Attraverso un comunicato ufficiale, disponibile qui, lo Shuppan Kōhō Center ha annunciato che gli editori giapponesi Kadokawa, Kodansha, Shueisha e Shogakukan hanno raggiunto un accordo con la società americana di sicurezza web Cloudflare lo scorso giugno 2019.
La società americana ha infatti accettato di interrompere il caricamento di alcuni contenuti sui suoi server giapponesi da determinati siti Web di pirateria, se il Tribunale distrettuale di Tokyo ritienga che i siti violano i diritti d’autore
Tempo fa, precisamente nell’agosto del 2018, gli avvocati degli editori avevano presentato una mozione alla corte distrettuale di Tokyo, chiedendo a Cloudflare di interrompere l’hosting di contenuti per diversi siti Web. Tra questi, c’era il “successore” di Mangamura, chiamato Hoshi no Romi. I quattro editori avevano anche intentato una causa contro gli amministratori di Hoshi no Romi alla corte distrettuale meridionale di New York il 4 settembre.
Sempre su questo discorso, ma in caso separato, Kyodo, un sito di notizie, ha riportato che lo scorso 6 gennaio, l’editore giapponese Takeshobo e un mangaka, hanno intentato una causa con il Tribunale distrettuale di Tokyo contro Cloudflare. La causa sostiene che Cloudflare è complice della violazione del copyright offrendo il suo servizio ai siti di pirateria manga. La Takeshobo oltre al risarcimento, Takeshobo sta anche chiedendo la rimozione di tutti i suoi manga temporaneamente memorizzati sui server di Cloudflare.
I querelanti affermano che Cloudflare ha fornito servizi ai siti di pirateria nonostante sapessero che questi offrono illegalmente manga. Tra gli altri servizi, Cloudflare può fungere da intermediario tra un server e i suoi utenti finali, fornendo contenuti anche quando il server originale si trova ad affrontare problemi di connessione o attacchi DDoS (Distributed Denial of Service).
Cloudflare
Come detto poco fa, è una società americana che si occupa di content delivery network, servizi di sicurezza internet e servizi DNS. Creata nel 2009, è stata lanciata successivamente nel settembre 2010 durante la conferenza Disrupt conference di TechCrunch. Nel 2012 ha lavorato insieme a diversi web host, per implementare la tecnologia Railgun. Nel febbraio 2014 ha mitigato il più grande attacco DDoS mai registrato fino ad allora, con picchi di 400 Gbit/s, contro un cliente il cui nome non è stato rivelato. Nel novembre di quello stesso anno, ha reso noto un altro grosso attacco DDoS ai danni di siti di media indipendenti.