Il manga di per sè è ispirato a un’antica procedura medica, chiamata in poche parole “trapanazione del cranio”, pratica utilizzata ancora in alcuni paesi retrogradi, pensando che così facendo veniva in qualche modo “aperto” il terzo occhio donando all’essere umano poteri spirituali o sbloccare qualcosa sopita dentro di essa.
La trama parte da Susumu Nakoshi, un uomo trentaquattrenne che vive nella sua auto parcheggiata vicino a un accampamento di clochard. Un giorno viene avvicinato da uno strano individuo, Manabu Ito, per un’inquietante proposta: in cambio di 700.000 yen dovrà farsi trapanare il cranio ed essere studiato per dieci giorni per valutare i risultati di tale pratica. Nonostante sia scettico, Nakoshi, accetta la proposta. (Ovviamente chi non lo farebbe vero? Se non hai nulla da fare, pensa a trapanare crani! XD) Dopo l’operazione sembra essere tutto normale ma ben presto scoprirà che è in grado di vedere gli “homunculus” con l’occhio sinistro. Secondo Manabu Ito si tratta di manifestazioni di ciò che è sepolto nell’inconscio delle persone misto all’esperienza personale dell’uomo.
Homunculus, credo sia un viaggio “metafisico” nell’animo umano. Hideo Yamamoto crea un minestrone di macchinazioni, tipiche della fantascienza dell’orrore, come maschera di uno studio sociologico e culturale dell’uomo, andando anche a pizzicare le teorie freudiane del super io e super ego, una sorta di percorso infinito e intricato dove vengono analizzati molti aspetti del lato psichico dell’essero umano e contornato da filosofie orientali e spirituali.
Homunculus racchiude in sé diverse parole quali: filosofia, psicologia, fantascienza e horror. Fa riflettere ma allo stesso tempo accapponarela pelle.