Disponibile dal 30 novembre, il numero 435 di Dylan Dog, Due minuti a mezzanotte, annuncia in copertina l’inizio di un nuovo inizio: si tratta del primo capitolo di una trilogia che si collega ai recenti Color Fest e Speciale, ma soprattutto chiude in qualche modo il percorso di sperimentazione e ammodernamento iniziato nel 2013 sotto la guida di Roberto Recchioni.
Dieci anni di esperimenti
Al timone del personaggio dal 2013, Recchioni aveva iniziato il nuovo corso con il numero 325, Una nuova vita: nel primo anno c’erano stata la revisione delle storie già in produzione e alcune modifiche formali, con copertine più iconiche e il passaggio dal “voi” al “lei”.
La seconda fase del rilancio era iniziata con il numero 337, Spazio profondo, una metafora fantascientifica delle vicende editoriali del personaggio: i cloni di Dylan Dog, che ne enfatizzavano singoli aspetti, rappresentavano i tentativi falliti di ridare vitalità al personaggio, l’astronave era la testata, i prigionieri i lettori. Da lì in poi, per ritrovarsi, occorreva distruggere per ricostruire: il personaggio deve perdere i punti di riferimento.
Nei numeri successivi vien introdotta una leggera continuity, cicli annuali di episodi autoconclusivi. Inoltre Groucho introduce lo smartphone ma soprattutto Bloch va in pensione e si trasferisce a Wickedford, dove ritrova Jenkins.
L’ispettore viene sostituito da Tyron Carpenter, che ostacola e tratta da ciarlatano Dylan Dog: fugge dal paranormale che vede nell’indagatore e non sopporta che, nonostante le apparenze, l’Old Boy risulti spesso innocente e fondamentale per risolvere il caso. Viene introdotta Rania Rakim, poliziotta musulmana con cui Dylan sviluppa un rapporto complicato.
Un nuovo antagonista prende di fatto il posto di Xabaras: l’imprenditore John Ghost, spietato proprietario dell’azienda tecnologica Ghost Enterprises, è in grado di dirigere gli eventi individuando all’interno del caos gli elementi su cui intervenire.
La terza fase è caratterizzata dal ciclo della meteora, in cui un oggetto celeste in rotta verso la Terra provoca strani avvenimenti sul pianeta. Al centro delle vicende, John Ghost, che continua a tramare ma ha bisogno dell’Old Boy:
“Un giorno non lontano, l’universo avrà bisogno del tuo sacrificio, Dylan. Ma quel giorno non è ancora arrivato e, fino ad allora, io devo vegliare su di te”.
Nel frattempo le altre testate del personaggio hanno acquisito una caratterizzazione più marcata: il Maxi è diventato il quadrimestrale Maxi Dylan Dog Old Boy, poi il bimestrale Dylan Dog Old Boy, che ospita storie del vecchio Dylan Dog. L’Almanacco della Paura è stato sostituito dal Dylan Dog Magazine, inizialmente dedicato alla nuova vita rurale di Bloch.
Lo Speciale ha ospitato fino all’anno scorso la saga distopica de Il Pianeta dei Morti. Il Color Fest è diventato ancora più sperimentale e l’Albo Gigante ha chiuso i battenti.
Il ciclo della meteora si chiude con i numeri 399 e 400, mettendo fine in qualche modo all’universo di Dylan Dog, che si ritrova in uno nuovo. Fa seguito in breve ciclo di reboot, che rivisita i primi numeri della testata per gestire i grandi cambiamenti del nuovo universo e riportare progressivamente il personaggio alle sue origini.
Prende piede la restaurazione di Dylan Dog
Il curatore ha spiegato di recente che, dopo questi 10 anni di sperimentazioni e sconvolgimenti, Tiziano Sclavi, creatore del personaggio, ha scelto di riportare Dylan Dog a “una dimensione più ‘casalinga’ e consueta per i lettori”.
La trilogia che si apre con il n. 435, ideata Claudio Lanzoni, è sceneggiata dallo stesso Recchioni e da Barbara Baraldi: il curatore ha scritto questo numero, con disegni di Giorgio Pontrelli, mentre la romanziera ha sceneggiato i numeri 436 e 437, disegnati da Segio Gerasi.
