In una scuola media giapponese, vi è un insegnante molto particolare che impartisce lezioni usando metodi non convenzionali. L’insegnante in questione, infatti, ha una forma aliena ed insegna l’arte dell’omicidio. Perché mai, in una scuola media nipponica, un docente dovrebbe insegnare l’omicidio? Naturalmente, per poter essere, un giorno, ammazzato dai propri studenti!
Trama
Quelli che, ad una prima ed abbozzata stesura della trama, possono sembrare dei buchi di sceneggiatura che fanno sorgere quesiti come “ma perché Korosensei vuole insegnare in quella classe, in prima istanza?”, sono, in realtà, parti non rivelabili per eludere gli spoiler!
Struttura dell’opera
Dal punto di vista estetico, Assassination Classroom, non presenta peculiarità che facciano sobbalzare dalla poltrona chi lo guarda. I disegni sono puliti e le animazioni ordinate. L’unico elemento di rottura con quanto si sia già visto, è proprio rappresentato dall’estrema caratterizzazione visiva del personaggio Korosensei, una sorta di miscuglio genetico tra un polpo (come spesso lo chiamano gli alunni) ed un’emoticon sorridente. Guardando le immagini del personaggio, si stenta a credere che si possa empatizzare con lo stesso o, addirittura, arrivare ad amarlo; nulla di più sbagliato. Ed è questo che ci porta all’analisi dello stile narrativo:
I personaggi
Come sempre, per una storia che catturi c’è bisogno di personaggi che catturino. Oltre al già citato Korosensei (ho già detto che ha una faccia da emoticon sorridente?), gli stessi studenti della sezione E diventano dei caratteri sempre più complessi e definiti che rivelano, anche grazie all’aiuto dei loro insegnanti, i loro punti di forza e le loro debolezze, i loro traumi e le loro capacità sopite. Oltre a Korosensei, la classe ha altri due insegnanti: un’assassina russa, Irina, che sarà ribattezzata Bitch Sensei dagli studenti dopo aver saputo che una delle sue armi principali è quella della seduzione, e Karasuma, un agente governativo specializzato nelle tecniche di lotta corpo a corpo.
Oltre a questi, vi è tutto un firmamento di personaggi che popolano sia l’ambiente scolastico (come il preside e suo figlio) che quello più underground degli assassini e quello top secret delle alte sfere governative che rendono sempre più avvincente ed interessante la narrazione.
Impressioni personali
Assassination Classroom è un anime da vedere assolutamente. Esso consta di due stagioni che formano un totale di 47 episodi. Inoltre, anche se si vocifera di una serie spin-off, l’opera di Matsui è bella che conclusa e, pertanto, pronta per essere consumata da chi predilige la visione del tutto e subito, contro le attese, anche di anni, tra una stagione e l’altra. L’anime è capace di tenere incollati allo schermo, di far ridere, di far piangere e di far disperare quando ci si rende conto che non vi sono più episodi da vedere. In definitiva, non mancano alcune somiglianze con il più datato GTO (“ecco, appunto! Perdinci!” cit. soloni della Japanimation) ma partire dalle vicende di “Eikichi Onizuka, 22 anni. Celibe” non avrebbe reso giustizia all’originalità dell’anime in oggetto!
Complimenti per questa recensione. Concordo con tutto… una serie che crea calamitá in grado di entrare in empatia con lo spettatore e quando si finisce di vederla manca!!
Grazie! Aspettiamo con ansia la serie spin-off!
Bella recensione!!! Questo anime non lo conoscevo ma la trama sembra avvincente…
Grazie! E’ un anime che straconsiglio!
Vederlo da insegnante avrà delle conseguenze? Lo vedrò! ?