Il problema dei fake, delle fake news e delle false identità è una costante del web su cui molti stanno lavorando per limitare il fenomeno. Perché se si può trattare di un’innocente “invenzione” di un profilo social, si può arrivare anche alla truffa vera e propria. Facebook stesso sta cercando di implementare dei processi che permettano di discriminare più facilmente tra le fake news e quelle reali, ma forse un grande passo avanti è stato fatto proprio qui in Italia.
Un gruppo di ricercatori dei dipartimenti di Psicologia e Matematica dell’università di Padova, coordinati dal professor Giuseppe Sartori, ha pubblicato su Scientific Reports uno studio molto interessante a proposito. Il risultato? Chi mente lo si riconosce da come digita.
Il metodo permette di riconoscere le false dichiarazioni attraverso il modo in cui si digita sulla tastiera e sui movimenti del mouse, con una precisione del 97% nel distinguere le false identità da quelle reali. Il vantaggio di questo metodo è che non è assolutamente necessario conoscere chi sta dietro alla tastiera, quello che serve sono le risposte (si/no) ad alcune semplici domande.
Come si è svolto l’esperimento?
Sono stati 40 i partecipanti all’esperimento, 17 maschi e 23 femmine. A 20 di loro è stata consegnata una carta d’identità, chiedendo di rispondere come se fossero quella persona. Gli altri 20 hanno invece risposto per se stessi. Le domande prevedevano risposte semplici si/no, con l’uso di un software di mouse tracking per l’analisi dei dati.
Ed ora… le implicazioni pratiche?
Non si tratta solo di riconoscere chi approccia i social con una falsa identità, che tutto sommato può non creare grossi problemi. Le implicazioni possono essere utili però su più larga scala. Basti pensare all’aumento degli attacchi terroristici, ai migranti che spesso arrivano senza documenti ed i dettagli personali sono solo dichiarazioni, senza nessun’altra conferma. Poichè i terroristi attraversano i confini con false identità, un metodo per riconoscere i fake ha grandi implicazioni sulla sicurezza.