I tre numeri si collegano dunque a due recenti albi fuori esterni rispetto alla serie principale. Lo speciale ha sospeso la saga de Il Pianeta dei Morti per ospitare un racconto esplora il mito di Dylan Dog, approfondendo il passato di due personaggi storici della testata, fondamentale per la saga dello stesso Bilotta (l’esperimento di Esaù Hicks darà il via all’epidemia), e collegando il mondo infestato dai Ritornanti e a quello in cui ci affacciamo sul numero 435.
Il Color Fest invece, dove il protagonista si ritrova in una sorta di mondo Ikea, ha fatto in qualche modo da ponte tra il n. 399, ultimo del ciclo della meteora, prima del reboot, e il numero appena uscito in edicola.
Trama di Dylan Dog 435
Alcuni disturbi nel campo visivo, pixel fuori posto, fanno capire a John Ghost che la situazione sta precipitando. Dunque erano sbagliati i suoi calcoli? Eppure erano complicatissime operazioni che gli permettevano di capire il caos e determinare gli eventi.
John Ghost saluta affettuosamente la collaboratrice Liz e si accinge a tornare definitivamente a casa (anche se non sarà necessariamente un addio). Prima del Game Over con cui esce di scena, sembra incrociare la morte, e si chiede se non sia lui a sparire.
Mentre Dylan Dog è fuori casa (per comprare una imperdibile action figure), Groucho riceve un pacco contenente strane foto, dove le persone e gli edifici sono distorti. Le ha portate, senza dire una parola e allontanandosi subito, una persona molto simile all’Old Boy, che Groucho definisce la sua versione del 1986. In una foto apparentemente normale, nell’hotel Bramford, Dylan vede voltarsi una persona incappucciata (che sembra la figura inquietante incrociata da Ghost).
Per vederci chiaro, Dylan va all’hotel Bramford, dove gli dicono che il signor Kaplan lo attende nella stanza 413: qui trova il cadavere dell’uomo. Non potendo giustificare la sua presenza, cerca di allontanarsi, ma i poliziotti lo stavano già cercando e sembrano intenzionati ad eliminarlo. Si tratta di un complotto? Più tardi Dylan ricorderà che Kaplan è protagonista di Intrigo internazionale di Alfred Hitchcock.
Rifugiatosi in un locale caldaie, l’Old Boy vede delle foto distorte, su cui evidentemente qualcun altro stava indagando, ma viene tramortito dalla figura misteriosa. Dylan Dog si risveglia nella stanza, nel frattempo svuotata. Uscendo si ritrova a Piccadilly Circus, a chilometri di distanza dall’hotel. Basandosi sul biglietto da visita trovato vicino al cadavere, Dylan va al Blue Oyster Group, presunto luogo di lavoro di Kaplan, dove però gli dicono non risultare dipendenti con quel nome. Compare la segretaria incontrata al Bramford, ma non sembra riconoscerlo.
Tornato a casa, Dylan non riesce a dormire: prova a fare una passeggiata, ma a mezzanotte tutti si addormentano e gli orologi tornano a mezzanotte meno due. Ricompare l’uomo incappucciato, Dylan Dog lo segue, affrontando pure un’improbabile corsa sui muri dei palazzi. L’uomo gli suggerisce di guardare nello spazio bianco, la closure tra le vignette.
Dylan supera la barriera e, appunto in uno spazio non più demarcato dalle vignette, l’incappucciato lo giudica troppo definito per passare da realtà a sogno, e gli propone di scegliere tra pillola blu e rossa: l’Old Boy le scegli entrambe.
Ricompaiono i margini e Dylan torna in quella che sembra Craven Road, ma nel modello del galeone c’è l’incappucciato che gli parla. Fuori dalla porta l’Old Boy si ritrova in mezzo al mare su un veliero. Groucho gli annuncia il ritorno a casa, in una Londra sommersa. Al 7 di Craven Road trova un altro Dylan (e un altro Groucho): il suo doppio gli dice che prende tutto troppo sul serio e lo invita a fare una passeggiata (chiedendogli anche 50 sterline per la consulenza).
