Benvenuto alla recensione dell’anime di Bokurano! Prima di cominciare, ricorda che sul sito potrai trovare altre recensioni che potrebbero interessarti, come:
• Haikyuu!
Bokurano, letteralmente “Il nostro” o “Il nostro gioco”, nasce come manga seinen, creato nel 2003 da Mohiro Kito. I primi sei volumi sono commercializzati in Italia da Kappa Edizioni.
La serie animata è arrivata nel 2007 grazie allo Studio Gonzo e a Tokyo Mx, con la regia di Hiroyuki Morita, che ha operato alcuni cambiamenti nel flusso della trama per meglio adattarla al contesto televisivo. La colonna sonora è composta da Yuji Nomi, con le sigle di Chiaki Ishikawa.
La trama di Bokurano
La trama vede come protagonisti quattordici ragazzi delle scuole medie, più la sorella minore di uno dei ragazzi, che si trovano insieme durante le vacanze estive.
Un giorno, durante l’esplorazione di una spiaggia, si addentrano in una grotta e fanno la conoscenza di un uomo misterioso, che si fa chiamare Kokopelli. Questa figura particolare, ma non apparentemente malvagia, parla al gruppo di uno strano gioco, che permetterebbe loro di salvare il mondo pilotando un enorme robot. Sono necessarie quindici persone, per altrettanti nemici da sconfiggere.
I ragazzini sembrano entusiasti di provare questo nuovo gioco e compiono l’unico passo necessario per cominciare a giocare: prestare giuramento attraverso il tocco di un’interfaccia che permette al sistema di riconoscerli come piloti ufficiali. Soltanto Yoko Machi, la ragazza che aveva scoperto la grotta, sembra tirarsi indietro, ma viene spinta a partecipare da Takashi Waku, il classico personaggio pieno di energie e desideroso di buttarsi in nuove avventure.
Rimane esclusa soltanto Kana Ushiro, la più piccola del gruppo, a causa dell’intervento del fratello Jun. Kokopelli accetta questa condizione. Al gioco dovrà dunque partecipare anche lui, per far salire il numero di membri ai quindici necessari per iniziare.
Quello che sembrava un gioco si rivela ben presto molto reale. Un mostro gigantesco appare in città e, per fronteggiarlo, compare un robot altrettanto grande. I giovani si ritrovano improvvisamente a bordo, con il destino del mondo nelle loro mani.
Struttura dell’opera
Bokurano ha premesse simili a Evangelion e viene spesso paragonato all’opera di Hideaki Anno. Ma proprio come Evangelion l’apparenza inganna, e la struttura di base diventa soltanto un pretesto per approfondire temi più profondi.
La premessa è il classico caso del giorno, o per meglio dire mostro del giorno. Compare il mostro, è necessario che uno dei ragazzi piloti il robot gigante per salvare il mondo. A complicare il tutto però, c’è il fatto che il robot si nutre dell’energia vitale del pilota, che muore dopo aver compiuto la sua missione.
Questo aspetto non è rivelato subito, perché il primo pilota è Kokopelli, che al termine della prima battaglia semplicemente sparisce con il mecha. Dopo le prime morti i protagonisti notano che qualcosa non va, ma sarà un nuovo personaggio a dar loro la certezza: Koemushi, un essere strano con straordinari poteri, che guiderà i ragazzi nell’utilizzo del robot con modi tutt’altro che gentili.
Le regole non sono chiare fin dall’inizio e lo stesso Koemushi le snocciolerà strada facendo.
A quanto sembra, la scelta del pilota avviene per sorteggio casuale. All’interno dell’abitacolo del robottone, ribattezzato dai ragazzi Zearth, sono presenti quindici sedie, ognuna in uno stile famigliare a ciascuno di loro. Il pilota è uno solo, ma gli altri sono costretti ad osservare e possono dare consigli.
I mostri sono quindici, servono quindi altrettanti piloti. In mancanza del numero effettivo, nel corso della serie saranno operate delle aggiunte.
Il pilota, seppur vincitore, muore. E’ possibile però conservare la propria energia non muovendosi, per quanto i mostri sono sulla Terra per distruggerla, quindi non reagire significherebbe la fine del mondo.
Dopo alcuni episodi di ambientamento viene a galla il troncone principale della trama. Oltre a tradimenti, complotti, strane situazioni che coinvolgono i piloti e le loro famiglie, veniamo a conoscenza della verità. All’interno dei mostri ci sono equipaggi simili ai nostri protagonisti, ogni vittoria e sconfitta determinano la distruzione di uno dei pianeti in battaglia. Soltanto l’ultimo pilota potrà sopravvivere, a patto che si faccia carico della responsabilità di trovare altre quindici persone per provare a salvare il mondo.
Analisi
La serie si presenta fin dalla prima scena come molto lontana da qualunque atmosfera positiva, tipica di shonen, slice of life o altri generi che coinvolgono gruppi di ragazzini. Abbiamo una serie di protagonisti molti litigiosi, ognuno con i suoi problemi. E la situazione non migliora per nessuno di loro.
Bokurano mette di fronte a tutti i personaggi il proprio destino: morire entro pochi giorni, ma per salvare il mondo. Questa enorme responsabilità viene addossata come spesso accade a delle persone giovanissime. Ma in questo caso non sono presenti tutti quegli elementi che solitamente rendono questa situazione accettabile, come un robot esteticamente bello, con tante armi potentissime e alleati straordinari, con i quali fare esperienza e lottare insieme. Qui nessuno è stato prescelto, tutti sono stati imbrogliati e devono prestarsi a questo gioco mortale. La scelta è tra rifiutarsi e morire o combattere e morire.
Questo elemento rende la serie disturbante, per ragioni completamente diverse da quelle classiche. Non siamo in presenza di un horror, con sangue che schizza da tutte le parti o personaggi che vengono fatti a pezzi.
La violenza è quasi completamente psicologica, lo spettatore sente sempre il peso della situazione, senza filtri o abbellimenti.
Oltre ai combattimenti, assistiamo ad uno sguardo sulla condizione umana, attraverso le storie di ragazzi che provengono da famiglie diverse, hanno personalità diverse, ma ognuno ha i suoi problemi. E nonostante questi, ognuno dovrà combattere.