Dopo la recensione di Tex – I ribelli del Canada, eccone una su L’Aida, un fumetto ambientato a Milano.
Introduzione
L’Aida, fumetto di Sergio Gerasi edito da Bao Publishing, è l’opera che consacra il fumettista con vent’anni di carriera alle spalle. Per la stessa casa editrice, l’uomo ha realizzato nel 2014 In inverno le mie mani sapevano di mandarino (riproposto di recente nella collana “Visioni” di RCS) e Un romantico a Milano nel 2018.
La sua opera d’esordio è Lazarus Ledd per Star Comics. Ha collaborato e collabora tutt’ora per quotidiani e periodici nazionali. Disegna Dylan Dog, uno dei personaggi più amati della Sergio Bonelli Editore.
I suoi lavori non si fermano alla carta stampata, Sergio Gerasi ha anche collaborato alle trasmissioni TV di Michele Santoro come Servizio Pubblico e M, trasmesso su La7 e su Rai3, realizzando le inchieste a fumetti.
Trama
Come riporta il titolo, la protagonista di questa storia si chiama Aida. Nonostante viva nell’ambiente alto borghese di Milano, è sempre insofferente: non ha più un buon rapporto con la madre, giornalista televisiva, sempre più occupata al lavoro che alla figlia e non sente più un legame così forte con gli amici che, per la maggior parte delle volte, preferiscono vedere serie su Netflix, piuttosto che svagarsi un po’ e uscire.
I problemi della ragazza non si limitano al campo affettivo, ma anche a quello scolastico. Infatti, dopo mesi, Aida non riesce a terminare la sua tesi in fotografia, compito aggravato dal professore che la incoraggia a migliorare la qualità delle sue foto e, in generale, del suo lavoro.
Ormai bloccata, teme che la sua vita non possa subire quel cambiamento che tanto desidera fin quando, una notte, portando a spasso il cane, incontra un gruppo di artisti emarginati, pronti a tutto pur di lanciare un messaggio alla società. Il loro scopo, infatti, è quello di svegliare le coscienze attraverso opere artistiche fuori dalla norma e fuori da ogni possibile schema. Colpita dalle azioni di quei ragazzi, Aida chiede di potersi unire a loro, finendo per cambiare la sua vita.
Struttura dell’opera
Il fumetto precede in maniera pressoché lineare, tranne in quelle parti in cui vengono rivangati momenti del passato attraverso l’uso di flashback. Non è prevista una suddivisione in capitoli ma, alla fine della storia, è presente un’esaustiva biografia dell’autore, che ripercorre la sua carriera artistica attraverso le diverse case editrici per cui ha lavorato.
Impressioni personali
Sicuramente L’Aida vuole essere un’opera d’impatto: vengono evidenziate numerose tematiche che riguardano la sfera morale, psicologica e sessuale (anche se in maniera più marginale). L’egoismo pare inizialmente un elemento che contraddistingue gli stessi amici di Aida, egoismo che li porta a nascondere secreti agli occhi dei genitori, sia per paura di non venir accettati, sia per mantenere una certa “reputazione” agli occhi degli altri.
Il collettivo di artisti, proveniente da situazioni disagiate, si preoccupa di mandare messaggi importanti e provocatori per far capire alle persone come il mondo non stia soltanto nello schermo di uno smartphone, di un tablet o di un computer, ma come ci sia molto di più da cogliere e da vedere.
Poi c’è la stessa Aida, che trova nel collettivo una valvola di sfogo, non riuscendo però a superare realmente il problema con la sua mente e con il suo corpo. L’esperienza che vivrà la aiuterà comunque a parlare più chiaramente con le persone intorno a lei e ad acquisire, nel tempo, una maggiore consapevolezza di sé.
Dall’altra parte vediamo invece una Milano che reagisce, attivamente o passivamente, agli “attacchi” del gruppo di artisti, alcuni supportandoli, altri informandosi, altri ancora limitandosi a trarne dalla situazione il miglior selfie o post.
Ecco lo scontrarsi di diversi mondi: l’alta borghesia e l’estrema povertà, gli attivisti e i menefreghisti, il lato “social” e il lato “rebel”.
La storia, oltre a rendere bene gli intimi lati dell’animo umano, è apprezzabile per la sua arte, soprattutto nelle tavole in cui i ragazzi sorvolano i grattacieli, quasi fossero uccelli, come i piccioni dell’ultima pagina che, con loro sbattere d’ali, sembrano riprendere le loro stesse movenze. Buono anche l’uso dei colori e delle ombre, che contribuiscono a enfatizzare l’atmosfera di ogni scena, non importa quale sia la sua portata.
Personaggi controversi, arte che colpisce, una storia accattivante: tutto questo è L’Aida.