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Bakemonogatari è un anime de 2009 tratto da Monogatari, meglio conosciuta come Monogatari Series, una raccolta di light novel del giapponese Nisio Isin, illustrate dal taiwanese Vofan e pubblicate da Kodansha.
La serie è ancora in corso dal 2005 e conta ormai 28 volumi. Tutti i romanzi hanno al centro lo stesso protagonista, Koyomi Araragi, uno studente delle superiori alle prese con esseri soprannaturali.
Le trasposizioni animate hanno mantenuto il suffisso -monogatari, variando la parte iniziale del nome. Bakemonogatari è l’anime di esordio della lunga collana, realizzata dallo studio Shaft. La stagione conta 15 episodi, di cui 12 televisivi e 3 episodi realizzati per la diffusione su internet. Si tratta nominalmente della prima parte della prima stagione, ma mantiene comunque una sua indipendenza narrativa per i temi trattati rispetto alla seconda parte, Nisemonogatari. La struttura delle diverse stagioni non è particolarmente coerente, in quanto troviamo sia serie complete da 26 episodi che gruppi di 3, 4, 7, 12 episodi.
Bakemonogatari è consultabile su VVVVID.
La trama di Bakemonogatari
Il protagonista della storia è Koyomi Araragi, uno studente del terzo anno delle superiori che passa le sue giornate tra la scuola e un edificio abbandonato. Un giorno la sua compagna di classe, Hitagi Senjougahara, la classica bellezza elegante, che fatica a dare confidenza alle altre persone, cade dalle scale, finendo dritta tra le braccia di Koyomi. Con sua grande sorpresa, il suo corpo è leggerissimo, quanto una piuma.
Attraverso questo avvenimento fortuito scopriamo che l’edificio abbandonato è in realtà dimora di Meme Oshino, un uomo di mezza età che si occupa di avvenimenti soprannaturali come quello che coinvolge Hitagi. Oshino in passato aveva aiutato Koyomi a tornare umano, dopo essere stato vampirizzato. Hitagi a quanto sembra è rimasta vittima di un mostro. Sarà compito di Koyomi occuparsene. E lo stesso vale per altre persone che orbitano intorno al protagonista, da Mayoi Hachikuji, una bambina che ha smarrito la strada di casa, a Tsubasa Hanekawa, sua compagna di classe e interesse amoroso.
Struttura dell’opera
La struttura della serie è molto semplice, si tratta di un susseguirsi di brevi archi narrativi con al centro un personaggio e un relativo mostro da affrontare, tanto che, in modo simile ai manga, i titoli sono formulati nella forma “nome della protagonista” “nome del mostro” “numero di episodio”. Gli archi di durata variabile ci permettono di approfondire sia la conoscenza del personaggio che il suo legame con Koyomi, oltre a darci modo di ottenere piccoli spunti sul suo misterioso passato, che viene svelato lentamente.
Analisi
La serie funziona un po’ come ingresso nel vasto modo dei Monogatari, un buco nero dal quale è complicato uscire, vista la grande varietà di soggetti coinvolti nelle varie stagioni e di temi trattati durante la lotta ai diversi problemi che affliggono i protagonisti.
Ogni spirito, mostro o demone, comunque lo si voglia chiamare, ha infatti una grande correlazione con i problemi personali delle vittime e questo permette di affrontare ogni problema sia dal lato più fantasy, con lotte senza esclusione di colpi, che realistico, con lunghe conversazioni, che spesso occupano gran parte dell’episodio.
In questo senso si nota molto il fatto che l’anime sia la trasposizione di un romanzo, la stessa Shaft ha optato per alcune soluzioni creative che potessero riportare fedelmente alcuni lunghi dialoghi, senza annoiare lo spettatore. Una tragedia per il pubblico internazionale costretto a ricorrere ai sottotitoli, visto il ritmo particolarmente veloce con cui si svolte la maggior parte dei dialoghi.
I muri di testo non rappresentano comunque un problema, sia i contenuti che la forma (doppiaggio) riescono a risultare abbastanza interessanti, e la grande velocità permette di dare ritmo e mantenere alto l’interesse.
Sempre dal punto di vista tecnico, l’aspetto grafico risulta molto valido e ancora passabile nonostante sia passato molto tempo dalla prima trasmissione. Il comparto audio è molto ben curato. Le musiche di sottofondo contribuiscono a dare un aspetto molto giocoso e distaccato agli avvenimenti, mentre le sigle iniziali e finali sono riuscite a diventare hit internazionali, amate dal pubblico di tutto il mondo.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati, lo spazio è utilizzato molto bene e le scene appaiono spesso scarne proprio per permetterci di concentrarsi su quello che i protagonisti in scena hanno da dirsi. Da non dimenticare l’ampia dose di fanservice, a volte visivo ma molto spesso allusivo in termini di inquadrature e dialoghi, una novità in un ambiente che raramente punta ad approfondire la capacità retorica di bamboline disegnate apposta come trappola per attirare il pubblico maschile.
Bakemonogatari è na serie forse un po’ ostica per un pubblico poco esperto di cultura giapponese, a causa di continui riferimenti popolari antichi e contemporanei, molti proverbi e modi di dire e soprattutto il cuore della serie, ovvero i mostri. Questi esseri appartenenti al folklore del Paese del Sol Levante diventano motori di trama e si inseriscono perfettamente nei rapporti tra gli adolescenti protagonisti della storia.