Benvenut* alla recensione del manga di Demon Slave. Prima di cominciare, ricorda che sul nostro sito potrai trovare altre recensioni che potrebbero interessarti, come:
• Doubt
Demon Slave è un manga creato da Takahiro, con i disegni di Yohei Takemura. L’esordio in Giappone risale al 2019, mentre l’adattamento anime è cominciato nella stagione invernale del 2024. La serie a fumetti è commercializzata da Panini col titolo Demon Slave, mentre per l’anime è stata preferita a livello internazionale la traduzione Chained Soldier. Il titolo originale, Mato seihei no Sureibu, significa più letteralmente Lo schiavo delle truppe d’élite della capitale magica, si comprende quindi la necessità di variare il titolo per un pubblico mainstream.
La trama di Demon Slave
Siamo in un Giappone alternativo, in cui all’improvviso hanno iniziato ad apparire alcuni portali che collegano il nostro mondo a una dimensione denominata Mato. Da qui iniziano a fuoriuscire creature mostruose, con intenzioni bellicose nei confronti degli abitanti del nostro pianeta. L’umanità è però riuscita ad entrare in questi portali, scoprendo una risorsa speciale, i frutti “momo” (pesca) che se consumati permettono alle donne di acquisire poteri speciali.
Il lettore segue il punto di vista di Yuki Wakura, ragazzo che si trova per caso all’interno di uno di questi portali. Il suo primo incontro è Kyoka Uzen, comandante di un corpo di forze speciali di sole donne, incaricate di combattere i mostri. In un momento di difficoltà, Kyoka chiede a Yuki di diventare suo schiavo, per poter sfruttare meglio i suoi poteri. Il ragazzo accetta e il suo contributo pone fine alla battaglia. Questa collaborazione inaspettata cambierà la vita di Yuki, che si trasferirà nella nuova dimensione, al servizio della squadra speciale di Kyoka.
Struttura dell’opera
Demon Slave segue la maggior parte dei passi tipici dei manga isekai. Per un motivo non meglio identificato il protagonista si ritrova nella dimensione Mato, ignaro di cosa possa succedere. Il primo impatto è sicuramente traumatico, perché poco dopo il suo risveglio si trova di fronte alcuni mostri intenzionati ad ucciderlo. Per sua fortuna farà conoscenza con le uniche persone capaci di combattere questi mostri, che non solo lo salveranno, ma sfrutteranno un’improbabile compatibilità tra il ragazzo e la comandante Kyota, pretesto per il trasferimento di Yuki in pianta stabile in Mato.
Da quel momento il manga si divide su due binari che si muovono in parallelo. Da un lato abbiamo una trama sicuramente non piatta, con sviluppi interessanti e alcuni colpi di scena, che vanno ad indagare il rapporto tra Yuki e Mato, con alcuni collegamenti che riguardano il passato del protagonista. Dall’altro troviamo una grande quantità di fanservice, che ha la sua base nella natura stessa del potere che accomuna Kyoka e Yuki. Il contratto stipulato tra loro è di mutuo beneficio, i servizi di Yuki dovranno essere ricompensati.
Nel corso dei capitoli scopriremo le diverse fazioni che dividono gli esseri umani all’interno di Mato, oltre ad alcune azioni delle alte sfere che hanno portato ulteriori problemi in un mondo già precario.
Analisi
La serie non sembra avere grandi pretese di complessità e analisi, ma non per questo risulta un prodotto di bassa qualità. Di certo siamo lontani dai picchi qualitativi di altre opere che puntano proprio sul coinvolgimento nelle scene d’azione e combattimento, ma i disegni di Yohei Takemura raggiungono l’obiettivo sperato, darci un’idea di quello che sta accadendo. L’elemento più curato è sicuramente il fanservice, vero motore della serie, con il protagonista Yuki conteso da un numero sempre maggiore di soldati di genere femminile, interessate a sfruttarne le capacità in battaglia.
Nonostante questo, un elemento certamente a favore di Demon Slave è la capacità di approfondimento dei personaggi. Nel corso di un centinaio di capitoli infatti riusciamo a capire qualcosa di più sulla struttura degli insediamenti umani a Mato, con tanto di divisione tra i territori piuttosto precisa. Da lì approfondiamo di volta in volta le storie individuali dei diversi comandanti e delle soldatesse che incontriamo lungo la strada. La maggiore attenzione viene naturalmente rivolta verso Yuki, del quale scopriamo un passato particolarmente rilevante per la storia, dato il coinvolgimento di un membro della sua famiglia nei disordini all’interno di Mato, ma anche sul nostro pianeta. Il classico personaggio apparentemente utile soltanto a fare da specchio alle protagoniste femminili diventa in realtà fondamentale per tutte le diramazioni della trama, nelle sue parti più focalizzate su questi aspetti.
Tra alti e bassi, la serie rimane comune sostanzialmente mediocre, ma raramente delude a tal punto da sentire la necessità di abbandonare la lettura.