La figura di Alessandro Magno ha ispirato romanzi, film, videogiochi e fumetti. Ma uno dei prodotti più interessanti e originali ispirati alla figura del grande conquistatore è la serie animata Alexander Senki, da noi giunta col titolo Alexander – Cronache di guerra di Alessandro il Grande.
L’anime è una co-produzione nippo-coreana del 1999 realizzata dallo studio Madhouse, lo stesso di celebri anime come Hunter x Hunter, One Punch Man, Trigun, Beyblade e Death Note. Il materiale di partenza è un romanzo di Hiroshi Aramata, scrittore giapponese molto famoso anche come traduttore e specialista di storia, mentre la regia è firmata da Yoshinori Kanemori e Rintaro, e la sceneggiatura da Sadayuki Murai.
Un ripassino di storia
Grazie al suo enorme talento militare, Alessandro sconfisse a più riprese il re persiano Dario III e a meno di trent’anni si ritrovò a governare su un dominio immenso, che andava dalla Grecia al fiume Indo. Il suo progetto era quello di creare una nuova civiltà che fondesse la cultura ellenica con quelle orientali: per questo favorì anche i matrimoni misti tra la nobiltà macedone e i persiani, e lui stesso prese in moglie diverse principesse dei territori conquistati.
Tuttavia, le ambizioni di Alessandro si scontrarono con i desideri dei suoi soldati e dei suoi generali, che stanchi di anni e anni di guerre rifiutarono a un certo punto di seguirlo. La stessa morte del giovane re, avvenuta nel 323 a.C. a soli trentatré anni, potrebbe essere stata verosimilmente causata da un avvelenamento e non da una banale febbre malarica.
In ogni caso, le incredibili imprese compiute da Alessandro rimasero scolpite nella storia e gli valsero anche il soprannome di Magno, dal latino, che significa ‘grande’.
Alexander: una rivisitazione in chiave fantastica
I fatti basilari sono quelli veri, certo, ma la narrazione assume fin da subito una piega vistosamente fantascientifica e futuristica, con un’estetica che richiama subito a Æon Flux: non a caso il creatore di quest’ultimo, Peter Chung, è il character designer di Alexander.
Le conquiste di Alessandro Magno nell’anime si intrecciano strettamente con i piani del suo maestro, il filosofo Aristotele, di mettere le mani sul Solido Platonico, contenente tutta la sapienza dell’universo ma anche la chiave per distruggere il mondo e ricrearlo. Per questo Aristotele a un certo punto diventerà nemico di Alessandro stesso, l’unico in grado di mettere le mani sul Solido, complottando per la sua uccisione.
Anche le battaglie campali non hanno nulla di realistico: accanto a cavalieri e opliti troviamo balliste automatizzate, robot giganti, macchine volanti ed elefanti che sputano fuoco dalla proboscide. Nella battaglia con il re indiano Poro fa la sua comparsa persino un’armata di zombie. E non mancano maghi e fattucchiere, ninja pitagorici, cavalli mangiatori di uomini e mostruosità di ogni tipo.
Pregi e difetti di un’opera originale
Ne risente anche il finale, troppo affrettato e in parte aperto. Arrivati al tredicesimo episodio, si ha infatti l’impressione che da un lato gli autori abbiano voluto concludere troppo in fretta per colpa del poco tempo a disposizione, e dall’altro che ci possa essere un seguito che invece non arriverà mai.
Degno di nota in senso positivo, invece, risulta l’aspetto estetico della serie. Si è già citato Peter Chung come character designer: l’artista coreano-statunitense conferisce ai personaggi di Alexander una fisionomia particolarissima, molto longilinea ed elegante, che spesso assume i connotati di un’androginia in cui le distinzioni tra maschio e femmina scompaiono. Molto ispirato e al contempo straniante è anche il design degli ambienti, delle creature e delle macchine da guerra.
Va anche detto che Alexander è una serie animata straordinariamente matura, che non lesina morti violente, fiotti di sangue, nudità e scene di sesso. Ma non va commesso l’errore di considerarlo fanservice: rispetto alle puerili scenette ambigue di molte produzioni, qui la sessualità e il sangue hanno un ruolo fondamentale sia nell’ambientazione sia nella narrazione, in quanto concorrono a rappresentare le molte facce e le tante sfaccettature del potere.
Perché alla fine il fulcro di Alexander questo è: la lotta per il potere, che sia quello militare di macedoni e persiani che cercano di primeggiare sul campo di battaglia, o quello politico che ci si contende nelle corti di palazzo, o ancora quello metafisico e sovrannaturale legato al Solido Platonico.
Nel 2000 è stato realizzato anche un film animato, che in una novantina di minuti cerca di riassumere l’intera serie ma, fra tagli e banalizzazioni, risulta solo uno spreco di tempo e di risorse.