Death Note è uno dei manga più famosi di sempre, probabilmente anche grazie al fatto che la sua storia, compresa in soli 12 tankobon, è praticamente perfetta. Al punto che, diversamente da quanto avvenuto con altre serie ugualmente popolari, i suoi autori non hanno mai ritenuto necessario aggiungere sequel o ulteriori capitoli.
Nonostante siano trascorsi 17 anni dalla sua serializzazione in Giappone (15 per l’edizione italiana), la popolarità del manga scritto da Takeshi Obata e disegnato da Tsugumi Oba non ha mai conosciuto cali, motivo per cui qualsiasi cosa ruoti intorno alle avventure di Ryuk, Elle e Light Yagami continua a destare interesse e attenzione.
E’ il caso del volume di cui parliamo oggi, uscito sul finire dello scorso anno, il cui titolo è già abbastanza esplicativo sulla sua natura: Death Note: Short Stories è un’antologia in cui trovano spazio tutti i capitoli extra, tasselli utili a completare il mosaico della storia per quanto godano di una loro autonomia.
Sia pure con un po’ di ritardo rispetto alle pubblicazioni estere, Planet Manga ha finalmente portato anche in italia le storie brevi su Death Note, in un piacevole volumetto con sovraccoperta con elementi in rilievo, degna di essere esposta in libreria a fianco del manga originario. Che sia l’edizione in volumi o il balenottero che contiene l’intera saga.
Le storie di Death Note: Short Stories
All’interno di Short Stories abbiamo un totale di 5storie brevi, cui si sommano alcune pagine dedicate a degli sketch dal tono comico/demenziale pubblicate su Shonen Jump.
Tolte ovviamente queste poche pagine, i racconti sono tutti prequel o sequel della storia principale.
Si comincia per l’appunto con due sequel C-Kira e A-Kira; in entrambi i casi le storie vedono il ritorno di Ryuk, sempre ghiotto di mele, e del Death Note. Il quadernetto finirà nelle mani di due personaggi che, imitando Kira\Light Yagami, tenteranno di utilizzarlo per il proprio tornaconto, scoprendo che non si tratta tuttavia di un oggetto da utilizzare alla leggera.
Pur avendo in entrambi i casi un esito simile, in C-Kira abbiamo quello che viene definito un Cheap Kira, ovvero una persona che non ha né l’abilità né il “carisma” dell’originale, mentre al contrario l’A-Kira è un soggetto molto abile e che riesce a trovare un uso creativo per il Death Note.
Con l’intermezzo degli sketch di cui parlavamo prima, le ultime 3 storie si collocano invece cronologicamente prima di quanto visto sulla serie principale.
In Taro Kagami possiamo leggere quello che è a tutti gli effetti il numero 0 del manga, nel quale sia Ryuk che il Death Note compaiono per la prima volta sulla Terra finendo nelle mani di Taro Kagami, un ragazzino innocente che innorridisce una volta scoperto il potere in esso contenuto.
Infine Elle – One Day ed Elle – The Whammy’s House Andiamo un po’ alla scoperta della vita, e delle stranezze, di Elle prima che iniziasse la sua caccia a Light Yagami.
Segnali di Stile
In queste storie brevi, tanto Obata quanto Oba riescono a convogliare tutta la loro esperienza e l’amore per la propria creazione nel giro di poche pagine.
Le trame sono ben congegnate e riescono a stupire il lettore, pur manentendo un senso di familiarità per chi ovviamente conosce Death Note.
I disegni di Oba rimangono perfettamente riconoscibili anche al lettore meno attento, mantenendo quel misto tra stile realistico e grottesco che ha fatto le fortune della serie del quadernetto nero.