Sul finire degli anni ’80 il mondo intero era molto diverso da quello in cui siamo abituati a vivere e naturalmente i fumetti non facevano eccezione.
Il mondo dei comics era in fermento e stava conoscendo rinnovata popolarità grazie alla new wave che ci ha consegnato autentici miti come Alan Moore, Neil Gaiman o Frank Miller per citarne alcuni.
Questo rinnovato interesse per i supereroi non poteva lasciare indifferente il mondo del cinema, che era però fermo ai pur buoni film di Superman con Cristopher Reeve.
Il Marvel Cinematic Universe pur essendo già nella mente di Stan Lee era di là da venire e pur essendo Hollywood ancora un luogo in cui si investiva e si sperimentava (invece di produrre remake su remake e reboot in sequenza), il mondo delle nuvolette veniva ancora ostracizzato.
Tutto questo era destinato a finire insieme al decennio, nel 1989: in un anno contraddistinto dal fermento culturale e non solo, un anno che ha visto la caduta del muro di Berlino e il debutto della famiglia gialla più famosa di sempre ci pensa un genio della regia a riportare in pompa magna i supereroi sul grande schermo: ci pensa Tim Burton.
Nato sull’onda del successo di The Dark Knight di Frank Miller, Burton propose una versione personale del celebre Crociato Incappucciato in un mondo in bilico tra Pop e Dark che è diventato da subito e per sempre un classico.
Il Pipistrello di Michael Keaton è uno dei più amati di sempre, ancora oggi rievocato con nostalgia da tutti gli appassionati; niente di strano dunque che all’epoca Dennis O’Neil, editor della DC Comics, volle fortemente questa trasposizione a fumetti che tutti gli appassionati potevano sfogliare per rivivere quanto visto al cinema.
Danzi mai con il diavolo nel pallido pleniluio?
Perchè Batman – Il film del 1989 fondamentalmente è questo: una riproduzione quasi fotogramma per fotogramma del lungometraggio. Se se ne discosta è per elisione, visto che non si può riprodurre per intero un film su carta.
La storia che stregò il mondo intero all’epoca della prima uscita c’è tutta e continua a funzionare a 33 anni di distanza; se non hai mai avuto modo di conoscerla prima sappi che film e fumetto narrano l’inizio della carriera supereroistica di Bruce Wayne\Batman e la nascita della sua nemesi Joker.
Addirittura, per la prima volta nella storia del personaggio, Burton ne narra non solo le origini ma ci fornisce addirittura un nome e un’identità: quella di Jack Napier, tirapiedi intenzionato a conquistare il mondo del crimine gothamita, splendidame
Nell’arco della storia quindi ci troviamo a seguire le prime schermaglie tra i due arcinemici, con una splendida Gotham City sullo sfondo ma fino ad un certo punto, visto che la città stessa è una dei protagonisti. Luccicante ma anche oscura, punk fino a diventare quasi retrofuturista è un abitato che ricorda solo in parte la New York a cui è ispirata, ma mantiene il fascino delle controparti più “classiche”.
Insieme ai due personaggi, in Batman troviamo un cast di personaggi noti agli appassionati di fumetti tra cui la conturbante Vicky Vale, qui con le fattezze di Kim Basinger, un rassicurante Commissario Gordon più in carne e avanti con gli anni del solito, Alfred Pennyworth più un Harvey Dent in rampa di lancio interpretato da Billy Dee “Lando Calrissian” Williams.
Come in ogni storia che si rispetti, la lotta tra bene e male è lunga e difficoltosa, con alterne fortune per ambo le parti, fino alla trionfale vittoria di Batman e all’apparente morte del Joker.
Gotham City sembra dunque salva, ma l’Uomo Pipistrello sa che non durerà e lascia alla polizia il suo iconico batsegnale, da adoperare alla bisogna.
Batman 1989 nel 2022
Sfruttando il lancio di The Batman e per riportare in libreria a 33 anni di distanza Batman 1989, Panini ha ideato un’edizione celebrativa molto interessante; volendo proporre il classico cartonato da riporre in libreria ed avendo l’opera originale una foliazione limitata, sono state aggiunte come contenuto speciale le scansioni delle tavole originali di Jerry Ordway.
E si tratta di un’aggiunta graditissima che permette al lettore di ammirare le matite dell’autore in tutta la loro bellezza, che talvolta supera la versione definitiva a colori.
Oltre a darci la possibilità di fare un raffronto tra il disegno “pulito” e la versione finale colorata, esaminando minuziosamente il tratto di Ordway, abbiamo anche la possibilità di leggere il testo originale e scoprire due cose importanti.
La prima, che tutto sommato è abbastanza ovvia, è che le battute del fumetto e quelle del film coincidono nella quasi totalità dei casi.
La seconda scoperta è un po’ più particolare e personalmente ti dico che pur essendo appassionato del lungometraggio l’ho apprezzata poco, pochissimo, anche no ecco.
Avendo anche l’edizione originale italiana del 1989, pubblicata da Milano Libri e allegata a Corto Maltese e leggendo qualche battuta un po’ assurda nella versione Panini, ho potuto constatare come la versione precedente, tradotta dall’indimenticato Enzo Baldoni era una traduzione letterale delle battute inglesi; oggi il traduttore si è “limitato” a copiare pedissequamente la versione italiana del film che, come d’abitudine dell’epoca, era un adattamento ricco di stravolgimenti di senso e di concetti resi in maniera anche assurda.
Paradossalmente un’operazione nostalgia che in questo caso non è del tutto adatta, sia perchè in controtendenza con quanto si fa al cinema con ridoppiaggi e in editoria con nuove traduzioni sia perchè in fin dei conti toglie un po’ di quella indipendenza e importanza che un’opera a fumetti merita, anche quando si tratta di un adattamento.
Del resto, come già scritto, il lavoro di Jerry Ordway era e rimane assolutamente di livello, con le atmosfere del film riprese alla perfezione e con il cast originale riprodotto senza il minimo tentennamento.