Dal 26 maggio è disponibile la biografia Don Puglisi, scritta da Marco Sonseri, disegnata da Riccardo Pagani e pubblicata da ReNoir. Il volume cartonato, 112 pagine in bianco e nero, è in vendita a € 19,90 su www.renoircomics.it, in libreria, fumetteria e store online.
È disponibile un’anteprima sia di Don Puglisi sia di Paolo Borsellino – Una storia da raccontare (già recensito), biografia di un altro protagonista della lotta alla mafia, sempre realizzata da Marco Sonseri e pubblicata da ReNoir il 26 maggio.
Maurizio Artale, Presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro fondato da don Puglisi, sottolinea nella prefazione alcuni aspetti dell’opera:
“La narrazione di alcune lezioni tenute in classe dal Beato Giuseppe Puglisi è certamente un buon approccio per conoscere la catechesi del piccolo parroco di Brancaccio. Diventano narrazioni storiche le intense pagine del giornalista A. Pirrotta, che riesce a creare una cornice letteraria in cui inserire la storia incredibile di riscatto del Beato.
Un validissimo strumento di insegnamento che […] ci suggerisce da quale parte stare e ci fa comprendere la scelta di un uomo che ha saputo essere coerente con le sue idee […], strumento credibile per i suoi insegnamenti di Sacerdote del Signore. La domanda che nascerà nell’animo del lettore non sarà più “ma chi te l’ha fatto fare?” […]. Sorgerà, piuttosto, spontaneo un altro interrogativo: “perché non lo facciamo anche noi?”.
La vita di don Puglisi
La vocazione sacerdotale di don Pino Puglisi coniugava fede e impegno sociale. Con la cultura della legalità e la socialità sapeva di poter curare le ferite inferte da Cosa Nostra alla sua Sicilia. Per trent’anni ha tenuto i giovani lontano dalla mafia, in particolare nel difficile quartiere palermitano di Brancaccio, dov’era nato e dove è stato nominato parroco nel 1990.
Dopo aver ricevuto diverse minacce, il 15 settembre 1993, nel giorno del suo 56° compleanno, don Pino Puglisi è stato assassinato davanti a casa. Gli insegnamenti e l’esempio di don Pino Puglisi sono vivi ancora oggi, portati avanti, tra gli altri, dai ragazzi del quartiere Brancaccio e dal Centro Padre Nostro. Il 25 maggio 2013, davanti a una folla immensa, è stato proclamato beato. Don Puglisi è la prima vittima di mafia riconosciuta come martire della Chiesa.
Trama
La biografia si apre con il punto di vista della mafia. È il 1993, i fratelli Graviano controllano il quartiere palermitano di Brancaccio e sono infastiditi dal parroco, don Giuseppe Puglisi, che si batte per avere più servizi in quella zona degradata, e reclama per la comunità una cantina di competenza del clan.
Salvatore Grigoli, uno dei sicari dei Graviano, racconta come la disperazione di Palermo sia terreno fertile per Cosa Nostra: il degrado, la mancanza di tutto, il fascino degli “uomini di rispetto”. Quando non hai altri a cui rivolgerti, il diavolo tende la mano. E così ha fatto Grigoli, una volta perso il lavoro: prima le rapine, poi gli omicidi. Ma ora c’è un altro cui rivolgersi, don Puglisi: un problema per i Graviano.
Con gli omicidi di Falcone e Borsellino, avvenuti l’anno prima, la guerra tra lo Stato e la Mafia si è inasprita: i Graviano temono che il centro di don Puglisi ospiti anche poliziotti infiltrati. I crescenti segnali intimidatori al parroco non ottengono risultati, quindi i boss decidono di ucciderlo.
Nel racconto si intrecciano testi del giornalista di fantasia A. Pirrotta, simbolo dei cronisti che hanno raccontato la lotta alla mafia. Parlando della Sicilia, sottolinea i suoi pregi e come si riscatti dei suoi peccati “grazie a gente che della propria vita ha fatto dei veri capolavori: Falcone, Borsellino, Don Puglisi, Peppino Impastato…”.
Il racconto prosegue con la gioventù di Pino Puglisi, a partire dagli insegnamenti del padre sull’onestà e la pazienza, la necessità di piantare i piedi a terra ma alzare lo sguardo, verso il cielo e verso i sogni. L’impegno, la vocazione, l’ordinazione nel 1960, celebrata dal Cardinale Ruffini, nel 1970 la nomina a parroco di Godrano, Comune sotto l’influenza di Corleone e devastata dalle faide tra famiglie mafiose.
A Godrano don Pino inizia a parlare di pace, fratellanza, perdono, carità, coraggio anche di fronte alle sconfitte. Organizza recite, doposcuola, gite: 8 anni dopo, quando viene trasferito a Palermo, le faide sono finite. Il nuovo incarico è l’insegnamento nel liceo Vittorio Emanuele II, dove coinvolge e stimola gli studenti con la sua umanità. Diventa celebre il suo motto: “Si, ma verso dove?”.
