L’ex curatore Roberto Recchioni torna a scrivere per la serie principale di Dylan Dog con l’albo di apertura di una storia doppia: Morte in sedici noni, che vede anche il ritorno alle matite di Corrado Roi, è in edicola dal 31 agosto. Albo brossurato, 96 pagine in bianco e nero in formato 16×21 cm, prezzo € 4,90, copertina dei fratelli Cestaro.
La trama di Dylan Dog 444
Dopo aver assistito con loro a un concerto dei Florence and the Machine, Lucille e Joe Bargel portano Mark nella propria dimora. Tra atmosfere lovecraftiane, il rapporto sessuale di gruppo e soprattutto lo scorrere del sangue sembrano rallegrare anche le inquietanti opere d’arte di casa.
Mina si rivolge a Dylan Dog, denunciando la scomparsa del fidanzato Mark e attribuendola al suo recente legame con i Bargel e al misterioso dipinto che la coppia gli aveva chiesto di restaurare.
Iniziamo a capire qualcosa in più delle stranezze della coppia. Nonostante i tentativi di rivitalizzarsi tramite gli “ospiti”, Lucille ritiene che Joe non possa più riprendersi e lo convince che è ora di farla finita. Poco dopo averlo bruciato in una caldaia, la donna accoglie Dylan Dog, venuto a indagare, e gli racconta che Joe e Mark sono innamorati e sono fuggiti insieme.
Dylan riferisce a Mina ed è intenzionato a lasciare il caso, trattandosi apparentemente di un ordinario tradimento. Mina, sconvolta, va da Lucille per capire che cosa ha provato Mark: finisce travolta anche lei dal fascino dalla padrona di casa.
Dylan cerca di contattare la cliente, senza successo. Sospettando che in questa sparizione abbia giocato un ruolo importante Lucille, l’Old Boy trova l’occasione per incontrarla in modo apparentemente casuale: scopre dal giornale che la femme fatale espone alcune opere alla Tate Modern. La donna gli rivela che Mina ora vive da lei.
L’Old boy torna alla villa, per scusarsi con la cliente – che sembra diventata un’altra persona – e scoprire “la verità”: anche lui cede alla tentazione di Lucille e dopo l’amplesso si ritrova con lei in un altro mondo: Xenon.
Sviluppo
Dopo aver firmato il n. 435 Due minuti a mezzanotte e aver lasciato il ruolo di curatore della testata, Roberto Recchioni torna a scrivere un albo di Dylan Dog. Ancora una volta, utilizza le tavole per sperimentare, lavorare sul fumetto come linguaggio e come mezzo, uscire in parte dai canoni dei fumetti Bonelli, a partire dalla famosa griglia delle pagine, che qui sono rigorosamente divise in tre vignette panoramiche, anche quando non sarebbe richiesto dall’immagine, come vedremo.
Graficamente l’albo è molto interessante: Corrado Roi, sempre a suo agio con gli scenari inquietanti e torbidi, ci mostra rapporti morbosi, una casa misteriosa che sembra viva, tentacoli e creature lovecraftiani, fino ad arrivare a un mondo alieno. Il tutto, come suggerito dal titolo, si sviluppa in pagine divise in tre vignette orizzontali, di formato – appunto – cinematografico.
Nella villa e più in generale nella storia sembra avere un ruolo particolare l’arte. La figura dipinta, che cambia espressione in base a quel che succede nella casa, fa parte dell’opera che Mark è stato chiamato a restaurare. A metà albo vediamo la scultura Forme uniche della continuità nello spazio del futurista Umberto Boccioni. Sempre a metà della vicenda, Dylan Dog sembra rapito dal fascino del dipinto, suscitando un piccolo dubbio sulla completa veridicità – all’interno dell’universo narrativo – di quanto viene mostrato dopo.
Lo stesso protagonista afferma poco dopo di essersi sentito perduto di fronte al quadro, di aver provato un desiderio sconosciuto, doloroso, così intenso da temere di venirne annientato.
Roi dà il volto dell’attrice Eva Green alla conturbante Lucille, femme fatale e vera protagonista della vicenda, come lascia in parte presagire la copertina dei fratelli Cestaro, dove Dylan è sostanzialmente di spalle e la donna guarda praticamente verso il lettore: nessuno sembra resistere alla sua bellezza e al suo fascino morboso, che vedrà cadere Joe, Mark, Mina e Dylan Dog.
Dunque l’Old Boy non ha la “consueta” relazione, nella quale si innamora perdutamente della cliente, con il sentimento che si abbina alla passione. A ricordare il suo rapporto con le donne, rispettoso ma quasi sempre incentrato sull’intimità fisica, ci pensa Groucho, che lo mette alle strette chiedendogli di nominare un’amica con cui non abbia avuto rapporti carnali, a parte Madame Trelkovski.
Rispetto ad altre sue storie, Roi dà un maggiore realismo ai volti nelle scene ordinarie, generando un marcato contrasto tra queste e l’impostazione più inquietante nelle scene sovrannaturali.
Il formato in sedici noni è una scelta particolare, che esalta il tratto, i chiaroscuri e in generale lo stile di Corrado Roi. In alcuni casi, in particolare a fondo albo, si tratta di una finta sequenza, dove tre vignette sono in realtà parti di un’unica immagine, che acquisisce ulteriore dinamismo.
Il finale, con il drastico cambio di scenario enfatizzato da due vignette completamente nere consecutive, dà modo a Roi di realizzare immagini per certi versi ancora più stranianti, benché venga momentaneamente meno la morbosità che si respirava a casa di Lucille.
Va detto che a fare le spese di questa impostazione è la trama, piuttosto diluita. Ne deriva la divisione in due albi di una vicenda che, nella classica griglia bonelliana, ne avrebbe occupato uno. Insomma, graficamente si tratta di un ottimo albo, dal punto di vista della sceneggiatura – complice qualche dialogo non azzeccato – la soddisfazione è non è altrettanto netta. Fermo restando che la storia è avvincente, mescola sapientemente le atmosfere da thriller erotico con il lato oscuro dell’arte.
Gli autori di Dylan Dog 444
Roberto Recchioni fa il suo esordio non ancora ventenne con Dark Side, realizzato con Leomacs e pubblicato da BDB Presse. Firma le miniserie Dark Side – Battaglia (Starshop) e Pugno (Comic Art), Notturno (Tesauro Comics), scrive storie di Diabolik. Lavora anche in campo pubblicitario per Rizzoli.
Collabora con Disney, Panini (David Murphy), ed Heavy Metal. È tra i fondatori della casa editrice indipendente Factory ed è stato coautore, con il compianto Lorenzo Bartoli, di John Doe e Detective Dante, serie pubblicate da Eura Editoriale.
Per Bonelli Editore scrive sceneggiature per Dylan Dog, di cui è curatore dal 2013 al 2023, crea la serie a colori Orfani e le miniserie Monolith e Chanbara, scrive due numeri di Tex e altrettanti di Le storie.
Corrado Roi è una delle colonne di Dylan Dog, il suo è uno degli stili più personali e riconoscibili tra quelli maggiormente legati all’indagatore dell’incubo, di cui ha disegnato oltre 100 storie.