La storia di questo mese, Il licantropo di Matera, ci trascina in quattro luoghi diversi. Ci porta a Matera, luogo di inizio e di fine della nostra storia, dove Stuart Morrison si sta preparando per tenere un concerto con la sua band folk e dove si vocifera che si aggiri un uomo lupo; ci porta a Praga, nel Teatro dei Passi Perduti, dove Harlan e Caleb studiano antiche leggende sulla Lucania (dal greco: la terra dei lupi); ci porta nei pressi della Collina della Maddalena, alle catacombe ebraiche, dove riposano sepolti in una cripta nascosta i vampiri del maestro della notte Varna; infine, ci porta a Craco, la suggestiva città fantasma della Basilicata. I bellissimi disegni di Alessio Fortunato rendono ancora più affascinanti questi quattro luoghi e ancora più magica la nostra avventura.
Accanto ad Harlan Drake e ai suoi fidati compagni, Tesla e Kurjak, ritroviamo Caleb Lost e anche due vecchi e amati personaggi: Stuart Morrison, violinista della band Liannabh Shee mezzo umano e mezzo elfo, e Duncan Mc Gillvray, suo maestro e amico, incontrato per la prima e ultima volta nel numero 140, La ballata di Re Orpheus.
Il numero 248 di Dampyr ti racconterà una storia che affonda le sue radici in antiche leggende. Una storia triste, dal finale un po’ amaro, dove non necessariamente i buoni hanno la meglio…
Dampyr 248 – Il licantropo di Matera
Sulla copertina di questo numero, in uscita il 4 novembre, Harlan Drake, pistola alla mano, ci osserva, con alle spalle Craco, la città fantasma, sovrastata da una gigantesca luna rosso sangue che illumina il profilo del muso di un feroce lupo mannaro con le fauci spalancate. In quarta di copertina, invece, viene pubblicizzato lo speciale n. 16 di Dampyr, I vampiri di Mompracem, in edicola dal 22 ottobre. Un’avventura salgariana che porterà Harlan e Kurjak nel Borneo, al cospetto di un terribile covo di pirati.
Il soggetto e la sceneggiatura di questo numero, Dampyr 248 – Il licantropo di Matera, sono di Giorgio Giusfredi, co-curatore di Dampyr e autore di altre sei storie a partire dal numero 204, Bloodywood. I disegni sono invece di Alessio Fortunato, nel team dampyriano fin dal numero 130, La casa delle cicogne, e disegnatore di altre otto storie. Giusfredi e Fortunato hanno già collaborato due volte in passato, per i numeri 221 e 236 e anche questa volta mostrano di essere un team affiatato e non ci deludono.
Nella prefazione, dopo aver introdotto la storia dello speciale n. 16, I vampiri di Mompracem, viene presentata quella di questo mese, una storia di lupi mannari e antiche leggende, un seguito italiano del numero 161, Mal di luna. Licantropi di Matera era stato presentato in anteprima al Matera Film Festival, in occasione della mostra Sassi, nuvole e lupi, conclusasi il 1° novembre.
La trama di Dampyr 248 – Il licantropo di Matera
Sotto la luna piena, un grido lacerante scuote i vicoli di Matera. Chi si aggira nell’oscurità? Un serial killer? Un licantropo? Un vampiro? O forse un semplice freak uscito da una vecchia storia di fenomeni da baraccone? Mentre Harlan, Tesla e Kurjak scendono in campo per indagare, Stuart Morrison, in tournée italiana con la sua band, sogna il suo vecchio maestro scomparso Duncan e suo padre, il principe Ayldon degli Shee…
Qua sotto il trailer dell’albo, realizzato da Letizia Boselli. I disegni di Alessio Fortunato, accompagnati da Bohemian Trapsody di King Slave Boris, ti introdurranno alla storia e ti faranno assaporare, in pochi minuti, la sottile inquietudine che permea le pagine del fumetto:
Struttura
E’ una notte buia e tempestosa a Matera. Siamo nel 1922 e una donna, tra pianti e urla di dolore, sta per partorire. Ad assisterla ci sono una levatrice e una suora, gli altri aspettano fuori. L’atmosfera nella casa è cupa, quasi lugubre, e i bellissimi disegni a china di Alessio Fortunato alimentano la tensione. Alle urla della madre si va ad aggiungere il grido della levatrice:
“Lupumanare!”
La creatura che è uscita dal grembo materno è completamente ricoperta di peli e non somiglia affatto a un bambino, piuttosto a un piccolo lupo. Davanti a tale essere i genitori, inorriditi, decidono di abbandonarlo e lo gettano nel fiume, dove il minuscolo fagotto si confonde con la pioggia e le acque mosse dalla corrente.
Intanto, sempre a Matera, Stuart Morrison, figlio del principe Ayldon degli Shee, è tormentato da incubi terribili, in cui feroci licantropi lo perseguitano. Decide di chiedere aiuto al suo vecchio amico Harlan, che si trova a Praga e che, con l’aiuto di Caleb, scoprirà antiche leggende sulla Lucania e sui suoi abitanti. E’ soprattutto una considerazione di Virgilio sui Galli che popolavano il Sud Italia che conferma i sospetti del Dampyr, sempre più convinto che a Matera si aggiri davvero un uomo lupo:
Così, Harlan, Tesla e Kurjak decidono di lasciare Praga e partire per la Basilicata.
