Disney qualche anno fa ha fatto una scommessa artisticamente coraggiosa (ma commercialmente abbastanza blindata): prendere il mito delle sue serie animate moderne, Ducktales, e farne un reboot coerente ma in linea con i tempi. Un compito impegnativo, affidato agli autori Matt Youngberg e Francisco Angones, al character designer Timothy A. Moen e al direttore artistico Sean Jimenez.
Nel 2017 è uscita la prima stagione, da poco è disponibile su Disney+ la seconda, mentre la terza, ancora inedita in Italia, ha concluso la serie il 15 marzo scorso. Possiamo già dire che la scommessa è vinta. Il primo episodio, la doppia puntata”Woo-oo!”, è anche in vendita in DVD.
Ducktales: la trama
Paperino, che non parla con Paperone da 10 anni, si rivolge allo zio per chiedergli di badare ai nipoti Qui, Quo e Qua. I tre si trasferiscono nella Villa de’ Paperoni, dove conoscono la governante, la signora Beakley, e la nipote Gaia Vanderquack.
Dopo un inizio difficile, i nipoti si riconciliano con Paperone e ne risvegliano lo spirito di avventura: inizia una serie di viaggi alla ricerca di tesori, insieme allo spericolato pilota Jet McQuack. Avventure con la A maiuscola, in luoghi fantastici, affrontando creature leggendarie.
Gaia fa amicizia con Lena, che inizia a frequentare il gruppo, nonostante qualche diffidenza reciproca. La nipote della governante è molto interessata alla storia della famiglia di Paperone, mentre i tre fratelli, in particolare Qui, vogliono scoprire perché la loro mamma, Della Duck, è scomparsa.
Un viaggio su Itaquack permette ai paperi di incontrare la versione Disney di Zeus ed Ercole (Cicognercole) e di scoprire qualche dettaglio sul passato di mamma Della.
Non mancano gli antagonisti: il rivale di Paperone Cuordipietra Famedoro, la Banda Bassotti, interessata a mettere le mani sui soldi del magnate, e Mark Becchis, guru tech ossessionato dai social e dall’immagine. La strega Amelia, tramite Lena, vuole per vendicarsi dei 15 anni di prigionia nel regno delle ombre, causati da Paperone.
Le invenzioni di Archimede si rivelano spesso controproducenti, ma consentono al suo assistente Fenton di diventare l’eroe Robopap. Facciamo inoltre la conoscenza di Doretta Doremi, vecchia fiamma di Paperone ai tempi della corsa all’oro nel Klondike,
Paperone rivela che l’ultima missione di Della si era svolta nello spazio, contro il parere di Paperino: lo zio le costruì un’astronave, la Lancia di Selene, da usare dopo la nascita di Qui, Quo e Qua, ma lei partì subito. I nipotini lo accusano di non aver voluto spendere soldi per andare a cercare Della e lo allontanano.
Approfittando dell’eclisse che aumenta il suo potere e della depressione di Paperone, Amelia ruba il decino, recuperando così corpo e poteri. Imprigiona Paperone e Lena, anima le ombre di tutti i paperopolesi, ne assorbe il loro potere, fa del deposito il suo castello.
La signora Beakley rivela ai nipoti gli sforzi fatti da Paperone per cercare Della: spese inutilmente due terzi del patrimonio, finché non fu fermato dai contabili della società. Tutta la famiglia, vedendo che qualcosa non va al Deposito, va in soccorso dello zio: dopo una dura battaglia i paperi liberano lo zio e recuperano la Numero Uno, ma Lena è sparita.
Nella seconda stagione, andata in onda in Italia tra il 2019 e il 2020, emerge la figura di Cuordipietra Famedoro. Dopo aver perso e ritrovato la memoria, sfida Paperone: chi avrà accumulato più denaro alla fine dell’anno avrà le proprietà dell’altro.
Qua, stanco delle spedizioni avventurose, cerca di diventare milionario. Incontriamo Paperoga, che custodisce un progetto sottomarino di Paperone, e gli amici brasiliani di Paperino, José Carioca e Panchito Pistoles: insieme formavano il gruppo canoro I tre caballeros.
Della è sulla Luna, alle prese con la riparazione della Lancia di Selene e alcuni alieni poco amichevoli, intenzionati a invadere il nostro pianeta. Gli sforzi della papera per tornare sulla Terra hanno successo: finalmente conosce i tre figli e cerca di recuperare il tempo perduto. Sfortunatamente, Paperino è finito sulla Luna in modo rocambolesco, ma i suoi familiari non se ne accorgono subito.
