Demon Slayer o Kimetsu no yaiba (letteralmente “la spada dell’ammazzademoni“) è uno dei maggiori successi editoriali degli ultimi anni difatti il manga scritto e diretto da Koyoharu Gotōge ha infranto ogni record di vendita ed è imminente l’uscita di una seconda stagione della sua trasposizione animata.
Il protagonista delle vicende è il giovane Tanjiro Kamado che intraprende un viaggio per diventare Demon Slayer al fine di vendicare la sua famiglia, sterminata da esseri soprannaturali e per riportare alla condizione umana la sorella Nezuko che sebbene trasformata in un demone, mantiene ancora qualche ricordo ed emozione della sua vita precedente.
Un elemento importante di questa produzione è, indubbiamente, il Giappone dell’epoca Taisho caratterizzato da profonde trasformazioni che interessano l’intero Paese nella sua corsa verso la modernità, cercando di non perdere contatto con le tradizioni ancestrali ed in questo clima si inserisce il viaggio del Demon Slayer verso il Santuario di Haban, nella prefettura di Hyogo.
Il nome di questa località significa “roccia distrutta” (in giapponese wareiwa) vi suggerisce qualcosa?
Essa è presente in alcune delle scene più famose di Demon Slayer e viene squarciata dalla katana di Tanjiro anche se il folklore locale precede, di molto, l’uscita del manga risalente al 2016 attribuisce la divisione della roccia all’imperatrice Jingu che avrebbe governato tra il 201 ed il 269 d.C.
La leggenda riporta che dopo l’uccisione dell’imperatore Chuai, sposo di Jingu, da parte di forze ribelli, essa si sarebbe brutalmente vendicata sui responsabili scagliando una raffica di frecce, una delle quali avrebbe impattato con la roccia con una tale forza da strapparne la sommità e provocare quella fenditura.
La roccia è circondata da una shimenawa, una corda di purificazione rituale fatta con canapa e paglia di riso, tipica dello shintoismo.
La principale divinità adorata nel santuario risulta essere Sugawara no Michizane, noto anche come Tenjin, il dio del sapere.