Dal 30 aprile è in edicola il numero 428 di Dylan Dog, Dove i sogni vanno a morire. Scritta da Bruno Enna e disegnata da Luca Genovese, la storia porta l’indagatore dell’incubo su una piattaforma nel Pacifico, dove si trovano i resti di un’astronave arrivata sulla Terra sotto forma di un poliedro impossibile. La serie regolare torna il 30 maggio con La bestia della brughiera.
Trama di Dylan Dog 428, Dove i sogni vanno a morire
Dylan Dog sogna frequentemente una donna con figure geometriche impossibili al posto della testa. Ne parla con Eva, la fidanzata di turno: la conosce molto poco ma per lei sfodera, probabilmente per la prima volta in 36 anni di vita editoriale, gli occhi a cuoricino. Una donna così speciale che lo frequentato perché incaricata di studiarlo e consegnarlo agli uomini del facoltoso Eleazar Guise.
Il consulente scientifico Henry Travel spiega l’incarico all’indagatore dell’incubo, innanzitutto rivelandogli che è stato narcotizzato e portato in volo nel mezzo dell’Oceano Pacifico, su una piattaforma costruita sul cosiddetto Punto Nemo, dove vengono affondati i resti di satelliti e stazioni spaziali o, come dice più poeticamente Travel, “dove vanno a morire i sogni degli scienziati”. A Dylan viene mostrato il modulo di rientro dell’Hyperuranium, nave spaziale dell’inglese Space vision, tornata sotto forma di figura geometrica impossibile.
Guise aveva dato disposizioni per controllare Dylan Dog – con il quale ritiene di avere molta affinità – per poi incaricarlo di utilizzare i segnali dall’Hyperuranium, per comunicare con il pilota, lo stesso Guise. Ma l’astronave risulta essere viva, reagisce agli interventi degli uomini di Eleazar, e attrae gli altri frammenti spaziali. L’indagatore vince le sue paure e accetta di usare un veicolo subacqueo per avvinarsi a Guise e provare a comunicare telepaticamente con lui.
Mentre Bodgan, uno degli uomini di Guise, fallisce nel tentativo di fuggire in elicottero, il mezzo di Dylan ha un incidente. L’indagatore si avvicina alla figura geometrica impossibile, per poi ritrovarsi, apparentemente sulla terraferma, a tu per tu con Guise, il quale gli parla della condizione di chi è in balia di autori che cambiano spesso idea e decidono arbitrariamente della sua esistenza.
Lo stesso Guise racconta di aver sempre visto, fin dall’infanzia, figure strane, impossibili. Considerato strano e ricoverato in istituto, Eleazar incontrò una donna che lo aiutò a gestire quegli oggetti: riuscì a emergere come genio, ma la sua ossessione lo isolò nuovamente dal mondo.
Secondo Eleazar le figure che vedeva e le relative idee venivano dall’Iperuranio di Platone. Per raggiungere quel luogo oltre la realtà, impiegò vent’anni per costruire, appunto, l’Hyperuranium, ma giunto ai limiti dell’universo, vide gli occhi della donna, e capì di dover tornare da lei.
Al posto degli occhi, Guise ha le strane figure, e Dylan finisce in uno dei suoi sogni: qui riesce a contenere le figure geometriche e a metterle nello scrigno che usava Guise, per poi consegnarle alla donna che incontra di solito: si tratta dell’amata di Eleazar, ora con un volto normale. Tornato a casa, Dylan rivela a Groucho di essere stato nel Pembrokeshire, in Galles. Qui, la donna trova la chiave che in gioventù le aveva regalato Guise: finalmente può aprire lo scrigno… E il lettore scopre la vera natura della storia.
Sviluppo
Il racconto è fortemente meta-testuale. Periodicamente gli autori intervengono commentando dubbi e scelte narrative. In particolare, prima di metà albo decidono di eliminare Eva dal racconto.
Poi viene scartata anche la prima spiegazione data per il coinvolgimento di Dylan Dog, cioè che fosse stato convocato a causa dei suoi incubi ricorrenti, in qualche modo collegati alla sincronicità ipotizzata da Jung, una realtà transpsichica con cui l’inconscio collettivo potrebbe comunicare attraverso, appunto, i sogni. E l’Hyperuranium emetteva forti segnali diretti verso lo studio dell’indagatore dell’incubo, al 7 di Craven Road.
Il racconto prosegue sulla stessa lunghezza d’onda, con Guise che, prima di spiegare il percorso che l’ha portato fin lì, interroga Dylan sulla sua natura di personaggio, in balia di autori che cambiano idea (dinamica che come abbiamo visto viene messa in scena in quest’albo).
Il nome dell’astronave deriva dall’Iperuranio di Platone: la zona oltre il cielo dove risiedono le idee (e la storia si apre con la frase “le idee sono nell’aria), dove le idee immutabili e perfette sono separate dal mondo fisico e sono raggiungibili solo dall’intelletto.
Il finale rivela che tutta la storia è ideata da una studentessa di un corso di scrittura creativa, che – con scarsa fantasia – ha usato il suo nome e quello del docente per la fidanzata di Dylan e il consulente scientifico.
Qualche scelta è discutibile (gli occhi a cuoricino!), inoltre l’albo abusa della metatestualità, che si inserisce più volte nel racconto, ne modifica la trama, rinnega alcune scelte, dà un generico giudizio negativo su alcuni tipi di storie, infine collocando l’intera storia fuori dall’universo narrativo di Dylan Dog. Detto questo, l’albo offre contenuti interessanti e costituisce una lettura piacevole.
Gli autori
Molto attivo in casa Disney, Bruno Enna scrive spesso per Topolino, soprattutto parodie: in particolare, ha firmato la trilogia gotica composta da Dracula di Bram Topker, Lo strano caso del dottor Ratkyll e di mister Hyde e Duckenstein di Mary Shelduck, realizzata con il disegnatore Fabio Celoni. Sua anche la storia Una ballata del topo salato, omaggio a Corto Maltese realizzato insieme a Giorgio Cavazzano.
Enna ha scritto storie di Paperinik e Trip (PK), inoltre ha ideato Paperino Paperotto e il suo mondo, Quack Town, piccolo centro agricolo fuori Paperopoli dove Paperino ha vissuto da piccolo con Nonna Papera (senza Ciccio).
Per Dylan Dog, Enna ha scritto Anima d’acciaio, Il guardiano del faro, Vite in gioco, Nel segno del dolore e Sulla pelle, numeri 248, 251 e 254, 284 e 326 della serie regolare, oltre ai numeri 7 e 9 del Maxi e all’Oldboy n. 7.
Luca Genovese ha lavorato spesso in coppia con Luca Vanzella, con cui ha firmato Aleagio (Renbooks), Dennis Beta (Editoriale Cosmo), Long Wei (Eura Editoriale), Luigi Tenco – una voce fuori campo (BeccoGiallo), il Dylan Dog Color Fest n. 15. Genovese ha inoltre disegnato 5 numeri di John Doe, un racconto del Dylan Dog Magazine n. 2 e il numero 418 bis della serie regolare, Qwertyngton.