Ada, Les Mystères de Cendréclat è un fumetto francese in stile manga scritto e disegnato da Tpiu, giovane autrice francese che in passato è stata assistente di Tony Valente, autore di Radiant. Il volume unico del manga è stato pubblicato nel 2021.
La trama di Ada
Adalise è una gioielliera del villaggio di Cendréclat, che si occupa di lavorare la “rochelune” (letteralmente “roccialuna”), una pietra alimentata dalla Luna che offre una risorsa d’energia senza limiti. Questa pietra è venerata e abbondante ed è parte integrante della vita quotidiana della gente.
Il villaggio è governato da un Guardiano che una volta al mese offre in sacrificio al Dio Lunare, Ys, uno degli abitanti: come tutti anche Adalise considera la cerimonia un evento importante e un grande onore essere scelti come sacrificio. Tuttavia, quando la sua giovane amica Alva viene scelta come sacrificio, qualcosa in lei comincia a cambiare e capisce quanto quella cerimonia sia crudele e insensata.
La giovane gioielliera decide allora di indagare sui terribili segreti che si nascondono nel suo villaggio, dietro al Guardiano e la sanguinosa cerimonia..
Impressioni
In un solo, corposo volume, Tpiu riesce a costruire un manga completo, interessante e abbastanza complesso: nel corso della trama si riesce ad esplorare a sufficienza, anche se non troppo approfonditamente, il mondo di ambientazione, caratterizzato da un paesaggio invernale e da una società con usi e costumi profondamente legati all’importanza rivestita dalla divinità della Luna e dalla “rochelune”, pietra che viene innestata su ogni individuo nel momento in cui raggiunge l’età adulta.
Il manga si caratterizza come opera distopica: il Guardiano a capo del villaggio è riuscito a fare un vero e proprio lavaggio del cervello agli abitanti, instillando in loro una cieca e profonda devozione per lui e per il dio lunare, Ys. Grazie alle sue manipolazioni gli abitanti sono stati convinti della necessità di fare sacrifici alla divinità: essere scelti è un grande onore, un qualcosa concesso ad un solo, fortunato eletto ogni mese. Si vede chiaramente come l’ideologia del Guardiano abbia influito sulla popolazione del villaggio quando Ada cerca di far comprendere alla madre di Alva, sacrificata da pochi giorni, che la figlia è morta e questa la caccia in malo modo, tacciandola di essere un’eretica.
Il tema distopico è anche sottolineato dal fatto che chiunque esprima anche il minimo dubbio sul culto del Guardiano venga scelto come sacrificio e, in sostanza, fatto sparire per zittirlo.
Ho apprezzato molto il personaggio di Adalise, che nonostante la brevità della storia riesce ad avere sia un’evoluzione caratteriale, sia un’evoluzione nei suoi poteri: se all’inizio è, come gli altri, seguace devota del Guardiano e del dio Ys, profondamente convinta dei buoni propositi e della necessità della cerimonia, quando vede sull’altare del sacrificio l’amica Alva qualcosa in lei cambia e comprende l’inutile crudeltà e l’assenza di significato in quell’assurdo rituale. I suoi poteri si evolvono invece rapidamente alla fine della storia, ma in modo coerente e per nulla forzato.
Anche il fratello di Adalise, Ikar, è un buon personaggio: burbero, serio e ligio al dovere, è però disposto a qualsiasi cosa per aiutare e proteggere la sorella minore, dimostrando inoltre di preoccuparsi molto per lei. Il Guardiano resta invece una figura sullo sfondo: le sue azioni vengono spiegate solo in minima parte e su di lui non si sa praticamente nulla. Si capisce, tuttavia, come sia riuscito a inculcare una particolare ideologia in ogni abitante di Cendréclat, che non gli risparmiano onori e appressamenti.
Vengono presentati poi altri personaggi abbastanza marginali, che tuttavia vengono comunque caratterizzati in modo sufficiente per renderli parte integrante e importante della storia.
Sul lato grafico il design dei personaggi è veramente ben fatto e l’autrice non si risparmia i più minimi dettagli dell’abbigliamento, rendendolo indicativo e distintivo della cultura di Cendréclat. Riesce inoltre a distinguere gli indumenti destinati alle classi più agiate da quelli delle classi meno abbienti. Una nota a sfavore, su questo punto, sono gli sfondi, i quali, salvo rari casi, sono estremamente poveri e stilizzati, se non totalmente assenti.