È di nuovo mezzanotte meno due, l’incappucciato lo osserva e Dylan entra nel bar The trooper, dove lo avvicina una ragazza che gli chiede di parlare.
Sviluppo
La copertina dei fratelli Cestaro mostra una serie di Dylan Dog tra frammenti o frattali di una Londra à la Inception: si annuncia il destino del protagonista, che si troverà in uno scenario più onirico del solito, risvegliandosi ogni volta un po’ cambiato.
Il titolo dell’albo, che probabilmente si riferisce all’imminente restaurazione che attende Dylan Dog, è un riferimento alla canzone 2 minutes to midnight degli Iron Maiden, citata esplicitamente nel fumetto.
Il Blue Oyster Group è probabilmente un omaggio ai Blue Öyster Cult, gruppo statunitense di progressive rock statunitense. Il loro maggiore successo, (Don’t Fear) The Reaper è stato utilizzato in molti film e serie tv, inoltre viene citato nel romanzo L’ombra dello scorpione di Stephen King e apre il primo episodio della sua trasposizione televisiva del 1994.
Dal punto di vista della trama orizzontale, assistiamo dunque all’apparente dissoluzione dell’attuale universo narrativo di Dylan Dog – o della presenza dell’Old Boy. Un evento che va analizzato insieme al colpo di scena legato a John Ghost, che sembra rinunciare a quanto ha architettato in questi anni e forse alla sua esistenza.
Il centro non regge, le cose precipitano, e John tornerà “a casa” definitivamente. Un addio?
“Chi può dirlo? In fondo l’universo è fatto di storie, non di atomi”
Lascia un po’ perplessi vedere un personaggio così cinico e glaciale lasciarsi andare a momenti di affetto e delicatezza, ma probabilmente serve a esprimere quanto sia radicale il cambiamento che lo riguarda:
“Il mio mondo sta sfaldandosi […] Tutti i miei calcoli erano… sbagliati! La realtà trova sempre la strada”
Dunque sembra che il mondo di Dylan Dog si sfaldi, ma dando credito a quanto dice John Ghost e al riferimento a Matrix, a collassare è l’illusione creata dall’imprenditore. Si tratterà di un ritorno alla realtà (che “trova sempre la strada”, ci ricorda il villain)? Quella in cui vediamo Dylan sarebbe dunque una realtà virtuale, una sorta di Matrix: da verificare quanto di quello che abbiamo letto in questi anni verrà “smentito”.
Ghost apre la storia preoccupato per il disturbi del campo visivo, i glitch (malfunzionamento del programma). Noi stessi vediamo le immagini presentare difetti da tecnologia digitale: pixel errati, righe o aree sfasate rispetto al resto dello schermo.
I disegni di Giorgio Pontrelli restituiscono, oltre a questi difetti tecnologici, lo straniamento che investe il protagonista. E non si tratta di un problema visivo: il tempo sembra essersi bloccato, tornando continuamente a due minuti a mezzanotte, l’orario che dà il titolo all’albo.
Tornando al villain e agli aspetti di lungo periodo, John Ghost è il principale personaggio introdotto nell’ultimi decennio. Apparso per la prima volta nell’omonimo albo speciale consegnato a Lucca Comics and Games 2014, fa il suo esordio nella serie principale nel n. 341, Al Servizio del Caos. Creato da Recchioni, potrebbe essere, se non la controparte cartacea, il portavoce del curatore (più realista e provocatorio rispetto all’idealista Dylan Dog).
E così come i piani del villain sembrano sfumare nel numero 435, in modo meno drammatico vengono ridimensionati i passaggi più spettacolari della rivoluzione operata da Recchioni: in attesa di vedere se torneremo all’universo precedente (che leggiamo mensilmente sulla testata Old Boy) o a uno nuovo simile all’originale, assistiamo a una marcia indietro rispetto al ciclo della meteora, alla metaforica decapitazione di Tiziano Sclavi.
