Lasciate ogni speranza, o voi che entrate
La celebre frase dantesca rappresenta al meglio il triste destino degli anime giapponesi che varcano il confine italiano: un inferno chiamato censura. In Italia si sa, i cartoni animati vengono considerati puro intrattenimento per gli infanti, ma se nel nostro paese il viene adeguato ai più piccoli, in Giappone si creano le varie fasce orarie.
Per i poppanti, in età scolare, liceali e adulti, gli anime sono suddivisi in base all’età del pubblico, un po’ come il PEGI nei videogames. Da bambini abbiamo trascorso interi pomeriggi davanti alla tv: programmi come Bim Bum Bam, l’Albero Azzurro o Solletico proponevano decine di cartoni animati, ma spesso erano titoli per un pubblico adulto non adatti ai più piccoli.
Se devo pensare a dei titoli della mia infanzia rispondo con Georgie e Lady Oscar. Nell’innocenza dei miei sei anni, non riuscivo a comprendere l’ambiguità delle varie relazioni intrecciate con Oscar (da Andrè a Marie Antoinette) o il legame sentimentale dei due fratellastri di Georgie.
E cosa aggiungere con Pollon che sì, grazie ad esso ho avuto un primo imprinting con la mitologia greca, ma non riuscivo a cogliere il perchè sniffare la magica polverina potesse rendere felici?
Inutile dire le enormi risate, dopo un iniziale trauma, quando scoprii che non solo Pollon si faceva di cocaina, ma che la sua cara nonna Giunone era una mistress sadomaso.
Nei programmi in TV, soprattutto quelli dell’allora Fininvest, la produzione aveva ben deciso di censurare ogni singola frase, fotogramma o altro che potesse turbare la mente dei piccoli spettatori.
Seni spariti, frasi e dialoghi senza senso, parentele inventante giusto per ricollegare due anime che non solo non avevano nulla a che fare (tema a parte), ma erano stati trasmessi in due periodi totalmente diversi come Mila e Shiro con Mimì e le ragazze della nazionale di pallavolo.
Sì, hanno deciso di unire questi due titoli con qualche dialogo piazzato a caso qua e là, censurato due sogni erotici del mister Mitamura, ma chi se ne frega se entrambe le protagoniste dei due anime venivano menate a sangue.
Una tetta è una tetta, una sberla è poca roba.
Per tanti anni le varie censure apportate nelle traduzioni hanno danneggiato intere trame causando non poca confusione tra gli spettatori se non addirittura delle leggende metropolitane.
Qualche esempio?
Kiss Me Licia
La leggenda narra che questo anime non sia altro che un programma di educazione sessuale per i più piccoli. Durante gli episodi incentrati sulle vicende di Mirko, Licia e l’odiosissimo Andrea, spuntava fuori un carosello dove una Licia tutta bionda spiegava ai telespettatori le varie fasi dell’accoppiamento. Perché Mirko e Licia erano circondati da tanti cuoricini? La sex teacher svelava il mistero con tanto di immaginette, ovvero che il cantante era tutto intento a pucciare il savoiardo.
La verità? La ragazza bionda che balla sul pentagramma della sigla è solo la prima versione di Licia, cambiata poi con una morettina. Essendo già il video pronto e montato, conveniva lasciarlo così com’era piuttosto che buttarlo via e crearne uno nuovo (questione di marketing).
Georgie
Ah quante ne ho sentite sulla povera orfanella australiana. Al di là che poco si capisce delle varie relazioni instaurate tra i vari personaggi, di cui uno di loro omosessuale e volutamente censurato trasformandolo in eterosessuale, l’ambiguità dell’amore di Abel e Arthur verso Georgie è stata l’origine della più grande leggenda metropolitana degli ultimi anni.
Si narra che il manga originale non sia altro che un porno, dove Georgie salta da fiore in fiore tra i due fratelli e Lowell. Incuriosita, ho comprato tutti i volumetti e letti d’un fiato (il manga è bellissimo, nulla da dire) e sarò costretta a deludervi dicendovi che non c’è assolutamente nulla di erotico e lei non la buttava al vento come le briciole per i piccioni!
Tra lei e il fragile Lowell non c’è stato nulla di intimo (sì vabbè, lui ha provato a stuprarla, ma poco conta). Perché la ragazza è rimasta incinta di Abel? Semplice, Georgie ha trascorso la sua unica notte di passione con il fratellastro (il giorno prima di essere fucilato poi) e rimane incinta. Potrei elencare tantissime censure applicate sui vari anime degli ultimi anni, soprattutto quelli Novanta che sono stati i più tartassati.
La concezione che c’è in Italia dell’animazione è completamente distorta così come i temi trattati
In Rayearth è stata censurata la morte, la principessa Emeraude e Zagarth vengono “mandati in un’altra dimensione” e non ammazzati così come in Slayers, la strega Lina Inverse non può usare i suoi poteri magici per via di alcuni giorni “proibiti” perchè dire che aveva il ciclo pareva brutto.
