Come si leniva in passato il temuto e odiato mal di testa?
Il mal di testa è uno dei malesseri più comuni al mondo, ma anche più fastidiosi. Il continuo dolore al capo non ci permette di svolgere alcuna attività ricompresa solitamente nella nostra routine quotidiana. Il primo gesto che si fa, in tal caso, è prendere un farmaco che lenisca il dolore. Ma affidarsi sempre alla medicina può essere un male, soprattutto se le emicranie sono frequenti o se colpiscono persone che con i farmaci non hanno un buon rapporto.
Le cause del mal di testa? Possono essere molteplici, ma una spiegazione scientifica vera e propria la si ricerca da secoli. Eh si, perché questo malessere non è tipico dei soli giorni nostri, ma ha sempre colpito l’uomo, in ogni secolo.
In un’era in cui l’uomo viveva in virtù dello spirito religioso, era normale che tutto si facesse ricadere sulle divinità, che magari, sfavorevoli all’uomo, gli provocavano malessere. Si parlava addirittura di “demone della testa”. E gli Egizi, per scacciarlo, ricorrevano alla magia o, nei casi estremi, arrivavano a trapanare il cranio del dolorante per scacciare via queste malignità.
Altri rimedi anomali ma che davvero venivano posti in essere erano il legare sulla testa del malato un piccolo coccodrillo, fatto di argilla, con in bocca del grano sacro. O ancora dire frasi scaramantiche utlizzano pomate miracolose. Il Papiro medico di Ebers, datato intorno al 1550 a.C., invece, faceva cuocere nell’olio un cranio di pesce siluro, per poi spalmando sulla testa l’unguento così ottenuto per quattro giorni.
Ippocrate di Kos (V secolo a.C.), il medico greco in nome del quale i medici fanno giuramento una volta iscritti all’albo, è stato il primo a descrivere i sintomi visibili di chi soffre di emicrania. Lui prescriveva un estratto della corteccia di salice per curarla. E non aveva di certo torto: i salicilati sono proprio i precursori dell’aspirina che noi tutti oggi utilizziamo!
Dalle essenze alla psiche
Avete mai sentito parlare della “teoria umorale”? Secondo questa teoria, ogni volta che la saluta subiva dei declini, ad averne colpe erano gli umori del cervello, del sangue, della milza e del fegato. E per eliminare questi umori erano necessari dei lassativi che “svuotassero” appunto gli organi interessati, alleggerendoli.
Nel ‘600, l’anatomista inglese Thomas Willis scoprì che il mal di testa era dovuto ad un accavallamento di vasi sanguigni del cervello. Le cause potevano essere le più svariate, come il mangiare troppo, lo sbalzo di temperatura, il troppo freddo. E ne colse alcuni altri sintomi quali la nausea, il vomito, abbondante necessità di urinare. La cura? Evitare cibi speziati, vino e sesso, e rilassarsi. Di materiale, consigliò, invece, clisteri, decotti e il succo di millepiedi e di tarme ben mescolato da ingerire.
Ma arriviamo ai nostri giorni. Naturalmente gli studi e le ricerche si sono evolute. Il sistema nervoso è diventato un universo abbastanza esplorato dai medici e la medicina ha fatto enormi passi da gigante con riferimento all’emicrania. Negli anni ’80 sono stati individuati 12 tipi di cefalea e da quel momento non sono mancati studi volti ai rimedi o alle diagnosi relative.
Ma non è tutto oro ciò che luccica. Il progresso c’è e si vede. Ma non basta ancora. Non sono state individuate, infatti, tutte le cause del mal di testa e di conseguenza i corrispettivi rimedi. Ancora nel 2017, quasi 2018, dobbiamo auspicare nel progresso della medicina. Nel frattempo… si possono sempre utilizzare i rimedi degli antichi.