Il documentario scritto da Mario Gomboli per la regia di Giancarlo Soldi ci mostra le origini e i misteri sulla nascita del criminale più famoso della storia del fumetto italiano
Il 1962 è stato un anno cruciale nella storia italiana e non: a gennaio il Papa scomunicò Fidel Castro; a maggio ci fu il più grande incidente ferroviario italiano del dopoguerra, a Voghera, con 63 vittime; ad agosto, Marilyn Monroe fu trovata morta nella sua casa a Brentwood; a ottobre scoppiò la crisi dei missili cubani che portò l’umanità sull’orlo della guerra atomica. L’umore era cambiato. Il pubblico era cambiato. Nessuno credeva più agli eroi, quindi le sorelle Giussani pensarono bene di fornire ai lettori un cattivo. Fu così che il 1° novembre 1962, edito da Astorina, uscì il primo numero di Diabolik, “Il re del terrore”, al prezzo di copertina di 150 lire e, novità assoluta nel mondo del fumetto, con la dicitura “romanzo completo” sul fronte. A 57 anni dalla nascita del primo e più famoso antieroe italiano, Mario Gomboli, direttore dell’editrice Astorina e curatore storico dei soggetti della serie, firma i testi del docu-film “Diabolik sono io”, diretto da Giancarlo Soldi su musiche di Teho Teardo, dove esplora le origini e i misteri dietro la nascita di questo tenebroso protagonista della scena fumettistica.
Il film uscirà nelle sale italiane in un evento di proiezione speciale dall’11 al 13 marzo, e stampando il qui presente talloncino e presentandolo alla cassa potrete usufruire di uno sconto sul biglietto d’ingresso.
Tra i tanti misteri legati all’origine de “Il re del terrore”, figura la scomparsa di Angelo Zarcone, primissimo disegnatore delle tavole delle Giussani scomparso nel nulla senza lasciare tracce. Noto come “Il Tedesco” per i capelli biondi e gli occhi azzurri, Zarcone, che all’epoca aveva sui trent’anni, era spesso accompagnato dal figlioletto quando andava nella redazione di Astorina. Dopo aver consegnato le tavole del primo numero, forse per ragioni fiscali o chissà cos’altro, Zarcone scomparve misteriosamente. Nonostante le sorelle Giussani, a vent’anni dalla creazione del loro personaggio, abbiano assoldato anche un detective privato, nessuno riuscì mai a rintracciare la vera identità e l’ubicazione del misterioso “tedesco”, il quale, se è ancora nel reame dei viventi, dovrebbe avere quasi 90 anni.
C’ è scritto un docufilm di giancarlo soldi!! come mai nell’articolo mettete il nome di mario gomboli?
Un piccolo refuso: Gomboli si è occupato del soggetto. Ti ringrazio per avermelo fatto notare, correggo subito.
Fixed ^^