Tornano Le graphic novel di Dylan Dog con la pubblicazione di La macchina umana, n. 356 della serie originale, disponibile a 19 euro dal 14 aprile in volume cartonato da 112 pagine in bianco e nero in formato 22×30 cm.
Trama di Dylan Dog – La macchina umana
Dylan Dog non è più l’indagatore dell’incubo, e forse non lo è mai stato. Assunto dalla Daydream, consociata della Ghost Enterprise, non ricorda come e quando, né il suo lavoro da detective (benché sogni di fare il cacciatore di mostri). Si ritrova in un’azienda in cui ogni regola è finalizzata a sfruttare il dipendente, minimizzando la retribuzione e le garanzie: lavorare è un privilegio, con tutto ciò che ne consegue. Il nemico più terribile dell’azienda sono gli ispettori del lavoro, che “non conoscono i problemi e non capiscono il rischio”.
Per il solo fatto di essere uscito per primo dall’ufficio (un’ora e mezza dopo la fine dell’orario di lavoro ufficiale), Dylan Dog riceve la richiesta di compilare appositi moduli e viene emarginato dai colleghi. Un ritardo di minuto comporta una sessione di lavoro straordinario, in una stanza specifica, che termina il mattino dopo, giusto in tempo per ricominciare in ufficio. A casa, Dylan ride per le battute di Groucho, ma l’alienazione in ufficio dà segnali ancora peggiori.
Più che le provocazioni di Groucho, a svegliare Dylan Dog è l’incontro con la bella Kalyn Palmer, che rifiuta il sistema, usa l’immaginazione e vuole reagire. L’indagatore scopre un piano segreto dell’edificio, dove affronta il mostro che vi si nasconde. O così crede.
Dylan inizia a frequentare Kalyn e viene avvicinato da un cliente, che prova a spiegargli, senza convincerlo, che seguire il consiglio di licenziarsi è stata una liberazione, che quel luogo di lavoro incatena i dipendenti con debiti accumulati per acquisti futili, fa perdere se stessi e fa dimenticare le cose importanti. Kalyn presenta a Dylan un collega che l’ha fatta riflettere e gli propone di sabotare l’azienda. Anche in questo caso il protagonista è perplesso.
Dylan riesce a incontrare il CdA dell’azienda, scoprendo che si tratta di scimmie: parla con il presidente, il quale sostiene che la rinuncia e la distruzione sono necessarie per arrivare alla gioia e al progresso, inoltre dichiara che loro non sono i padroni, ma sono stati ammaestrati dagli uomini per dar loro ciò che vogliono.
Kalyn prova a sabotare la Daydream, ma viene fermata brutalmente dalla polizia: Dylan raccoglie il suo testimone, ma la rivolta, benché faccia presa sui colleghi, viene fermata.
Sviluppo
Gli aspetti negativi del lavoro da ufficio e lo sfruttamento brutale dei dipendenti da parte di alcune aziende vengono messa in scena, portate all’estremo, con la collocazione di Dylan Dog in un posto di lavoro da incubo, la DayDream del gruppo Ghost Enterprise, che lega per sempre i suoi impiegati con contratti che non prevedono ripensamenti e creano obblighi che vanno anche oltre la vita: il suicidio è “sconsigliato” in quanto i parenti dovrebbero risarcire l’azienda per la cattiva pubblicità.
Nell’ufficio dove lavora Dylan Dog, il rispetto delle regole è l’unica cosa che conta, l’umiliazione è all’ordine del giorno, tra i colleghi non c’è la minima solidarietà. Il centro commerciale è meta obbligata dove spendere quanto guadagnato, per qualcuno l’unica libertà che conta: elementi che possiamo riscontrare nelle vite reali di molte persone.
Groucho, particolarmente inquietante (e dunque adatto alla storia) gioca contemporaneamente il ruolo della moglie che incalza l’impiegato perché torni a casa e della voce della coscienza, che prova a redarguire Dylan Dog citando i sociologi Erich Fromm (psicologo, psicoanalista, filosofo, autore del noto saggio Avere o essere?) e Max Horkheimer (contestatore del capitalismo, dello sviluppo tecnico e dell’illuminismo). Inoltre, l’amico sembra ricordare che cosa faceva prima il protagonista e perché è finito in quell’ufficio.
Bilotta confeziona una storia inquietante, spesso assurda, ai limiti dell’incubo, ma purtroppo con legami concreti con la realtà. A dare la giusta messa in scena al racconto di denuncia sociale contribuisce De Tommaso con il disegno preciso, senza fronzoli, la raffigurazione dei capi impeccabili e degli impiegati senza speranza, l’uso di neri e grigi, le inquadrature cinematografiche e le griglie non sempre convenzionali.
Dylan Dog affronta un orrore non sovrannaturale, ma legato alla nostra società, e ne rimane intrappolato. Un albo cupo, a lungo il racconto sembra collocato fuori dalla continuity: ci viene detto che il protagonista lavora lì da 15 anni e non ricorda di essere stato un investigatore, vediamo anche una sua foto giovanile in ufficio. Nel numero successivo della serie regolare naturalmente Dylan Dog torna nella veste di indagatore dell’incubo.
Al posto dei classici mostri e assassini, Dylan Dog si muove in uno spazio fra Tempi moderni, Fantozzi, i cubicoli aziendali di Matrix, la critica al consumismo del Tyler Durden di Fight Club che ricordava come spesso facciamo lavori che non ci piacciono per comprare cose che non ci servono.
Gli autori
Collaboratore da tempo di Sergio Bonelli Editore, Alessandro Bilotta è uno dei principali talenti del fumetto italiano. Esordisce nel 1999 con Povero Pinocchio, disegnato da Emiliano Mammucari e pubblicato da Star Comics. Con il disegnatore Carmine Digiandomenico realizza le graphic novel La Dottrina, manifesto futurista del fumetto italiano, Le strabilianti vicende di Giulio Maraviglia e Romano.
Per Star Comics, Bilotta ha creato la serie a fumetti Valter Buio. Ha ricevuto numerosi premi nel 2018/2019 per la serie Mercurio Loi, e nel 2019 il Romics d’oro per i 20 anni di carriera. Per Bonelli ha scritto Martin Mystère, Dampyr e sei numeri de Le Storie.
Per Dylan Dog ha creato l’acclamata saga Il pianeta dei morti: nel 2008 il primo racconto autoconclusivo per la testata “sperimentale” Color Fest, ipotetica conclusione della serie sul personaggio, ha ottenuto un notevole successo. L’idea viene sviluppata sul Color Fest n. 10, sul Dylan Dog Gigante n. 22, trovando poi collocazione sullo Speciale Dylan Dog a partire dal n. 29, la cui testata viene appunto integrata con il nome Il pianeta dei morti. A breve pubblicherà, sempre con Bonelli, il progetto Eternity.
Fabrizio De Tommaso, brindisino, formatosi alla Scuola Internazionale di Comics di Roma e all’ICAIC di Cuba, esordisce sulle varie riviste iComics e Mono. Dal 2009 collabora con Bonelli disegnando Dylan Dog e Morgan Lost (di cui è copertinista). Con il collettivo Skeleton Monster contribuisce al volume Wrong.