Nel settembre del 1990, mentre il maxiprocesso fa emergere la dimensione nazionale del problema mafia, l’Arcivescovo Pappalardo, consapevole che anche la Chiesa debba aiutare i territori più disagiati, assegna don Pino alla parrocchia palermitana di San Gaetano, quartiere Brancaccio: alta densità mafiosa, dispersione scolastica, povertà.
Un’impresa ancora più ardua rispetto a Godrano: “Sradicare certe mentalità è impresa ardua. Quanto è concreto il messaggio di Cristo? Quanto può esserlo in una zona così martoriata? In questo campo ne sai più di me, don Pino. Sono certo che tu sia la persona più adatta”.
Meno di un anno dopo, il 16 luglio 1991, viene inaugurato il Centro di Accoglienza Padre Nostro: “Base di tutti, per accogliere ed
essere segno concreto dell’amore di Dio”.
Don Pino spiega a Pirrotta che con l’oratorio, i corsi, i comitati intercondominiali, le gite, le messe, la ricerca della dignità smarrita “stiamo togliendo manovalanza alla mafia”. E le intimidazioni non fanno paura? “Avere paura e farsi vincere dalla paura sono parametri diversi. Non c’è amore più grande che dare la propria vita per gli altri. Sotto forma di tempo, energia, idee, scommesse, rischi”.
Il 15 settembre 1993, nel giorno del suo compleanno, don Pino Puglisi viene ucciso da 5 uomini dei Graviano. A sparare, Salvatore Grigoli, che rimane sconvolto dal sorriso della vittima mentre dice “vi aspettavo”. Il sicario si pente e decide di collaborare, sia al processo sia alla beatificazione: in tribunale spiega come l’omicidio sia stato deciso principalmente per il fascino esercitato dal sacerdote predicando contro la mafia. Il piano era di farlo sembrare una rapina finita male.
Diecimila persone assistono al funerale, saranno oltre ottantamila venti anni dopo, quando don Pino Puglisi viene beatificato perché ucciso “in odium fidei”. La storia si chiude con una citazione dal Vangelo di Giovanni: “Se il chicco di frumento, caduto in terra, non muore, rimane solo. Ma se muore, porta molto frutto”: a Brancaccio nascono scuole, centri sportivi, auditorium, luoghi per anziani, centri antiviolenza, case vacanze per adolescenti, progetti di reinserimento per detenuti.
Sviluppo
Con l’immediatezza del fumetto, Marco Sonseri riesce a raccontare l’opera straordinaria di don Puglisi, mescolando gli elementi fondamentali della biografia, i fatti meno noti, l’attività sociale e l’insegnamento. Il tutto incrociato con il punto di vista dei mafiosi, in particolare del pentito Salvatore Grigoli.
L’umanità e la santità del beato affascinano e rendono possibile l’impossibile: a Godrano finiscono le faide, a Brancaccio la mafia che sembrava onnipotente perde autorità, e sui beni confiscati nascono servizi che riducono il degrado. L’eredità di don Pino viene raccolta dai suoi ragazzi, che si occupano del Centro Padre Nostro.
Lo sceneggiatore Marco Sonseri dà una chiave di lettura della biografia di don Puglisi:
“Scrivere la prima graphic novel sulla vita di Don Puglisi, rimanere esterrefatti, incantati dal suo modo di fare, lui, uomo dell’ascolto e della conciliazione, significa confrontarsi con la portentosa attualità del Vangelo e con metodi anticonvenzionali, dirompenti, capaci di scuotere le coscienze di un intero quartiere, difficile, di periferia, Brancaccio”
La Sicilia, così come l’atmosfera degli anni ’90, è ben raccontata, con l’utilizzo di termini dialettali, tradotti con note a piè di pagina, elementi culinari (la ravazzata con carne), il terribile riferimento ai ragazzini che festeggiavano gli attentati a Borsellino e Falcone. Nonostante qualche incertezza grafica, anche le tavole rappresentano efficacemente la Sicilia di quegli anni, la beatitudine della vita di don Pino e il dramma della mafia.
Gli autori di Don Puglisi
Marco Sonseri insegna sceneggiatura alla Scuola del Fumetto di Palermo, ha pubblicato in Italia e in Francia, con editori come Panini Comics, Dream Colours, Eura Editoriale, San Paolo Edizioni, Heavy Metal, Essedieffe e ha fondato con Alessandro Borroni lo studio virtuale Golem Studio.
Oltre alle biografie già citate, Marco Sonseri ha scritto, sempre per ReNoir, Giorgio Perlasca – Un uomo comune, ed è autore dei volumi Gesù di Nazareth – La storia di un uomo scomodo (nella collana La Bibbia a fumetti di Edizioni San Paolo), Il Principe. Storia incredibile di un viaggio e Yaguine e Fodé. Storia di una speranza (entrambi nella collana per ragazzi Io ci sto di Buk Buk).
Suoi anche i fumetti Uomini d’altri tempi e Petali sparsi, pubblicati da Scuola del fumetto su Il giglio nero nn. 1 e 2, nonché Social shock (Pasticcini marci n. 2 – it comics).
Il disegnatore Riccardo Pagani si è distinto con autoproduzioni della casa editrice indipendente Pangolino Press, in particolare la detective-story d’esordio Help-Me e la serie “street” Lone Warriors.