Desmond.
Abituato a realizzare le matite per lasciare al compianto Montanari le chine, per quest’albo Grassani ha dovuto riprendere confidenza con lo strumento – “dopo più di quarant’anni” – prima di cimentarsi con il lavoro completo.
Il risultato è decisamente apprezzabile e rispecchia sostanzialmente lo stile della coppia artistica che i lettori storici conoscono bene, compresi alcuni volti ed espressioni che possono risultare poco convincenti, a seconda dei gusti: in particolare Dylan Dog cambia fisionomia da una vignetta all’altra (così come Rupert), mentre Madame Trelkovski sembra spesso un mostro.
Molto buona la resa delle atmosfere, in particolare degli inquietanti spazi chiusi di Villa Aldrich: lo stesso Grassani spiega nell’introduzione come gli sia piaciuto in particolare realizzare gli spazi interni, spaziando dai dettagli degli edifici, delle scalinate (notevole quella insanguinata a pagina 13), dell’arredamento e di luci e ombre degli ambienti.
Promosse anche le cene splatter che, forse come ulteriore omaggio al Dylan Dog “dei primi cento numeri”, vengono concesse senza risparmio: in questo ambito spiccano le scene sanguinolente in apertura (il duplice omicidio e il suicidio dopo il matrimonio di Francesca) e le decapitazioni su cui le tavole si soffermano a più riprese.
Sembra un omaggio al Dylan Dog “classico” anche la domanda su quel che riteniamo reale, forse un’eco del filosofeggiare che ricorreva maggiormente nei numeri scritti da Tiziano Sclavi.
Gli autori
Alessandro Russo ha scritto Blek e Magic Patrol per If Edizioni, mentre per Bonelli ha firmato Nick Rider, Zagor, Martin Mystère, Magic Patrol, Il comandante Mark, Agenzia Alfa, Nathan Never, Kay. Per Dylan Dog è alla sua settima prova dopo l’Enciclopedia della Paura 2023, gli Oldboy 16, 18, 21 e 34, il n. 448 della serie regolare, Anatomia dell’anima.
Ernesto Grassani ha disegnato per Skorpio, Lanciostory, Il Piccolo Ranger. Per 35 anni anni ha formato con il compianto Giuseppe Montanari – scomparso il 5 agosto 2023 – un sodalizio fondamentale per l’indagatore dell’incubo, cui si devono albi storici: 3, Le notti della luna piena, 7, La zona del crepuscolo, 12, Killer!, 16 e 17, La dama in nero e Il castello della paura.
Queste ultime costituiscono la prima storia doppia della serie regolare, classificata seconda nel sondaggio “I primi 100” (nono posto invece per La zona del crepuscolo). Per i primi 12 anni di pubblicazione i disegni del Maxi Dylan Dog, testata annuale da cui discende l’Oldboy, sono stati esclusiva del duo.