La storia continua, tra flashback del passato e salti in avanti. Pagina dopo pagina scopriamo la commovente storia di Mosè, abbandonato alla nascita e poi salvato dal circo vagante di Giocondino che, insieme alla moglie, lo accoglie e lo tratta come un figlio. Ma un triste destino aspetta il ragazzo-lupo che, nel 1943, mentre è in viaggio con il circo, perde tutta la sua famiglia, uccisa da un gruppo di SS. Soltanto lui e suo padre adottivo, Giocondino, vengono riportati in vita dal Conte Vrana, che li trasforma in vampiri.
Intanto, a Matera, Mosè e Giulia scompaiono misteriosamente e gli abitanti accusano il ragazzo di averla rapita e uccisa e di essere poi fuggito. La task force dampyriana, grazie all’aiuto di un non morto, scopre che nelle Colline della Maddalena, tra le catacombe ebraiche, si nasconde un covo di vampiri dormienti, tra cui il vecchio Giocondino. Tesla e Kurjak vanno ad indagare, mentre Harlan accompagna Stuart nella città fantasma di Craco, che gli era stata indicata in sogno da suo padre.
Il ritmo si fa sempre più serrato, i disegni sempre più suggestivi. Sia a Craco che nelle Colline le cose non sono come appaiono e qualcuno non è chi dice di essere. Senza procedere oltre per evitare spoiler e rovinare il finale, concludo dicendo che la storia si fa adrenalinica e sono i disegni, non più le parole, a parlare. Con un ultimo tuffo nel passato si interrompe la storia, una storia che, come vedrai, ti lascerà con il cuore un po’ pesante e gli occhi lucidi.
Impressioni personali
Ancora una volta Giorgio Giusfredi mette in piedi una storia bellissima, forse addirittura due: una molto dampyriana, con scene adrenaliniche di lotte all’ultimo sangue tra creature e cacciatori, e una più malinconica, amara, specchio della vita vera, dove il finale da favola non esiste e raramente le cose vanno come dovrebbero andare. Le magnifiche tavole di Alessio Fortunato, che ho elogiato più volte, amalgamano storia, luoghi e personaggi e rendono il tutto perfetto.
Le storie che vengono raccontate in Dampyr sono sempre affascinanti, forse perché vanno ad attingere direttamente da antiche leggende tramandate da secoli. In questo numero, è la Basilicata a fare da protagonista e con lei le sue tradizioni popolari e le sue favole. Le leggende sulla nostra regione del Sud Italia sono moltissime e tante nascono a partire dal nome con cui era nota in passato, Lucania. Sono diverse le ipotesi sull’origine del nome, ma una delle più intriganti, riportata anche nella storia di questo mese, è che Lucania derivi dal greco lykos, “lupo”, e che significhi proprio “terra dei lupi“.
Tra le tante creature e i tanti personaggi fantastici che popolano tali leggende se ne è scelto uno in particolare, la Mandarra, un gigantesco essere mostruoso con sembianze femminili. Si dice che la Mandarra avesse gambe lunghissime e che di notte si nascondesse nei vicoli più bui pronta ad afferrare gli uomini cattivi. Come impariamo anche da Il licantropo di Matera, la Mandarra era per i bambini di tanti anni fa quello che per noi è oggi il baubau o l’uomo nero, un mostro evocato per spaventare i bambini che si comportano male.
Al fascino e al mistero che solo le leggende locali, di mostri e creature sovrannaturali, possono dare, si aggiunge anche la bella storia di Mosè, il ragazzo-lupo, che ci fa venire in mente tante altre storie tristi che hanno come protagonista un uomo bello dentro, ma mostruoso fuori. Di esempi potremmo farne a bizzeffe, da Elephant Man di David Lynch al personaggio di Nightcrawler degli X-Men o al Johnny Freak di Dylan Dog, per citare un altro fumetto.
Anche in questa storia il personaggio di Mosè rappresenta un “diverso” e, con la sua dolcezza e la sua timidezza, ci mette di fronte alla realtà e ci mostra tutta la crudeltà e la cattiveria di cui sono capaci gli esseri umani quando si devono confrontare con qualcosa di diverso da loro, qualcosa che non capiscono e che fa paura. Ci fa capire come sia facile giudicare senza conoscere, condannare senza sapere e, di conseguenza, come sia facile anche sbagliare e fare dal male agli altri, con le nostre scelte superficiali dettate soltanto dall’ignoranza e dalla paura.
Il licantropo di Matera è una storia che una volta letta non verrà dimenticata e che probabilmente ti lascerà addosso un po’ di malinconia, ma anche un po’ di consapevolezza in più…
Vedi anche: Dampyr: il film Bonelli e gli attori a Lucca Changes