Assistiamo al flashback di un’avventura risalente alla corsa all’oro, in cui Paperone era già alle prese con Rockerduck. Gaia conosce Viola, con cui condivide l’interesse per la magia: le due riescono a far tornare Lena dal regno delle ombre. Intanto, anche Paperino riesce a tornare sulla Terra.
L’eroe di Jet, Darkwing Duck, torna sulla cresta dell’onda dopo anni di oblio. Per vincere la scommessa, Famedoro chiede aiuto agli altri rivali di Paperone. L’invasione dei Lunari viene fermata dallo sforzo collettivo di tutto il clan dei paperi.
Incombe una nuova minaccia, la FOWL, guidata dai fratelli Buzzard, amministratori della società di Paperone: nella terza stagione, inedita in Italia, l’organizzazione criminale contenderà ai paperi i tesori e i manufatti descritti nel diario dell’esploratrice Isabella Finch.
Un rinnovamento che parte dai personaggi
L’operazione, come si diceva, è coraggiosa: rifare un cult dell’animazione seriale degli anni 80 con un taglio moderno e cambiando diversi aspetti. Si conferma comunque la sostanziale rinuncia a Paperino, tradizionalmente penalizzato nei cartoni dalla voce confusa. Nella versione italiana della serie originale Paperino aveva una voce sostanzialmente comprensibile, nel reboot molte parole si perdono (presumibilmente per scelta).
Il personaggio più famoso e amato della compagnia probabilmente viene sacrificato per non oscurare gli altri e per mantenere la focalizzazione sull’avventura, che si incrocia con le dinamiche familiari e relazionali dei protagonisti. Tuttavia Paperino compare con regolarità anche nel reboot: vive su una casa galleggiante come nella sua prima apparizione animata, La Gallinella Saggia.
Nel tentativo di avere un target ampio che abbracci i piccoli, i giovani e gli adulti (in particolare i genitori degli spettatori più giovani), la narrazione si è evoluta. Zio Paperone, protagonista della serie classica, lascia spesso il cuore della scena ad altri, in particolare a nipotini.
Qui, Quo e Qua sono storicamente un trio indistinto per la maggior parte dei lettori di Topolino e degli spettatori del vecchio Ducktales, spesso vengono confusi dallo stesso Paperone (gag ricorrente nella prima stagione, dove i nipoti scoprono per la prima volta di essere parenti del miliardario). Finalmente i tre fratelli, anziché distinguersi per il colore del cappello, hanno diversi caratteri, ereditati da Paperone o dalla versione cartacea.
Qui, il “maggiore”, è la Giovane Marmotta (e si affida ciecamente al Manuale) e il nerd del gruppo. Vestito con una polo e – come da tradizione – un cappello rosso, è ansioso ma, come Paperone, molto intelligente.
Quo cerca di distinguersi per non essere considerato “il fratello di mezzo”: è il più spericolato ed egocentrico, dunque da Paperone ha preso il coraggio e lo spirito d’avventura. Il blu che lo caratterizza nei fumetti è sulla T-shirt e la maglia a maniche lunghe che indossa una sopra l’altra.
Qua, nato per ultimo, è pigro e calcolatore. Condivide con lo zio l’interesse per la ricchezza. Il verde d’ordinanza è nella felpa col cappuccio.
Si sceglie quella che probabilmente è la strada migliore per i reboot: andare a pescare nelle fonti originali e approfondire aspetti trascurati ma potenzialmente interessanti dal punto di vista narrativo.
Ed è proprio da qui che nasce una novità importante del nuovo Ducktales: viene dato spazio dato a mamma Della Duck. Qui, Quo e Qua da sempre vivono con zio Paperino, sostanzialmente senza alcun riferimento ai genitori: del padre non sappiamo neanche il nome, coperto dalle foglie nell’albero genealogico realizzato da Carl Barks e sviluppato da Don Rosa.
Della Duck, in origina cugina di Paperino, è divenuta poi la sorella nella prima apparizione animata (anche la Disney fa retcon, occasionalmente). La ricerca della madre (e dei motivi della sparizione) da parte di Qui, Quo e Qua è uno dei temi portanti della prima stagione: condiziona le vicende e le dinamiche dei protagonisti.
Il tema evolvere nella seconda stagione, dove Della Duck si ricongiunge con la famiglia – per un certo periodo sostituisce Paperino – con tutte le difficoltà legate a un’assenza nei primi 10 anni di vita dei fratelli.