La morte è un argomento molto triste per i bambini, gli schiaffi pure (sempre in Rayerath è stato censurato uno sberlone di Umi ai danni di Ascott perchè “era traumatizzante”, ma in un altro fotogramma si vedeva la stessa ragazza puntare una spada alla gola del bambino) per non parlare della sessualità dei personaggi stessi.
Negli anni ’90, il MOIGE (Movimento Italiano Genitori) ha più volte denunciato programmi e spot pubblicitari come disdicevoli per i propri pargoli. Ma se da un lato la televisione non può essere la baby sitter dei bambini (ammettiamolo, molti li piazzano davanti la TV e tanti saluti), dall’altro lato devono essere gli stessi genitori a informarsi su cosa stanno effettivamente guardando i figli.
Anni fa ci fu un episodio eclatante: un padre aveva portato il figlio di sei anni al cinema a vedere il film “L’uomo senza ombra”. Processo mediatico contro il cinema perché “aveva osato mandare in onda una pellicola non adatta ai più piccoli dal titolo facilmente fraintendibile.
Si presume che un genitore si informi sul contenuto di un titolo (e di certo l’Uomo senza Ombra non era assolutamente adatto), senza contare la schiera di psicologi che avevano pronta in mano un “J’accuse” contro i titoli stranieri, compresa l’animazione.
E gli anime giapponesi?
Tornando al tema principale dell’articolo, gli anni Novanta sono stati un vero massacro. Titoli importanti come Neon Genensis Evangelion, Golden Boy, GTO e Cowboy Bibop sono stati graziati dalla ghigliottina della censura solo perchè trasmessi su reti non nazionali quali MTV, come come gli altri cartoni più vecchi mandati in onda dall’allora Telenova, Odeon e qualche altro canale regionale.
Se da un lato abbiamo Lupin con delle moviole piazzate per censurare scene di nudo, dall’altro abbiamo storie completamente riscritte da capo e senza un senso logico. Il titolo più devastato, basato su quelli che ho visionato, è Sailor Moon: uomini gay trasformati in donne come Zoicite e Fisher Eye (perché i transessuali sono brutta gente!), l’invenzione di un’amicizia profonda e speciale per censurare l’amore lesbo tra Haruka e Neptune.
In fin dei conti hanno solo modificato la sessualità di alcuni personaggi, nulla di male direte voi, ma se per cancellare la transessualità di tre guerre aliene la Mediaset ha creato nuovi membri del cast.
Le Sailor Star Lights sono famose per essere le guerriere “transgender”: donne quando combattono, uomini quando si mescolano tra i terrestri (sì, mi è ancora confusa la loro natura), ma la Mediaset ha ben deciso di creare “una sorella stellare” per camuffare la doppia sessualità e dividere in due persone ben distinte il civile dalla guerriera.
Ma se in Italia c’è tutta questa censura, in Giappone come vengono trasmessi gli anime? Esistono delle vere e proprie fasce orarie e canali dedicati. Se in Italia abbiamo Boing che manda in onda Peppa Pig o il Trenino Tommy, intrattenimento per i bambini fino ai cinque anni circa, in Giappone gli anime vengono suddivisi prima per genere (shoujo, majokko, shonen, ecc.) e poi per pubblico.
Titoli come Dragon Ball, One Piece o Ranma sono rivolti a un pubblico adolescenziale, soprattutto gli shoujo per ragazze dove il tema principale è l’amore tra i banchi di scuola.
In conclusione, il mondo occidentale non ha ancora ben compreso la cultura orientale sull’animazione
In America alcune serie non sono mai state mandate in onda, in Germania le trame sono state stravolte totalmente (noi possiamo ritenerci fortunati). Questo caos sarà sicuramente causato dal binomio “cartone animato – bambino” e forse anche l’influenza della Disney con i film di animazione ha marcato questo concetto.
Ma se gli anime giapponesi vengono additati come violenti, volgari e di pessimo esempio, anche la Disney non viene di certo risparmiata. Abituati a caprioli che saltellano nei boschi insieme a coniglie e farfalle, a cuccioli di elefanti voltanti e principesse che più che nobili gentildonne sono delle vere e proprie sguattere felici di servire il proprio marito, le ultime pellicole hanno causato un vero e proprio vespaio.
Donne ribelli che rifiutano un matrimonio come Merida in Brave, o Mulan che si traveste da uomo e vince una guerra, o meglio ancora la regina Elsa di Frozen che manda tutti quanti a quel paese hanno rivoluzionato il mondo classico dell’animazione.
Dal Giappone all’Italia con gli anime censurati per vari motivi, tra cui “una donna troppo forte può trasformare tuo figlio in omosessuale”, dalle principesse succubi schiave del loro fato a donne protagoniste della Disney che non hanno bisogno del principe azzurro.
Eh mi sa che anche Disney si sta adeguando ai tempi… però fa davvero sorridere tutta questa paura di far vedere certe scene ai bambini, quando probabilmente ad esserne scioccati sarebbero stati solo gli adulti. E’ come la teoria “non giocare ai giochi violenti altrimenti lo diventi anche tu”. Io che sono cresciuta con Ken Shiro probabilmente a quest’ora chissà cosa avrei dovuto fare :P