I numeri dal 400 in poi erano già stati una sorta di restaurazione: con una rivisitazione dei primi numeri della testata, avevano presentato un nuovo Dylan Dog e, via via, ha eliminato le novità (la barba, Gnaghi al posto di Groucho, i problemi di alcolismo) per tornare a una situazione simile a quella precedente.
Il cambiamento un po’ gattopardersco – quasi inevitabile nel fumetto seriale, Marvel docet – ha riguardato in particolare Bl0ch: figura paterna per il protagonista nella fase “classica”, era andato in pensione durante la gestione recente, ora è padre adottivo di Dylan Dog, non più in pensione ma sovrintendente.
L’albo è molto metatestuale, anche per gli standard del Dylan Dog recente: il protagonista finisce nello spazio bianco tra le vignette. In modo molto significativo – e che conferma il riferimento a Matrix – all’Old Boy viene chiesto di scegliere tra la pillola blu e la pillola rossa, e il protagonista le prende entrambe: illusione e realtà.
Infine, Dylan Dog incontra un’altra versione di se stesso, presumibilmente quella del 1986 (anno di esordio della testata e anno di nascita del Dylan Dog post meteora). L’albo, di fatto, racconta lo sfaldamento del mondo del protagonista, lasciando la curiosità su ciò che veramente cambierà.
Gli autori
Roberto Recchioni fa il suo esordio non ancora ventenne con Dark Side, realizzato con Leomacs e pubblicato da BDB Presse. Firma le miniserie Dark Side – Battaglia (Starshop) e Pugno (Comic Art), Notturno (Tesauro Comics), scrive storie di Diabolik. Lavora anche in campo pubblicitario per Rizzoli.
Collabora con Disney, Panini (David Murphy), ed Heavy Metal. È tra i fondatori della casa editrice indipendente Factory ed è stato coautore, con il compianto Lorenzo Bartoli, di John Doe e Detective Dante, serie pubblicate da Eura Editoriale.
Per Bonelli Editore scrive sceneggiature per Dylan Dog, di cui diventa curatore nel 2013, crea la serie a colori Orfani e le miniserie Monolith e Chanbara, scrive due numeri di Tex e altrettanti di Le storie.
Per la serie regolare di Dylan Dog ha scritto i numeri 268, Il modulo A38, 280, Mater Morbi, 287, I nuovi barbari, 311, Il giudizio del corvo, 337, Spazio profondo, 339, Anarchia nel Regno Unito (scritto con Gigi Simeoni), 341, Al servizio del caos, 342, Il cuore degli uomini, 361, Mater Dolorosa, 371, Arriva il Dampyr (crossover con il personaggio appena approdato al cinema), 387, Che regni il caos!, 392, Il primordio (scritto con Paola Barbato), 399, Oggi sposi, 400, E ora, l’apocalisse!, 401, L’alba nera.
Sempre per l’indagatore dell’incubo, firma l’Almanacco della paura 22, L’eliminazione (scritto con Mauro Uzzeo), il Maxi Dylan Dog n. 15, Il vigilante, i Color fest n. 1, Fuori tempo massimo, 11, La Nera, 18, La nuova alba dei morti viventi, 20, Vittime e carnefici.
Giorgio Pontrelli ha disegnato tre numeri di Detective Dante e sei di John Doe (Eura Editoriale), nonché Batman: The Movie per DC Comics. Per Bonelli ha realizzato le tavole de Il moschettiere di ferro, n. 13 de Le Storie. Suoi anche i disegni di Lo chiamavano Jeeg Robot (RCS Quotidiani) e di sei numeri di Miskatonic (Aftershock, pubblicato in Italia da Salda Press).
Per Dylan Dog, Pontrelli ha disegnato i numeri 344, 404 e 405 della serie regolare, Il sapore dell’acqua, Anna per sempre, L’uccisore, i Maxi 23 e 25, A volte non ritornano e Halloween Express, i Magazine 3 e 5, Il labirinto e La scacchiera di Dio, i Color Fest 21, 41 e 43, Lo scuotibare, L’orrore delle armi e Utopia modulare, infine il già citato I racconti di domani n. 3, Brevi cenni sull’Universo e tutto il resto.