Della non era sparita volontariamente, benché avesse fatto una scelta poco assennata, né la colpa dell’assenza può cadere su Paperone. E anche qui emerge un’evoluzione rispetto ai personaggi classici, la maturazione del milionario: rimane ambizioso e interessato agli affari, ma non è ossessionato dal denaro e dà la priorità agli affetti.
In un periodo in cui è più facile che disabilità e amputazioni vengano cancellate dalle storie Disney (come la gamba di legno che tuttora dà il nome a Pietro, “guarito” nella serie de La Casa di Topolino), gli autori decidono di togliere a Della proprio una gamba (persa nell’incidente sulla Luna): ma nulla ferma la papera, che riesce a costruirsi e montarsi un’efficace protesi.
In generale, gli eccessi dei personaggi principali sono smussati o vengono ricondotti a una spiegazione logica, possibilmente positiva (vedi l’irascibilità di Paperino), così come le classiche “anomalie” delle famiglie Disney (famiglie di zii e nipoti, in totale assenza di genitori): il tutto, inserito in una realtà dove il tempo scorre davvero, rende più coinvolgenti e credibili le vicende e le dinamiche interpersonali.
Da tutti questi elementi emerge come la narrazione abbia acquisito quella continuità orizzontale tipica delle serie moderne: una caratteristica blanda nel Ducktales originale e quasi assente nelle storie cartacee dei paperi.
Tornano praticamente tutti i personaggi ideati per la serie degli anni 80, in diversi casi con cambiamenti significativi:
- la tata Bentina Beakley ha un passato da agente 22 nell’agenzia di spionaggio SHUSH (parodia Disney dello SHIELD Marvel)
- Gaia, nipote di Bentina, è più in gamba e meno infantile dell’originale, benché ancora insicura; la terza stagione ne rivelerà un segreto che riguarda il passato dalla zia
- Jet McQuack, inizialmente è solo autista di Paperone, poi inizia a guidare mezzi più impegnativi, ma risulta, se possibile, più pasticcione del personaggio originale
- Archimede è diventato più arrogante e scontroso. Spesso le sue invenzioni diventano malvagie (in particolare Edi, quando gli viene montata una lampadina troppo potente)
- Fenton Paperconchiglia, alias l’eroico Robopap, nella serie originale era segretario di Paperone, qui è di origini latine (acquisisce il secondo cognome Cabrera) ed è tirocinante assistente di Archimede, che disprezza
- Darkwing Duck era un supereroe cui era dedicato uno spin-off della serie originale; nell’universo narrativo del nuovo Ducktales non esiste davvero, ma è il protagonista di una serie TV di cui Jet McQuack è appassionato, chiusa senza un finale. L’attore che lo interpretava, Jim Starling, non viene ingaggiato per il sequel e diventa il malvagio Negaduck
- il maggiordomo Archie, nel reboot è defunto ma ritorna come fantasma quando viene evocato per sbaglio durante una festa nella villa
- compaiono sporadicamente anche Pico De Paperis, ex capo dello SHUSH, Gastone e Miss Emily Paperett che lavora, oltre che come segretaria di Paperone, nella biblioteca pubblica
Sono invece personaggi originali del reboot Lena, Mark Becchis, il Generale Lunaris, Cicognercole, Violet e Manny l’uomo-Cavallo Senza Testa. Rockerduck, Paperina, Paperoga e Della, non presenti nella serie originale, arrivano direttamente dai fumetti. Rispetto alle avventure cartacee, tra gli antagonisti spiccano Amelia e Famedoro rispetto ai Bassotti e Rockerduck.
Pur rimanendo assolutamente adatto e avvincente anche per i bambini, il reboot risulta più maturo in ogni aspetto: alternanza della comicità con momenti drammatici, caratterizzazione grafica e psicologica dei personaggi, ruoli femminili, costruzione delle storie, continuità. Le gag sono varie e vanno dai semplici slapstick e tormentoni alle citazioni che magari coglieranno solo gli adulti.
Comprensibile la scelta di mantenere l’orecchiabilissima sigla originale, modernizzata con sobrietà (alcuni sonorità, come quella della linea di basso, erano figlie della loro epoca) accompagnata da animazioni relative alla nuova serie. Anche il disegno si è evoluto: squadrato, più in linea con le produzioni attuali e con un pubblico di età eterogenea. Il risultato finale, come si diceva all’inizio, è davvero ottimo.