In questa ultima edizione del Modena Nerd, tornato dopo un anno di pausa forzata, le conferenze sono state tante, ma solo un topic si è guadagnato un panel raddoppiato. Si tratta di Neon Genesis Evangelion, l’opera animata di Anno Hideaki che negli anni si è trasformata in un vero e proprio fenomeno di costume, spingendo la propria community a dedicargli non solo fansite, ma anche vere e proprie associazioni culturali.
È il caso di EVA IMPACT, nata nel 2016 (l’anno del cosiddetto Third Impact secondo la trama sia dell’anime che del suo finale alternativo The End of Evangelion, datato 1997) per iniziativa dei curatori del sito Distopia Evangelion, già attivo da diversi anni.
Proprio gli admin di questo sito hanno fatto da alfieri per questi due panel, chiamati rispettivamente ‘Evangelion Impact! La fine dell’anime più famoso di tutti i tempi‘ e ‘Evangelion spiegato a mia mamma: presentazione del libro Evangelion for Dummy‘. Quest’ultimo è stato dedicato più strettamente alla presentazione del suddetto volume di saggistica, del quale viene anticipato già qualcosa nel primo panel, per cui non ci dilungheremo troppo su di esso.
L’organizzazione di due eventi del genere in questo momento non è in realtà casuale, dato il recente arrivo nei cinema per soli tre giorni di Evangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time, che si è rivelato il maggiore successo commerciale per l’universo creato da Anno Hideaki e che tra poco più di un mese arriverà sulla piattaforma streaming Amazon Prime.
L’anime più ‘impattante’ mai creato
L’evento si è aperto ribadendo l’importanza di Neon Genesis Evangelion e di tutte le opere derivate in termini di profondità e complessità, riflettendo sulla atipicità dell’originario target shōnen date queste premesse e gli sviluppi (secondo Distopia Evangelion esistono ben tre generazioni di fan per un opera che ha circa un venticinquennio di vita), e sul suo attuale status di “fenomeno culturale” (cito testualmente i relatori), che lo rende di fatto un must per gli appassionati di anime.
Si è proseguito con una rara lancia spezzata a favore dei fan più giovani, spesso accusati, in vari contesti, di ignoranza e conformismo. In questo caso si è riconosciuta alle nuove leve la capacità di proporre nuovi punti di vista derivati dai salti generazionali, che spesso non vengono percepiti dai fan di vecchia data, sovente vittime della nostalgia e dell’affetto eccessivo nei confronti di un’opera, che tende ad offuscare lo spirito critico. A tal proposito è stato portato come esempio Goldrake di Nagai Gō, in Italia spesso ritenuto il capolavoro del re dei robottoni appena citato ma praticamente semidimenticato in Giappone, dove invece viene apprezzato di più, ad esempio, Devilman.
In seguito è intervenuto Francesco Tedeschi, uno dei due autori del testo poc’anzi citato che è stato presentato nel secondo panel, parlando della sua professione di editor fumettistico da sempre guidata dalla sua passione per questo genere di lettura e letteratura e del suo status di outsider rispetto al fumetto e all’animazione giapponese, essendo principalmente un lettore di fumetti americani. Ha tuttavia dichiarato di aver letto diverse opere nipponiche, comprese quelle del summenzionato Nagai Gō, e considerare Neon Genesis Evangelion un’opera sconvolgente anche per chi, come lui, non fruisce per diletto di manga.
Proprio tale unicità lo ha spinto a dare alle stampe Evangelion for Dummy, un’opera che testimonia lo status ‘poligenerazionale’ di Neon Genesis Evangelion, avvalendosi della collaborazione di Cristiano Brignola, da Tedeschi descritto come un vero e proprio esperto del settore.
La ‘poligenerazionalità‘ dell’opera è confermata, secondo Distopia Evangelion, anche dall’omogeneità delle reazioni del pubblico in sala davanti a Evangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time contro la disomogeneità in occasione di altre proiezioni (è stato citato Una tomba per le lucciole di Takahata Isao, che a suo tempo vide reazioni spropositate in negativo da parte dei bambini e dei genitori tra il pubblico per motivi che conosci già, se hai visto il film).
Non sono mancate le chiacchierate riguardo al nuovo adattamento Netflix dell’anime originale, curato dapprincipio dal celeberrimo adattatore e direttore del doppiaggio Gualtiero Cannarsi nel 2019, che vide il proprio lavoro ritirato dopo un breve periodo, ricordato dai fan più sfegatati di Neon Genesis Evangelion, ivi compresi gli admin di Distopia Evangelion, come ‘la guerra dei sette giorni‘.
I relatori si sono schierati, almeno nei termini, totalmente contro la tesi cannarsiana secondo cui il pubblico non abbia apprezzato il suo adattamento in quanto troppo affezionato ed abituato al vecchio doppiaggio. Tale rigetto è dovuto al fatto che essi hanno enormemente apprezzato il lavoro dei nuovi doppiatori.
L’incontro si è concluso parlando dei progetti futuri dello stesso Anno Hideaki, ora dedito essenzialmente alla regia di live action, il quale potrebbe essere al lavoro su uno o più spin-off data la circolazione di un piccolo pamphlet contenente un breve fumetto di sedici pagine che espande l’universo del franchise, aprendo di fatto la strada a quello che è stato definito un “Evangelion post-Anno”, che comunque sarà sempre supervisionato dal suo creatore originale ma opera di altri autori. Alcuni addetti ai lavori avrebbero già accennato alla prossima produzione di nuovo materiale sia audiovisivo che cartaceo ambientato nel medesimo universo.