Nel 1988 due anni dopo Watchmen (e il Batman: The Dark Knight di Frank Miller), Alan Moore scrisse una delle storie dell’Uomo Pipistrello più amate e famose: Batman: The killing Joke.
Nel 2106 Sam Liu, con un robusto curriculum di versioni animate di opere e personaggi DC e Marvel (Daytime Emmy Award nel 2006 per la serie The Batman), si cimenta con la trasposizione di The Killing Joke, su sceneggiatura di Brian Azzarello. Uscito direttamente nel mercato video, il film è disponibile in DVD e Blu Ray.
Trama di Batman: The Killing Joke
La prima parte del film è un’aggiunta rispetto al fumetto.
Batman e Batgirl incrociano più volte i tentativi di furto di “Paris Franz“, alias Parry Francesco, arrogante nipote di Carlos, il principale boss di Gotham, che non gradisce l’aver attirato l’attenzione dei due eroi. Batman, molto autoritario e paternalista nei confronti della partner, le vieta di affrontare il criminale senza di lui.
Nella vita quotidiana, Barbara Gordon confida – in modo dissimulato – le frustrazioni di queste dinamiche con un collega bibliotecario.
Accertata l’attrazione provata da Paris per la donna, Batman le ordina di evitare il caso. Paris si impossessa dei conti esteri dello zio, sfugge a un’esecuzione ordinata da lui e si vendica: fa trovare a Batgirl il cadavere del boss, per poi cercare di eliminare anche lei.
La situazione si risolve con l’arrivo di Batman, che rimprovera la partner di aver seguito l’ego e la voglia di dimostrare qualcosa, e le rinfaccia di vivere la lotta al crimine come un gioco, mentre lui ha raggiunto l’abisso senza speranza. La esclude definitivamente dal caso, ma Batgirl lo attacca, e poi cede all’attrazione e ha un rapporto sessuale con lui.
Anche se il compagno la ignora e vuole lavorare da solo, l’eroina interviene per salvarlo da un attacco di Franz che lo sta mettendo in difficoltà: il pestaggio furioso che Batgirl riserva al criminale rivela la sua rabbia e il suo coinvolgimento emotivo. Barbara decide di abbondonare l’identità segreta.
E qui passiamo alla trasposizione vera e propria del fumetto di Alan Moore.
Insospettito da un delitto particolare, Batman visita la cella di Joker ad Arkham: prima accenna al detenuto il suo desiderio di trovare una soluzione prima che uno dei due uccida l’altro, poi scopre di non avere di fronte Joker.
Il villain è evaso e ha messo gli occhi su un Luna Park in rovina, per farne il suo covo. Inizia a ripensare al suo traumatico passato: comico di scarso successo, per mantenere la moglie incinta aveva deciso di commettere un reato.
Il Cavaliere Oscuro cerca indizi su Joker con il Bat-Computer, ma non riesce a capire che cos’abbia in mente. Si confronta con Alfred su quanto poco si conoscano, dopo tanti anni e molto odio.
Joker si presenta a casa di Gordon: spara a Barbara, con l’intenzione di paralizzarla, e fa tramortire il commissario dai suoi sgherri, che lo portano alla base. È l’inizio del suo piano: dimostrare che una giornata storta è sufficiente a fare impazzire chiunque. Persino il commissario Gordon.
Joker prosegue la sua ricostruzione delle vicende che lo hanno portato alla follia: ai due ladri che gli chiedevano di collaborare, aveva spiegato di non essere tipo da crimini, ma che doveva dimostrare il suo valore come marito e padre.
I due gli avevano chiesto di farli entrare nell’impianto chimico dove aveva lavorato in precedenza, per avere accesso a una fabbrica adiacente, e gli avevano detto di vestirsi da Cappuccio Rosso, identità con cui erano stati compiuti altri reati.
Il dottore spiega a Batman che Barbara rimarrà paralizzata. Svegliata dalla voce di Bruce, la donna gli spiega che Joker sembra più folle che mai, ha preso suo padre e lo considera l'”attrazione principale” di qualcosa che vuole dimostrare.
