Benvenuto all’ultimo appuntamento della nostra rubrica “Animania“, con la speranza ti siano piaciute fino ad ora tutte le analisi proposte da noi redattori sugli anime trattati. A me l’onere e l’onore di chiudere in bellezza, tant’è che quando Max (il capo) mi ha detto “mi raccomando è l’ultimo appuntamento, chiudiamo col botto” mi sono un po’ preoccupato, ma al tempo stesso ero lusingato della cosa.
Confrontandomi con gli altri amici/colleghi della redazione, ho messo sul piatto varie proposte, fino a che poi grazie ad Andrea Barba, mi si è accesa la lampadina: parlare della visione del futuro negli anime, da due punti di vista diversi. A questo punto la scelta è stata semplice ed è ricaduta su due icone dell’animazione giapponese: Capitan Harlock ed il più recente Cowboy Bepop.
Un corsaro tutto nero contro le macchine e cacciatori di taglie in un futuro retrò!
Ma parliamo un po’ della storia del nostro capitano, nato dalla penna di Leiji Matsumoto nel 1977 e trasmesso per la prima volta in Giappone nel 1978. Harlok è un emarginato della nuova società del futuro, diventato pirata dopo essersi ribellato al governo della Terra nel 2977, ed al comando dell’Arcadia, nave spaziale sulla quale si sposta tra un pianeta e l’altro.
In Cowboy Bepop, diretto da Shin’ichirō Watanabe e trasmesso nel 1998, abbiamo un’ambientazione similare nell’anno 2071, con due cacciatori di taglie Spike Spiegel, ex affiliato del Red Dragon, e il suo socio Jet Black, ex investigatore dell’ISSP. I nostri eroi si spostano tra i vari pianeti di questo nuovo mondo a bordo della loro nave il Bepop. Ai due si uniranno nel corso della storia altri tre “amici” di cui un cane super intelligente di nome Ein, una provocante truffatrice Faye Valentine e l’eccentrica hacker Radical Edward. Lo scopo principale delle loro scorribande (quasi sempre fallimentari), è quello di fare i conti con questioni irrisolte del loro passato.
Futuri a confronto da diversi punti di vista
In entrambi gli anime si affronta il tema del futuro, ma con risvolti praticamente opposti direi. In Capitan Harlock la società degli umani è governata da personaggi che cercano solo di accaparrarsi voti per i loro guadagni, e le macchine come nel più classico dei film anni ’80, hanno il sopravvento in tutti i campi costringendo gli uomini ad un ruolo marginale.
Tutti quelli che si oppongono allo stato di apatia generato da tutto ciò, vengono considerati dei fuorilegge e per questo perseguitati. Praticamente è quello che accade al nostro capitano che, iniziando ad indagare su strane scritte apparse su una gigantesca sfera inviata dal pianeta Mazone, e dopo l’assassinio di alcuni scienziati, inizia a dare la caccia insieme alla sua ciurma ai responsabili di questi avvenimenti.
Invece il futuro descritto in Cowboy Bepop è più noir, in stile western attingendo più dalla cultura occidentale, e con la presenza massiccia di scontri a fuoco con pistole. L’influenza fantascientifica è confermata dalla presenza di avanzate tecnologie, anche se rispetto a Capitan Harlock lo stile è più retrò, con la presenza di saloon, territori desertici ed una quasi totale assenza di un’autorità che faccia rispettare la legge.
Se in Harlock abbiamo le macchine che la fanno da padrone, con pistole laser, robot e paesaggi in puro stile futuristico, in Cowboy Bepop ci sono scontri con semplici pistole, ed i pianeti e le stazioni spaziali sono stati riprodotti ad immagine della Terra, con grattacieli e centri commerciali al centro della scena. Insomma Capitan Harlock ci mostra un futuro in cui tutti noi potremmo rispecchiarci, poiché “il futuro” tutt’ora lo pensiamo con auto volanti, alieni, robot e macchine che prenderanno il nostro posto; Cowboy Bepop esce fuori dagli schemi, dalla tradizionale fantascienza cui siamo abituati a pensarla, tanto che i migliaia di fans della serie hanno coniato per l’anime il termine di “space western“, dando l’idea di ciò che è il futuro creato da Shin’ichirō Watanabe.
E con questo sguardo al futuro ti saluto, augurandoti buone feste, e con una domanda: tu il futuro come te lo immagini, dominato dalle macchine o un ritorno “al passato” con la classica “scazzottata” western?
Stay tuned
Ottima analisi, complimenti! E grazie per la citazione!
Grazie Andrea detto da te poi ?