Portato al Luna Park, Gordon viene denudato e legato. Joker gli spiega che lo vuole fare impazzire, e che la memoria è insidiosa, porta dove non si vuole.
Joker espone un suo personale elogio della follia, unica via di fuga da ciò che è insopportabile, prima di tormentare il Commissario, forzandolo a condannare Batman e soprattutto a vedere che cosa è stato fatto a Barbara, ferita e umiliata a sua volta.
Joker ricorda quando gli era stato comunicata la morte della moglie e i suoi compari gli avevano proibito di tirarsi indietro.
Durante il furto, i compari erano stati uccisi dalla polizia, l’intervento di Batman aveva fatto cessare la sparatoria ma l’uomo, terrorizzato, era caduto in una vasca di prodotti chimici: il suo nuovo aspetto clownesco, ultima goccia in un vaso ormai colmo, lo aveva fatto impazzire.
Batman non trova tracce di Joker negli ambienti che frequenta dopo le evasioni, ma riceve un invito del villain. Arrivato al Luna Park, cerca di rassicurare Gordon, che è rimasto lucido e gli chiede di catturare Joker seguendo le regole, per dimostrargli che il metodo funziona.
Joker continua a dire che basta una brutta giornata per diventare pazzo, come lui e come Batman, anche se l’eroe non lo vuole ammettere. I ricordi del villain sono confusi, il suo punto fermo è che impazzito e che la realtà e assurda, bisognerebbe riderne.
Dopo aver avuto la meglio, Batman gli propone di non cercare di uccidersi a vicenda, e di iniziare un percorso di riabilitazione. Joker rifiuta, convinto di non avere speranze. Lo scontro si chiude con una risata, al termine di una barzelletta.
Impressioni
La sfida per Sam Liu era molto ardua: oltre a essere, come detto, una delle storie più note e amate dell’Uomo Pipistrello, Batman: The Killing Joke ha diversi elementi non banali da inserire in una trasposizione animata, a partire da un elevato livello di sadismo e un esplicito “svelamento” del rapporto morboso e assurdo tra l’eroe e il villain.
La trama della prima parte del film non deriva dal fumetto ma è stata scritta da Brian Azzarello: ribadisce il taglio “adulto” della pellicola, contribuendo forse ad assegnarle il divieto ai minori (di 14 anni in Italia, di 17 non accompagnati in USA).
Buone le rappresentazioni dei personaggi e le animazioni, tranne un paio di passaggi a vuoto sui veicoli e le giostre, in cui il lavoro fatto al computer è sembrato un po’ sbrigativo (ma si tratta di elementi marginali, considerando oltretutto che la produzione non era destinata al cinema).
Senza toccare le vette artistiche di Moore, il film rende in modo inquietante il dramma di Joker: la frustrazione, la vita normale distrutta, la follia, il compiaciuto sadismo nei confronti di Barbara e del commissario, la rassegnazione con cui rifiuta l’aiuto quando la lotta è finita e la conversazione con Batman sembra quella fra due amici.
Nella versione originale, le voci sono quelle storiche di Batman: The Animated Series: Kevin Conroy per Batman e Mark Hamill per Joker. Il secondo ha definito l’esperienza molto stressante per la sua voce, e sarebbe disponibile a interpretare di nuovo il villain solo in una versione cinematografica di The Killing Joke.
Durante l’indagine al Bat-Computer, vengono mostrati diversi elementi relativi a Joker, appartenenti a diversi media ed epoche, in una sorta di “panoramica multiversale” (nel fumetto mancavano questi riferimenti):
– la pubblicità dello Smilex di Joker dal film di Tim Burton del 1989
– la versione di Joker dell’aria “Vesti la giubba” (Ridi pagliaccio) del’opera Pagliacci, dal Batman televisivo “camp” del 1966
– la morte di Jason Todd in Batman: Una morte in famiglia (Batman n. 428)
– i “Pesci-Joker” dal fumetto Il pesce che ride (Detective Comics #475), ripresi da Batman: The Animated Series
– la LAFF CO., fabbrica abbandonata e usata come rifugio da Joker, nella sua prima apparizione in Batman: The Animated Series
– la copertina del fumetto L’uomo che ride di Ed Brubaker